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Roma vs Parigi

Di Gaetano Liardo il . Internazionale

Il grande “esodo”, lo tsunami “umano” che avrebbe dovuto investire l’Italia si è molto ridimensionato. Non più milioni di profughi a premere alla frontiera del nostro Paese, nella speranza di trovare un futuro migliore, ma ventimila migranti. Una cifra ben al di sotto di quella preventivata dal Governo e dalle forze della maggioranza. Rilanciata quotidianamente come un bollettino di guerra dagli organi di informazione. La presenza di ventimila migranti può essere gestita in tutta tranquillità dall’Italia. Invece, nelle ultime settimane si è assistito ad un durissimo scontro diplomatico.

Roma non vuole i migranti. Li considera “clandestini”, quindi un problema di ordine pubblico. Denuncia la “latitanza” dell’Europa. Il ministro leghista Bossi detta la linea: «Fora dai ball». Il ministro dell’Interno Maroni, anch’egli leghista, si trova in evidente imbarazzo. Il piano messo in piedi dal Viminale per contrastare l’esodo è inadeguato. La partecipazione delle regioni italiane nell’accoglienza ai migranti viene messa in discussione da numerosi Governatori, primi fra tutti quelli leghisti. I Governatori del Sud, dal canto loro, denunciano di essere stati lasciati soli a gestire l’emergenza. Il sottosegretario agli Interni, Mantovano, ha pure presentato le sue dimissioni, poi ritirate, per denunciare che il Governo ha scaricato il problema alle regioni del Sud. Fuori i migranti dunque.

La soluzione trovata è stata quella del permesso transitorio di un anno che dà la possibilità ai migranti di muoversi liberamente all’interno del nostro Paese e quindi dell’Europa. Una soluzione comoda per risolvere i problemi interni che, tuttavia, ha visto la contrapposizione dell’Europa. Primi fra tutti i francesi. Da Parigi Sarkozy detta la linea dura: no pasaran. A dimostrazione della “fermezza” delle autorità francesi domenica è stato militarizzato il valico di frontiera di Ventimiglia. Dalle 12:00 alle 19:00, infatti, è stato bloccato il traffico ferroviario verso la Francia mentre i gendarmi sono stati schierati per bloccare chi avesse voluto attraversare il confine a piedi. Uno scontro durissimo e senza precedenti tra due paesi che hanno puntato molto sulla “sicurezza”.

Sia il governo francese che quello italiano hanno assunto politiche molto dure nei confronti dei migranti. Posizioni che sarebbero indebolite da un “cedimento” proprio sull’accoglienza ai migranti che fuggono dal Maghreb insanguinato. In entrambi i paesi, inoltre, si preparano importanti appuntamenti elettorali che potrebbero essere segnati proprio dalla questione migranti. In Francia Sarkozy deve guardarsi le spalle dal Front National di Marine Le Pen, arroccata su posizioni intransigenti. In Italia, invece, la Lega rischia di perdere consensi importanti. L’Europa, invece resta a guardare.

Ancora una volta impreparata a gestire una situazione importante e delicata. Gli Stati membri dell’Ue non intervengono sulla vicenda se non per tutelare i propri interessi: i migranti sono un problema italiano, al massimo Roma ne parli con Parigi. Uno scontro talmente duro che ha spinto a più riprese esponenti del Governo italiano a minacciare la sospensione del trattato di Schengen, se non addirittura di uscire dall’Unione nel caso Bruxelless non intervenga. Il prossimo 26 aprile è in programma il vertice bilaterale tra Italia e Francia. Sarkozy e Berlusconi si incontreranno per parlare, tra l’altro, proprio sulle tensioni tra i due paesi. Intanto la situazione dei migranti continua a restare molto incerta. L’Europa non è una terra accogliente, e lo sta dimostrando.

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