Quelle mani rimaste sporche del sangue di Mauro
Un foglio manoscritto, alcuni appunti,
sono quelli di Mauro Rostagno a proposito delle vicende trapanesi delle
quali si stava occupando: depistaggi su indagini dentro il palazzo di
giustizia, loggia massonica, collegamenti tra personaggi all’epoca
chiaccherati, come il procuratore Lumia, poi rimosso dal Csm o il
magistrato Costa, arrestato per corruzione. Vicende che esploderanno
successivamente a quel 1988, Rostagno li aveva percepiti e forse si
preparava a denunciarli. Questo è l’annunciato colpo di scena che si
attende nell’udienza odierna per il delitto di Mauro Rostagno. L’ottava dall’inizio del processo nel febbraio scorso.
Intanto
sta deponendo Chicca Roveri, la compagna di Mauro, sta rispondendo
all’avv. Salvatore Galluffo, difensore, con il padre Vito, del killer
conclamato della mafia trapanese, Vito Mazzara, accusato in Corte di
Assise a Trapani di avere ucciso la sera del 26 settembre 1988 Mauro
Rostagno. L’avvocato sta ricostruendo la sera dell’omicidio, gli
spari uditi, la visione della Serra, la donna che accompagnava Mauro nel
suo ritorno in comunità, la Saman, da Rtc, queste le domande che sta
ponendo a Chicca Roveri, le sue risposte non si discostano da quelle
fornite già al pm e alle parti civili …
L’avvocato Galluffo chiede se
la sera del delitto mangiò, bevve, si fece una doccia? Chicca risponde:
non mangiai certamente e non mi feci alcuna doccia, sono rimasta con le
mani sporche del sangue di Mauro fino al giorno del suo funerale … Un
foglio manoscritto, alcuni appunti, sono quelli di Mauro Rostagno a
proposito delle vicende trapanesi delle quali si stava occupando:
depistaggi su indagini dentro il palazzo di giustizia, loggia massonica,
collegamenti tra personaggi all’epoca chiaccherati, come il procuratore
Lumia, poi rimosso dal Csm o il magistrato Costa, arrestato per corruzione.
Le domande della difesa continuano a riguardare la vita della comunità:
Marrocco (uno dei soggetti indagati per il delitto
Rostagno e poi anche lui prosciolto) che camminava armato, che faceva da scorta a Cardella, di soldi
dati a Marrocco, di perquisizioni per chi entrava in comunità. Soldi,
soldi soldi conti correnti Cardella e il denaro … le firme false
apposte da Cardella per conto di Chicca Roveri … la mafia? Nessuna domanda a proposito degli editoriali e degli interventi in tv di
Mauro. Almeno fino ad ora, si continua a guardare dentro la gestione della Comunità Saman. Mauro diede 40 milioni alla Comunità,
credo che li versò in un conto corrente, questo accadde quando morì il
papà di Mauro, sono i soldi dell’eredità. Questi soldi li riceve dopo la
nascita della comunità, credo che con una parte dei soldi li abbiamo
spesi per comprare una macchina ci serviva per accompagnare i bambini a
scuola, ricordo anche che fece un regalo a Cardella, ed era una cosa
bianca, dunque quei soldi arrivarono quando c’era già la comunità. Mauro
non chiese mai indietro quei soldi, non era un prestito, servivano al
nostro vivere lì …
La difesa chiede se sia a conoscenza di contrasti tra
Rostagno e Cardella sulla gestione della comunità Saman: Chicca risponde
che questi contrasti non le risultano, può solo dire che Mauro rispetto
alla comunità di via Plinio a Milano preferiva quella di Lenzi, che
preferiva girare in Duna e non Bentley, preferiva le cose semplici;
questo lo discostava da Cardella. Le domande tornano a soffermarsi sui
suoi rapporti con Marrocco. Chicca sottolinea: il 26 maggio ’96 vengo sentita dal procuratore
Garofalo, contenta di essere sentita, con atteggiamento fiduciosa nei
confronti della giustizia che nonostante tutto continuo ad avere. I miei
rapporti con Marrocco, ci sono stati nel 1986, sono ripresi dopo la
morte di Mauro, si sono interrotti nel 1991, in quel verbale venne
scritto che io non avevo visto Marrocco dopo una certa data, cosa che
io non dissi, quel verbale mi fece finire in carcere per
favoreggiamento … Casualmente nel 1993 l’unica volta che lo rivedo dopo
tanti anni e l’ultima volta che l’ho visto seppi che goi avevano
regalato una barca, facevo lo skipper …
Era pagato? Non mi ricordo che
lui mi disse che era pagato … Di mafia ancora non si parla.
Le domande preguono. Chicca continua a rispondere. Racconta di quando si tentò di installare una comunità a Bonagia. Chi si occupava di allestirla, tale Taporri, mi disse che vide aggirarsi attorno una Alfetta con dentro un uomo armato di fucile. Il comodato sul terreno stipulato con la Usl risaliva al luglio 1988 e la stessa era proprietaria di quel terreno. L’auto fu vista salire da Onagia verso Valderice, a bordo c’erano due persone, quello seduto dietro avvicinandosi al Taporri puntò un fucile contro questi. Questo episodio nella mia memoria è collocato dopo la morte di Mauro – continua Chicca. Il verbale è del 31 gennaio 1989.
Il fax di Cardella contro Mauro
Il fax inviato a Mauro dal guru di Saman, arrivava da Publitalia. Cardella chiamava da Milano, la telefonata durò 5, 10 minuti, non fu particolarmente lunga e fu incentrata sulla cacciata decisa da Cardella di Mauro dal “Gabbiano” la sede dei dirigenti della comunità, alle “nuove” dove erano ospitati i ragazzi della comunità. Il colloquio avvenne di giorno, tra mezzogiorno e le 15, il fax arrivò poco dopo.Cardella mi disse che mi avrebbe mandato una lettera di spiegazioni di queste cose che avrei dovuto dire a Mauro. Mi dispiacqui molto del fax. La prima parola del fax è “sostanzialmente falso” la difesa chiede considerazioni in merito da parte del teste, Chicca Roiveri, ma la domanda non viene ammessa.
Bisognava parlar male di Mauro
Su Bulgarella, editore di Rtc, che sapevamo essere figlio e fratello di
persone coinvolte in storie di mafia e corruzione, ad un certo
momento cominciai a pensare male: ebbi dei dubbi, questa persona
tanto vicino alla mafia, era particolarmente spaventato dopo il
delitto di Mauro. Non ricordo se mai parlai con lui, ero però diffidente
nei suoi confronti.
Chicca ricorda poi il contesto in cui vivevano a Trapani. Su Mauro in città giravano tante voci (un verminaio): nella migliore delle ipotesi,
quando si parlava bene di lui, si diceva che era un illuso; poi si peggiorava: che
era un terrorista, che facevamo fare la fame ai ragazzi in Comunità. E’ stato detto di tutto pur di non dire quello che realmente faceva Mauro. Che si occupava di inchieste delicate, che parlava in tv dei mafiosi, della raffineria di droga di Alcamo. Si scelse di parlare di lui come di un pazzo o un “fetente” pur di distrarre l’attenzione dalla sua attività giornalistica. Peppe Bologna, editore di
Telescirocco, la tv diretta concorrente di Rtc, ad esempio, mise in giro la voce che i soldi ricevuti dalla comunità
dalla Provincia, 250 milioni, erano stati spesi per comprare Rtc.
Ultima parte interrogatorio
Convulsa l’ultima parte dell’interrogatorio da parte dell’avv. Salvatore Galluffo. Ad un certo punto quasi stizzito (sempre nelle forme dell’esercizio della professione legale) ha contestato a Chcca Roveri che le sue domande servivano a fare chiarezza sul delitto e che la teste non collaborava, Chicca ha risposto stizzita (sempre nelle forme concesse ad un teste e che è anche parte offesa del procedimento) invitandolo a valutare se non stesse scherzando rispetto alle cose dette, perchè fino ad oggi si è dimostrato che Chicca Roveri è stata l’unica a collaborare e a finire in carcere: sono stata arrestata (disse in una intervista anni addietro) per le cose che dissi contro i carabinieri. Il processo è stato sospeso col presidente Pellino che ha richiamato il difensore ad avere maggiore rispetto della teste rispetto anche al ruolo che la stessa ha nel processo.
Per non seguire la pista di mafia
Come era prevedibile, le domande della difesa si sono concentrate sul
rapporto sentimentale che ci fu tra Chicca Roveri e Marrocco, ospite
dalla comunità. “Una storia rappresentata come una storia da Beatiful o
Dinasty” ha risposto Chicca Roveri, poichè dovevano montare la storia
della pista interna, molto è stato romanzato e gonfiato, Marrocco,
Genovese, Oldrini, tutti chiamati in causa per vicende sentimentali che
coinvolgevano Chicca e Maddalena, del tutto esagerate e incosistenti,
“tutto questo per non seguire la pista di mafia”.
Intervento di Chicca su brigadiere Cannas
Io ho letto per la prima voolta le carte di questo
processo alla fine del 1994 quando viene chiesta la prima
archiviazione. Leggendo scopro che Cannas che
diceva di essere amico di Mauro fa delle dichiarazioni l’ 8 maggio 1989
dipingendo Mauro rispetto al circolo Scontrino come uno che difende
l’on. Canino. Citando un redazionale (e non tutti gli altri)
che fece quando Mauro capì come andavano nel cose, mi sono chiesto: tu mi
hai incontrato e mi hai detto che indaghi sulla mafia e poi nelle carte
lo indichi legato ai poteri occulti? Continuo a leggere. Io di Cannas
inizialmente non ho brutta impressione, penso che è uno che mi ha detto
certe cose, che parlava con Mauro, ho una buona opinione. Poi leggo
quello che lui diceva. Nel 1996 leggo che Cannas indica Mauro come un
barbone che raccatta i pizzini per terra. Quando nel 1993 con Cannas
sono presente all’interrogatorio di Coci non avevo dubbi sulla sua
fedeltà a Mauro. Galluffo fa domanda sull’onorevole Pellegrino. Se
ricorda che Pellegrino da assessore alle finanze a Trapani denunciò
debiti fuori bilancio al Comune di Trapani. La Roveri non ricorda,
Galluffo è stato difensore di Pellegrino nel processo che si è appena
concluso per corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa,
prescrizione e assoluzione, e nel procedimento per l’applicazione della
sorveglianza speciale, confernata in secondo grado per due anni.
Spunta la mafia, ma quella cinese
“La teste deve sapere che questo difensore era amico di Mauro”. “Ma per
cortesia”!” Botta e risposta tra il difensore di Vito Mazzara, Vito
Galluffo, e la teste Chicca Roveri che poco prima aveva invitato il
difensore a non indicare, come ha fatto continuamente durante l’esame,
Mauro come “il povero Mauro” ma di indicarlo come il dott. Rostagno. La
difesa si inalbera al richiamo, l’esame continua con l’avv. Galluffo che
comincia a fare una serie di nomi, presunti amanti della teste. E sui
movimenti che alcuni di questi, come Giuseppe Cammisa, ebbero dopo
l’omicidio di Rostagno. L’unica mafia indicata dal difensore Galluffo è
quella cinese, ricorda alla teste che Rostagno le avrebbe parlato dopo
un convegno a Palermo, della mafia cinese, fortemente potente. Galluffo
prosegue: Rostagno le avrebbe detto della potenza economica, fatturato
da 20 mila miliard e di una sorta di esercito a disposizione. La Roveri
si ricorda era un convegno a Palermo dove si parlò anche di droga, ma
non parlava solo di quella mafia. La difesa replica: signora lo so che
lei vuole parlare di un’altra mafia, ci arriveremo, le posso dire che la
nostra mafia è ricca prepotente forte e criminale, sono d’accordo con
lei. Galluffo però difende Vito Mazzara che fuori da questo processo è
stato condannato perchè forte, rpepotente, criminale, arrogante e
assassino.
Le ultime domande della difesa di Mazzara
L’avv Vito Galluffo si avvia verso la conclusione: le domande sulla mafia
trapanese non ci sono state. Le ultime domande riguardano il caso
Calabresi e l’avv. Ligotti che in quel processo disse che “Rostagno era
stato ucciso per la vicenda Lotta Continua – Calabresi”. Anche quello
risponde Chicca Roveri al tentativo di depistare le indagini.
Domanda sugli arancioni? “Ma quel maestro è quello che ha truffato
milioni di dollari in Oregon?”. Non so, risponde Chicca Roveri.
Grazie
signora, ho concluso. Processo sospeso
*** 15.40 Il processo in Corte di Assise è ripreso. Chicca Roveri sta rispondendo alle
domande dell’avv. Stefano Mezzadini difensore di Vincenzo Virga accusato di essere il mandante del delitto. Mauro nella prima fase di lavoro ad Rtc ebbe una visione ottimistica, una
sorta di primavera della città – dichiara la Roveri. In quel periodo ci sono alcune indagini in corso a Trapani,
Borsellino era procuratore a Marsala e si occupava della mafia mazarese. Poi si scoprì dell’Iside 2 loggia che aveva dentro personaggi mafiosi, della prefettura,
istituzioni, il potere politico e nel contempo c’è in corso un’indagine per
la raffineria di droga scoperta ad Alcamo: c’è questa situazione
specifica “droga e mafia” e dunque l’arricchimento di Cosa nostra
con il traffico di droga.
C’è poi – continua – una seconda fase, successiva ad una intervista al
procuratore Borsellino (e ad un convegno a
Palermo cui si reca per ascoltare) e lui percepisce quello che sta succedendo a Trapani, e la direzione in cui stanno andando tutte le cose. Io ho
prodotto al dott. Garofalo e al dott. Pampillonia uno schema scritto da
Mauro sui possibili rapporti tra poteri e mafie dietro le quinte della
Iside 2.
In quello schema lui fa un ragionamento tutto quello che a me sembrava
una primavera, un risveglio, non è lo è: a Palazzo di Giustizia di Trapani
ci sono una serie di indagini ferme, la raffineria di droga di contrada
Virgini, il processo vecchia mafia, la stessa Iside 2, il delitto di Ciaccio Montalto e Rostagno che coglie in questo l’esistenza di intrecci. Mauro aveva capito
questo sistema di collusioni: per questo mio marito è morto.
Un dato di
fatto è che questi processi vennero svolti nei primi anni ’90. Dopo che
l’intervento del Csm mutò gli assetti dirigenziali a Palazzo di
Giustizia di Trapani. Nel 1988 questi processi risultano rallentati,
processi nel quale si faceva già il nome del capo mafia, Vincenzo
Virga. Virga per la prima volta fu raggiunto da un ordine di cattura nel
1994. Virga oggi è imputato di mandante del delitto Rostagno.
Sono stata disattenta e stupida
Non hanno mai indagato sulla mafia, indagavano sui nostri amori, sulle
nostre spese, vicenda per la quale – io ho ammesso – sono stata condannata
per essere stata disattenta e stupida. Nessuno che ha indagato ha mai
letto i redazionali di Mauro, lui qui faceva il giornalista in una
città che conviveva con la mafia, forse ancora oggi se si pensa che
l’attuale capo mafia latitante Messina Denaro vive attorno a noi. L’avv.
Mezzadini però insiste: e tocca nuovamente l’aspetto dei finanziamenti
ottenuti dalla Saman dagli enti pubblici. Questione molto lontana
dall’ipotesi che Rostagno fu ucciso della mafia.
Le minacce a Rostagno
L’avv. Ingrassia (altro difensore di Virga) introduce il tema dei
politici attaccati in tv da Rostagno. Ingrassia chiede notizie sui
Manuguerra, padre e figlio, consiglieri comunali ad Erice e Trapani. La
Roveri ricorda le vicende processuali dei due e del fatto che il marito
realizzò in tv una sorta di ricostruzione tipo Dinasty. Ingrassia
chiede notizie sull’editore, Puccio Builgarella, editore di Rtc. Rtc
ogni giorno era seguita più che altro dalla moglie di Rtc. Ci sono state
mai pressioni da Puccio Bulgarella? No, mi pare di no, Mauro non
sarebbe rimasto se avesse subito pressioni. La collaborazione con Rtc è
durata da settembre 1987 fino al 1988. Nell’86 fece solo alcune cose con
Rtc. Minacce e lettere contro Mauro. Io dice Chicca Roveri ho memoria
solo di una lettera, non ricordo se anonima, prima la fece vedere a
Cardella e a me, Cardella disse che quella lettera era stata scritta da
uno tosto, ti consiglio di farla vedere a un magistrato. La lettera è
dell’aprile 1988, Rostagno la consegnò alla magistratura.
* la cronaca è in diretta dall’aula del tribunale di Trapani.
L’articolo sarà continuamente aggiornato.
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