‘ndrangheta: Milano rito ordinario per Chiriaco e boss Neri
L’ex direttore della Asl di Pavia, Antonio Chiriaco, e il boss Pino Neri, si faranno processare col rito ordinario al maxi – processo relativo all’operazione ‘Infinito’, che, nel luglio scorso, ha portato in carcere oltre 170 persone nella sola Lombardia, sradicando le infiltrazioni delle cosche della ‘ndrangheta a Milano e nell’hinterland.
Scaduti i termini per presentare le richieste di riti alternativi, si delineano i quadri di chi chiedera’ il rito ordinario e chi no. Il maxi-processo per circa 130 imputati, tra cui anche il ‘capo dei capi’ Pasquale Zappia, si terra’ con rito abbreviato, mentre a processo ‘ordinario’, a porte aperte, andranno in 33, tra cui l’ex direttore della Asl di Pavia Antonio Chiriaco e il boss Pino Neri.
Il processo con rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena e che si svolge a porte chiuse, si terra’ davanti al gup Roberto Arnaldi, che dovra’ fissare la data di inizio. Tra i circa 130 imputati dell’abbreviato figurano quasi tutti i capi delle 15 ‘locali’ di ‘ndrangheta inviduate dalla Dda di Milano, guidata da Ilda Boccassini, a Milano e dintorni, piu’ i loro sodali.
Con riti alternativi saranno giudicati in 138, compresi una decina di patteggiamenti davanti al gip Fabio Antezza. In abbreviato andra’ anche Pasquale Zappia, che venne eletto a capo della ‘Provincia lombarda’, struttura di vertice della’ndrangheta, nel summit del 31 ottobre scorso nel centro ‘Falcone-Borsellino’ di Paderno Dugnano, nel Milanese. Prese il posto di Giuseppe ‘Pino’ Neri, che invece verra’ giudicato davanti all’ottava sezione penale del Tribunale di Milano il prossimo 11 maggio con altre 32 persone (pochi imputati andranno invece davanti ad altri tribunali del distretto), tra cui l’ex direttore della Asl di Pavia Chiriaco, l’avvocato Pietro Trivi,il carabiniere Michele Berlingieri e Ivano Perego della Perego General Contractor. Chiriaco, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e definito dagli investigatori “figura inquietante e paradigmatica” di amministratore pubblico in contatto con esponenti mafiosi, in un’intercettazione si vantava di essere un capo “della ‘ndrangheta a Pavia”. Perego, invece, avrebbe messo la sua impresa edile a disposizione delle cosche.
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