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La Torre: lottare mafia e risanare Stato

A cura di Lorenzo Frigerio il . Ipse dixit

La verità 
e che in dieci anni di ≪azione Antimafia≫ l’unico provvedimento adottato è
la legge speciale per le misure di polizia e il soggiorno obbligato.
È mancata una coerente azione per realizzare un profondo rinnovamento
delle strutture economiche, sociali e politiche della Sicilia.

(…) Ma ora
il fenomeno ha assunto caratteristiche tali da interessare sempre più
l’intero territorio nazionale. La Commissione Antimafia ha dimostrato
che l’istituto del soggiorno obbligato si e rivelato controproducente.
Addirittura scandalosa è la scelta (che è stata fatta dal Ministero
degli Interni!) delle località in cui inviare i ≪mafiosi≫. Sembra che si sia voluto costruire
una rete criminale attorno alle metropoli del Nord. La mafia, d’altro
canto, ha potuto sfruttare lo stato di disagio di una parte degli emigrati
meridionali che, arrivando al Nord, incontrano difficolta ad un inserimento
nelle attività produttive e non trovano un adeguato tessuto democratico
e associativo in grado di assisterli. (…)

Ci si ripresenta
qui, in una certa misura, il fenomeno che all’inizio del secolo si manifesto
nelle metropoli americane con l’arrivo degli emigrati siciliani. D’altro
canto i collegamenti fra mafia e gangsterismo siculo-americano non sono
stati mai interrotti. Anzi, possiamo dire, che in taluni campi (vedi
quello della droga!) e il gangsterismo americano che ≪da lavoro≫ alla mafia siciliana.

È evidente
che, ancora oggi, i tentacoli della mafia possono muoversi agevolmente
nell’ambito di un’organizzazione dello Stato largamente inefficiente
e di un sistema di potere che offre ampie connivenze.

È difficile,
a questo punto, isolare la lotta contro la mafia dalla lotta più generale
per il risanamento e il rinnovamento della società e dello Stato in
Italia. (…) Si tratta di cambiare i rapporti fra lo Stato e i cittadini,
lottando per un profondo rinnovamento delle strutture economiche, sociali
e politiche in Sicilia e in Italia. Ciò significa proseguire, senza
soste, la lotta contro il malgoverno, la corruzione, il clientelismo
a Palermo e in tutta l’Isola, ma stabilendo una connessione sempre più
chiara e diretta con la lotta più generale per il risanamento e il
rinnovamento dello Stato italiano. 

Pio La Torre,
segretario PCI siciliano, ucciso dalla mafia

Palermo, 1924/1991 

Tratto da “Quaderni
Siciliani“ n.5-6, maggio-giugno 1974

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