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Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: domande pertinenti e ancora senza risposta

Mariangela Gritta Grainer il . Caso Alpi-Hrovatin, Giustizia, Informazione, Internazionale, Memoria

Da trentuno anni sono parte della storia tragica di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Ho iniziato ad occuparmene appena eletta deputata, il 27 marzo 1994, come componente della Commissione bicamerale d’inchiesta sulla cooperazione con i Paesi in via di sviluppo: un’inchiesta che fin dai primi giorni è apparsa difficile.

Ho avuto il “privilegio” di seguirla accanto a Luciana e Giorgio Alpi, da vicino: a partire da quando ci siamo conosciuti in occasione della prima audizione che la Commissione programmò. È l’inizio di una storia privata parallela al mio impegno politico e civile nella ricerca della verità e che, come una specie di giuramento fatto a Luciana e Giorgio, prosegue, anche ora che non ci sono più.

L’intreccio, tra il lavoro politico e civile di ricerca appassionato e la relazione di affetto/amicizia dolore/condivisione indignazione/sofferenza, è stato ed è fortissimo.

Rilanciare l’inchiesta è un obbligo un dovere nel rispetto della Costituzione.

Necessario partire dalla sentenza del Tribunale di Perugia che assolve e scarcera Hashi (dopo 17 anni di carcere) per non aver commesso il fatto ma al centro di un depistaggio con un falso testimone costruito con criminale dovizia.

Risalire a ritroso individuando chi ha depistato, fin dai primi giorni dopo l’agguato mortale, chi e cosa è stato taroccato, perché, quando e dove, e anche tutti i complici. Dopo cinque anni dal 20 marzo 1994, l’infaticabile impegno di Luciana e Giorgio Alpi portò alla pubblicazione del libro: “L’esecuzione – inchiesta sull’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin” a cura di Giorgio e Luciana Alpi, Mariangela Gritta Grainer, Maurizio Torrealta per la Kaos edizioni, a gennaio 1999. Un libro che già raccontava quanto poteva essere successo, compreso il fatto che Hashi era stato un vero e proprio capro espiatorio (significativo l’abbraccio di Luciana alla sentenza della scarcerazione di Hashi e la sua dichiarazione).

Roberto Morrione ci ha lasciato il 20 maggio 2011 e ci manca tanto. L’omicidio di Ilaria Alpi – Alta mafia tra coperture, deviazioni, segreti: è il titolo dell’articolo nel libro Giornalismi e mafie – alla ricerca dell’informazione perduta, curato da Roberto nel 2008. Riporto alcuni stralci del testo di Roberto del marzo 2009, per Internazionale.

“Nella grande piazza del Plebiscito, stracolma delle decine di migliaia di giovani, di cittadini …, accorsi a Napoli da tutt’Italia per dare vita alla “giornata della memoria e dell’impegno” voluta da Libera, risuonano dal palco, insieme a quelli di centinaia di vittime innocenti delle mafie, i nomi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.

Sono stati assassinati a Mogadiscio quindici anni fa, quindici anni senza verità, nonostante lo straordinario impegno messo in atto dai genitori di Ilaria, Giorgio e Luciana che non hanno mai cessato di denunciare deviazioni, depistaggi, omissioni, silenzi, complicità istituzionali. … Hanno ritenuto volgari e calunniose le conclusioni e alcune affermazioni di Taormina, volte a negare qualsiasi pista legata all’inchiesta che la giornalista conduceva sui traffici d’armi e di rifiuti tossici … senza chiarire il ruolo di precisi personaggi che hanno avuto a che fare con l’inchiesta di Ilaria come per esempio il maresciallo Vincenzo Li Causi, uomo dei servizi segreti militari, ucciso in una strana sparatoria in Somalia nel novembre del ’93; aveva avuto un ruolo centrale nella gestione a Trapani del centro Scorpione, legato all’organizzazione Gladio e ai traffici da un vecchio aeroporto militare in quella zona.

A Trapani si svolge e si conclude la vicenda umana e giornalistica di Mauro Rostagno, che secondo molte circostanze e testimonianze mai del tutto chiarite avrebbe conosciuto e documentato proprio i traffici in corso da quell’aeroporto. Un delitto, il suo, con risvolti che hanno chiamato in causa Francesco Cardella, ex responsabile della Comunità Saman, amico di Bettino Craxi. La strana coincidenza è che il braccio destro di Cardella in Sicilia, Vincenzo Cammisa (detto Jupiter), personaggio losco legato ad ambienti mafiosi, sia a Bosaso nei giorni dell’ultima tappa dell’inchiesta di Ilaria: strane coincidenze o coperture inquietanti, dunque, sulle quali aprire una nuova inchiesta per rispondere a una domanda di fondo.

Chi sono i potenti personaggi che erano in cima ai traffici criminali e alle deviazioni della Cooperazione sui quali Ilaria era certo arrivata tanto avanti da indurli a ordinarne l’eliminazione fisica?

E cosa proteggono realmente i rami deviati dei Servizi che hanno offerto una così disonorevole doppiezza?”

Domande pertinenti ancora senza risposte.

 #NoiNonArchiviamo


Primo raggio della Stella ia_v1 che Ilaria ci ha inviato

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