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Tre anni di indagini, 31 arresti per colpire ‘ndrine

Fonte: TMNews il . Calabria

Tre anni di indagini, e il Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro,
in collaborazione con il servizio centrale di investigazione sulla
criminalità organizzata di Roma e l’ausilio di uomini del comando
provinciale di Reggio Calabria, ha portato a termine l’operazione
denominata “Imelda” condotta nei confronti di una pericolosa ed
agguerrita organizzazione criminale, con base in Calabria e
ramificazioni in Lombardia e Germania specializzata nel traffico
internazionale di sostanze stupefacenti. L’importanza dell’operazione,
secondo quanto accertato – è testimoniata non soltanto dai rilevanti
carichi di cocaina ricondotti al sodalizio o dall’altrettanto rilevante
numero di pericolosi affiliati alla ‘ndrangheta assicurati alla
Giustizia, molti dei quali latitanti da diversi anni, ma soprattutto
dall’essere riuscita a colpire in tutti i suoi ranghi “operativi” ed
“organizzativi” una pericolosa Holding criminale di livello
internazionale. Un’alleanza strategica tra le cosche della Locride e
quelle della Piana di Gioia Tauro le quali, si sono tra loro coalizzate
per assicurarsi, da un lato, l’apertura di nuovi canali per
l’importazione, lo stoccaggio e lo smercio della cocaina proveniente dal
Sud America, dall’altro, la creazione, soprattutto in territorio
estero, di basi operative e logistiche per la copertura di soggetti
latitanti appartenenti alle medesime cosche. Gli uomini del Goa di
Catanzaro, hanno sviluppato la loro indagine seguendo contestualmente un
duplice binario investigativo: il primo, finalizzato alla
neutralizzazione del traffico internazionale di droga gestito
dall’organizzazione; il secondo, rivolto all’individuazione e alla
cattura di importanti esponenti del sodalizio che, sebbene in stato di
latitanza, continuavano a porre in essere i loro affari illeciti in
Italia e all’estero. Fin da subito, la leadership criminale di Antonio
Ascone, Bruno Pisano, Umberto Bellocco e Michele Ascone che, al vertice
della componente tirrenica dell’organizzazione, erano i promotori di un
traffico internazionale di sostanze stupefacenti che vedeva interessati
diversi paesi europei (Belgio, Germania ed Olanda) e con basi logistiche
anche nel Nord Italia. Ma, secondo le risultanze della Procura
distrettuale antimafia di Reggio Calabria, il vero reggente ed
intermediario di tutto era il noto trafficante internazionale di droga,
Bruno Pizza, arrestato di recente dopo una lunga latitanza, proprio in
Germania dal Gico della Guardia di Finanza in collaborazione con la
polizia tedesca. Concluse le indagini sulla componente “militare”
dell’organizzazione che, fra l’altro, hanno portato anche al sequestro
di armi (9 pistole, una mitraglietta, 5 silenziatori, 18 caricatori e
oltre 300 munizioni di vario calibro), i finanziari hanno condotto
indagini economico -finanziarie sui patrimoni illeciti accumulati dai
soggetti a capo dell’organizzazione. Così, su richiesta sempre della Dda
reggina, sono stati sequestrati beni per oltre 5 milioni di euro,
assestando un altro duro colpo alle ‘ndrine calabresi.

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