Ucraina nella trappola Kursk e gli Usa di Trump-Musk
Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo che affianca Trump nella nuova America sopra il mondo: «Dovremmo uscire dalla Nato, non ha senso pagare per l’Europa», sull’Ucraina, «se disattivo Starlink, Kiev crolla». Le reazioni in Europa con 27 velleitari progetti di riarmo e ombrello atomico francese in affitto. Mentre l’Ucraina sta consumandosi, ‘Starlink o meno’. Come previsto dagli strateghi più accorti, l’azzardo dell’attacco nella regione russa di Kursk si trasforma in trappola per una parte essenziale dell’esercito ucraino.
L’America dei miliardari e la sua nuova filosofia
Starlink e la Nato. Su questi due temi, Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, il patron di Tesla e collaboratore di Trump colpisce attraverso X, il social di sua proprietà, ormai voce della destra sovranista Usa. Il proprietario del sistema satellitare Starlink per le comunicazioni militari. «Il mio sistema Starlink è la spina dorsale dell’esercito ucraino. Tutta la loro prima linea crollerebbe se lo spegnessi». Vanità fuori misura con qualche problema politico diplomatico Usa.
La Polonia, che paga Starlink in Ucraina (50 milioni di dollari all’anno), minaccia di cercare un’alternativa al servizio internet se la società di Musk si dimostrasse ‘inaffidabile’. «A parte l’etica di minacciare la vittima di un’aggressione», il duro commento del ministro esteri di Varsavia. In Italia, le opposizioni che chiedono alla premier Meloni più distanza dal miliardario.
La guerra vera che la politica non vuol vedere
La guerra vera, quella dei soldati che si sparano e muoiono sul campo. Quelli russi, con più armi e uomini, ormai da mesi avanzano sino a prendersi un quinto del territorio ucraino.
E stanno contemporaneamente perdendo col frammento simbolico di terra russa nella regione di Kursk, dove i mille chilomenti occupati ad agosto si sono ridotti a 400 e rischiano di trasformarsi in una trappola mortale per gli oltre 10mila soldati di Kiev impegnati. Colpite le linee di rifornimento tra Ucraina e le sue truppe, con rischio finale che possa essere impedita la ritirata verso il proprio territorio tra quanto resta del corpo di spedizione ucraino.
‘The Telegraph’ catastrofico
Secondo il quotidiano britannico ‘The Telegraph’ ripreso da Analisi Difesa, si parla di crollo delle linee ucraine a sud di Sudzha dove le forze russe provenienti dai due lati del saliente in mano ucraina si sarebbero congiunte a sud della città circondando 10 mila militari ucraini che cita proprie fonti nelle forze armate ucraine.
Le mappe del blog militare ucraino ‘Deepstate’ rivelano che circa tre quarti delle forze ucraine all’interno della regione di Kursk, in territorio russo, sarebbero quasi completamente circondate e sostanzialmente divise in due. Il Centro ucraino per contrastare la disinformazione, ha affermato che le unità russe stanno cercando di prendere il controllo di un’autostrada chiave.
New York Times
Secondo fonti citate dal New York Post tra 4.700 e 6.300 soldati ucraini sono circondati e le forze russe hanno offerto loro di arrendersi. I russi avrebbero chiuso l’accerchiamento delle forze ucraine nella regione di Sumy. Blogger ucraini scrivono su Telegram, «le nostre forze stanno riscontrando difficoltà nel consegnare munizioni e cibo. L’evacuazione dei feriti è diventata un processo pericoloso e lungo».
Secondo il blog militare DeepState, vicino all’esercito ucraino, si è verificata una ‘breccia’ nelle difese ucraine. Altri blogger ucraini sostengono che le truppe di Mosca hanno utilizzato il gasdotto chiuse verso l’Europa, il cui diametro è di 1,4 metri, per infiltrare truppe dietro le linee ucraine senza che venissero rilevate dai droni. La notizia dell’incursione russa è stata pubblicata inizialmente da Ukrainska Pravda.
Fonti russe
Secondo i blogger russi vi sarebbero state molte vittime ucraine per ‘fuoco amico’ quando centinaia di militari hanno cercato di sfondare l’accerchiamento e raggiungere il confine ucraino. Le stesse fonti riferivano che sarebbero 5.500 i soldati ucraini completamente circondati, circa 350 si erano arresi e circa 1.500 sono stati uccisi tra il 6 e l’8 marzo in combattimenti che hanno visto la distruzione di 50 mezzi corazzati di fabbricazione americana, turca e canadese.
La previsione dei blogger russi è che gli ucraini accerchiati cessino ogni resistenza entro l’11 marzo. Diverse fonti evidenziano le gravi difficoltà delle truppe di Kiev tra massicci attacchi russi e crollo delle vie di comunicazione.
Chi nega e chi conferma
Mentre il comando ucraino bolla come ‘false’ le notizie che i russi avrebbero sfondato il confine partendo dall’area del Kursk, secondo le fonti del ‘Telegraph’, l’Ucraina starebbe valutando di ritirarsi da Kursk per evitare ulteriori perdite. «La paura dell’accerchiamento è reale», ha dichiarato un sergente ucraino al quotidiano. La notizia è stata confermata anche da altre fonti.
Soldati ucraini hanno detto al Kyiv Independent che la Russia ha distrutto le loro linee di approvvigionamento per munizioni e cibo e che erano circondati. Una fonte nell’ufficio del presidente Zelensky ha detto al Time che le operazioni nella regione di Kursk sono state le più colpite dalla interruzione delle informazioni di intelligence dagli Stati Uniti.
Il ‘tradimento’ statunitense
Time scrive che la decisione degli Stati Uniti di sospendere il flusso di intelligence militare all’Ucraina ha favorito l’avanzata russa lungo una parte critica del fronte, soprattutto nel Kursk. «Ci sono centinaia di ucraini morti», ha detto un ufficiale al Time. «Il problema più grande è il morale”, ha aggiunto, poiché le forze armate dell’Ucraina combattono senza alcuni dei loro migliori sistemi d’arma. E questo non a causa degli attacchi russi ma della marcia indietro americana».
Altra lettura dei fatti, a Kursk i russi guadagnavano terreno da molti mesi e che una grande offensiva era stata prevista su questo e gli altri fronti con l’arrivo della primavera. Probabile che Mosca voglia riprendere il controllo dell’ultimo brandello di territorio nazionale in mano agli ucraini in caso di trattative.
Ritirata, sì, no, forse, e se sarà ancora possibile
Il New York Post, ha riferito che le forze armate ucraine potrebbero essere ritirate dalla regione di Kursk entro due settimane. La pubblicazione afferma che «l’incursione dell’Ucraina, durata sette mesi, nella regione russa di Kursk è sull’orlo del collasso dopo che oggi le truppe russe hanno sfondato la linea di difesa ucraina nei pressi di Sudzha».
Per l’emittente RBC-Ukraine al momento il comando ucraino non ha in programma di ritirare le truppe da lì. Al contrario si stanno prendendo misure per stabilizzare la situazione e si stanno pianificando contromisure. Le fonti hanno detto che «la situazione non è ancora catastrofica e le nostre truppe non sono attualmente circondate in quella zona».
Cronaca finale certa, i russi attaccano e avanzano in territorio ucraino in diverse aree della regione di Donetsk.
Fonte: Remocontro
Trackback dal tuo sito.