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Le mani sull’Australia

Di Gaetano Liardo il . Calabria, Internazionale

Quando ha saputo di aver ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è  scoppiato in una fragorosa risata. E’ stata questa la reazione di Tony Vallelonga, originario di Nardodipace, Vibo Valentia. «Non sono stato coinvolto o contattato da nessuna polizia», ha risposto al cronista di PerthNow che lo ha intervistato. Tuttavia, subito dopo si è dovuto ricredere, dichiarandosi sconvolto nel suo coinvolgimento nell’operazione “Crimine 2”. Dagli elementi in mano agli investigatori italiani Tony Vallelonga sarebbe un elemento di vertice della ‘ndrangheta in Australia. Paese dove è stato Sindaco di Stirling, sobborgo di Perth, capitale dello Stato dell’Australia Occidentale, dal 1997 al 2005 e dal 2009 cittadino onorario. Considerato personalità di rilievo della locale comunità italiana.

La notizia del suo coinvolgimento in “Crimine 2” ha creato forti perplessità in Australia. Il Sindaco di Perth, Lisa Scaffidi ha dichiarato alla stampa australiana che: «Il Tony Vallelonga che io conosco è un moralmente retto cittadino di Perth che ha dimostrato di avere grande supporto e che ha lavorato per la comunità quando è stato Sindaco, oltre che come leader della comunità». Una valutazione del tutto diversa da quella della Dda di Reggio Calabria. Per gli inquirenti reggini, infatti, Vallelonga avrebbe un: «Ruolo di vertice all’interno della locale di appartenenza; assumendo le decisioni più rilevanti, impartendo le disposizioni o comminando sanzioni agli altri associati a loro subordinati, decidendo e partecipando ai riti di affiliazione curando rapporti con le altre articolazioni della associazione».

Un personaggio di primo livello, in stretto contatto con il mandamento jonico della provincia reggina. In modo particolare con il “Mastro”, Giuseppe Commisso, boss di Siderno. Se provate le accuse a suo carico, Vallelonga rischia una pena fino a 14 anni di carcere. Dalle intercettazioni allegate all’ordinanza di custodia cautelare il ruolo dell’ex Sindaco di Sterling all’interno della criminalità organizzata calabrese sembrerebbe evidente. Vallelonga ha uno stretto rapporto con il “Mastro”, con cui parla della situazione delle locali australiane, chiedendo consigli e progettando linee di azioni comuni. Un comportamento in linea con quello dimostrato dai rappresentanti della ‘ndrangheta all’estero, sempre in stretto contatto con i boss della “madrepatria”. Parlando con Commisso, in una conversazione intercettata nell’agosto del 2009 all’interno della lavanderia Ape Green, usata dal “Mastro” come quartier generale, Vallelonga si sfoga contro la stampa australiana.

«VALLELONGA: Si… sapete che cosa mi hanno combinato a me? …(inc.)… io ho vinto con l’ottantacinque per cento dei voti… e in un giornale hanno scritto che io faccio parte della mafia… COMMISSO: Bastardi!… VALLELONGA: Ma io ho vinto con l’ottantacinque… COMMISSO: Allora sono tutti mafiosi …(inc.)… VALLELONGA: Eh, questo gli ho detto io… l’ottantacinque per cento, che maggioranza, complimenti… allora da quanto hanno (inc.) io gli faccio una bellissima lettera… dicendo…chiedo per telefono: scusate se verso di me avete qualche prova?… altrimenti io prendo… se non ci sono prove… ho preso un articolo sul giornale… il signor VALLELONGA non è (inc.) ho vinto con il suo merito…».

Per poi continuare aggiungendo:  «VALLELONGA: Schifosi,disonesti…(inc.)… COMMISSO: …(inc.)… ho chiamato il giornalista e gli ho detto: chi te lo ha detto?…
VALLELONGA:…“La tua comunità mi ha detto che tu sei…”…io?… ma io non so neanche la parola che significa… “e tu perché (inc.) in giro”…gli ho detto: perché io rispetto la gente… rispetto la gente…». Una conversazione sicuramente emblematica.

In un altra intercettazione Vallelonga parla con il “Mastro” del tentativo secessionista portato avanti da un tale Cosimo che avrebbe tentato di staccarsi dal Crimine australiano. Sentito il racconto di Vallelonga, Giuseppe Commisso risponde categorico: «Non gli possiamo permettere queste cose… non gli permettiamo…». Dal canto suo Vallelogna riferisce al boss di Siderno quello che ha detto a Cosimo: «tu locale? fino a quando campo io, tu locale non ne prendi … e basta!». Affermazioni che dimostrano quanto le ‘ndrine da tempo siano radicate e strutturate in Australia. Capaci, come in Italia, di dialogare con il mondo della politica o di fare, se le accuse risulteranno provate, di un proprio esponente un leader della comunità italiana. 

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