Il presente (e l’avvenire) in questa giovane piazza
In un paese dove la Premier si vanta di aver stravolto un documento fondamentale per la cultura politica europea come il Manifesto di Ventotene, usando frammenti di alcune frasi arbitrariamente decontestualizzate dal momento in cui furono elaborate.
In un paese in cui questo scivolone maldestro viene presentato come uno scherzo astuto per far saltare i nervi all’opposizione ( e qualcuno pure ci crede).
In un paese in cui viene contrabbandata come riforma epocale della giustizia una spregiudicata mortificazione del PM a vantaggio di chi può e conta ma con scorno dei cittadini comuni.
In un paese in cui la premier definisce le tasse pizzo di Stato, mentre la piaga dell’evasione fiscale viene”curata” con i condoni.
In questo paese fa davvero specie che 50.000 persone (in maggioranza giovani) trovino la voglia e il tempo di ritrovarsi a Trapani per partecipare a un colorato corteo, ascoltare in silenzio la lettura dell’interminabile elenco delle vittime innocenti di mafia, stringersi intorno ai familiari delle vittime per manifestare affetto e solidarietà nella loro richiesta di verità e giustizia, imparare da don Luigi Ciotti alcune importanti verità, spesso crude, su mafia, corruzione e relativo contrasto.
Fa specie, eppure è successo esattamente nei termini che ho descritto. Ciò significa che ci troviamo di fronte a una massa di persone che forse non ha mai letto “Odio l’indifferenza” di Gramsci o le frasi di Calamandrei che bollano “l’indifferentismo alla politica” inteso come rifiuto di partecipare alla vita della polis, ma si comporta come se avesse assimilato quegli insegnamenti.
E allora, ecco una massa di persone decise a respingere ogni forma di apatia o rassegnazione, per dare testimonianza convinta di impegno nell’interesse del bene comune.
Valori questi per cui va ringraziata ancora una volta Libera, che nei suoi primi trent’anni di vita li ha sempre coerentemente perseguiti.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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