III Congresso First Cisl Lombardia: “Insieme verso un sistema finanziario più equo, al servizio della comunità”
Si è aperta questa mattina al Centro Congressi FAST, a Milano in piazzale Morandi, il III Congresso First Cisl Lombardia “Evolvere insieme. Legalità, mutualità, innovazione”.
Presenti tra gli invitati Dino Pierboni, segretario USR CISL Lombardia, Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl, Pier Paolo Merlini, segretario First Cisl, Gabriele Poeta Paccati, segretario generale Fisac Cgil Lombardia e Lucia Peveri, segretario generale Uilca Lombardia.
Nel corso della mattinata, l’evento ha ospitato una tavola rotonda “Evolvere insieme verso un sistema finanziario più equo e sostenibile, al servizio della comunità”, a cui hanno partecipato Riccardo Colombani – segretario generale First Cisl, Anna Fasano – presidente di Banca Etica, Mauro Magatti – sociologo ed economista e professore ordinario Università Cattolica di Milano, Pietro Basile – Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, ha caratterizzato i lavori congressuali della mattinata.
Come sindacato, ha sottolineato Riccardo Colombani nel corso del suo intervento, abbiamo formulato delle proposte unitarie sul tema della desertificazione e sulla necessità di ricercare una nuova forma capitalistica. Una risposta a questi bisogni arriva certamente dalla cabina di regia. Dobbiamo lottare per essere parte attiva nelle decisioni, non dobbiamo condannarci ad essere subordinati alle decisioni altrui.
Se non assumiamo l’importanza dei corpi intermedi e non coltiviamo l’utopia che il bello deve ancora venire, facciamo sì che la profezia di fallimento della democrazia e del capitalismo democratico sarà autoavverante. La leva a nostra disposizione è la necessità delle imprese bancarie e assicuratrici della sostenibilità. Dobbiamo usare questa leva per semplificare ma non deregolamentare, il capitalismo per la Cisl deve essere un capitalismo democratico e partecipativo.
Abbiamo bisogno non di un’etica speciale, ma di un’etica diffusa. Le banche hanno smesso di essere aziende di credito, ma anche le imprese di assicurazioni non fanno più solo le assicurazioni: si sono messe assieme e fanno le bancassicurazioni quasi esclusivamente puntando sulle assicurazioni vita e tralasciando i rami danni in quanto necessitano di creare cultura assicurativa a oggi mancante.
Sul tema della biodiversità bancaria, ha concluso Colombani, sono convinto che per bilanciare questa sciocca e inutile competitività e la rincorsa al gigantismo, ci sia bisogno di più cooperazione per affrontare le sfide odierne e future in merito a transizione digitale, transizione ecologica, inclusione sociale e sostituzione del credito bancario e credito al consumo.
Libertà e tecnopopulismo sono le tematiche affrontate da Mauro Magatti. È finito un ciclo capitalistico dentro cui la finanza espansiva è stata protagonista, negli ultimi trent’anni la finanza è però cresciuta a dismisura anche, in modo poco organico e omogeneo. L’assetto capitalistico formatosi negli anni 70 è completamente fuori fase. Abbiamo intrapreso un percorso di ricerca di un nuovo assetto capitalistico che nessuno conosce.
La digitalizzazione è quello che una volta era il fenomeno dell’industrializzazione portato all’enesima massima potenza. In un momento di transizione digitale come quello attuale è fondamentale la “conoscenza del lavoro” e la contrattazione deve essere rivolta sulla conoscenza, solo il know how dei processi garantisce la partecipazione: una volta estratta la conoscenza il lavoratore non è più necessario e quindi si può licenziare. Il sindacato, ha concluso Magatti, ha il dovere di contrastare alcune scelte di sviluppo “industriale”, in alternativa, si rischia di tornare a epoche storiche buie.
Anna Fasano parla di inclusione finanziaria e desertificazione bancaria, evidenziando come il problema non sia la diminuzione degli sportelli quanto le scelte fatte per arrivare a questo.
L’accesso al credito è peggiorato, nonostante tutti parlano di biodiversità bancaria è un susseguirsi di aggregazioni. Il tutto suona piuttosto contradditorio e sottolinea come Consob abbia previsto che tra 7 anni non ci saranno più sportelli bancari. Quello che il sistema può fare è costruire e sviluppare una finanza di prossimità ed essere quel soggetto che può trasformare i luoghi “fragili” in luoghi di nascita di nuove proposte finanziarie che consentano a tutte le persone di poter lavorare. Sul tema della mutualità parla di partecipazione nella co-costruzione di un progetto comune dove si metta al centro la relazione e non la persona (persona e comunità – persona e ambiente). Un’economia che crea è in contrasto con l’economia mondiale ed europea, va presa una strada differente in contrapposizione con il gigantismo che stiamo vivendo. Dobbiamo prendere una strada adeguata al sistema del nostro paese e, soprattutto, non è possibile fare della buona finanza escludendo il rispetto. È necessario, quindi, intervenire in modo coeso, consorziale e coordinato.
Sulla piazza lombarda, ha sostenuto Pietro Basile, c’è la convergenza di tutte le mafie. In Lombardia la fetta della torta da spartirsi è particolarmente larga, spessa e farcita. Questa convergenza fa sì che i soggetti criminali si coordinino, collaborino, si consorzino e non si facciano la guerra; Milano non è un fronte tra i tanti, è il fronte. Dobbiamo studiare e conoscere perché è responsabilità di noi tutti e non può essere un dovere di nicchia affrontare queste questioni. Dobbiamo creare sinergie per affrontare queste mafie.
Nando dalla Chiesa dice: “quando si struttura un’alleanza tra informazione, società civile, politica, di risultati positivi (la speranza) se ne producono”.
“Libera” ha individuato cinque criteri che possano ispirare la propria azione e quella del mondo finanziario: coerenza, trasparenza, integrità, concretezza e assenza di conflitti.
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