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La ‘ndrangheta del quinto continente

Di Anna Foti il . Calabria

‘Ndrangheta, dunque, sempre più ramificata e sempre più internazionale. Dopo l’operazione Crimine 2’ e ancora prima ‘Crimine’ dello scorso anno, dopo gli arresti e gli omicidi eccellenti degli ultimi anni, Milano si conferma la capitale di una Lombardia espugnata dalla ‘ndrangheta.  Ma non è finita a seguito dei duri colpi inferti al narcotraffico con ingenti operazioni tra cui si ricorda quella che nel 2008 portò a 207 arresti e al sequestro di 16 tonnellate di cocaina stoccata in Messico su rotte italiane, americane e guatemalteche, la ‘ndrangheta si conferma, altresì, tentacolare al punto da esportare i suoi traffici, i suoi modelli gerarchici e la sua influenza non solo al Nord Italia, in Germania, in Svizzera, ma anche in altro continente in Canada , in Messico, in Colombia e nell’altro emisfero, in Australia.

La conferma è giunta stamane con l’arresto dell’ex sindaco della città australiana di Stirling, originario di Vibo Valentia, Tony Vallelonga. Ma già la scorsa settimana era stata diffusa la notizia del rinvio a giudizio da parte di un tribunale di Melbourne, sempre in Australia, di Pasquale Barbaro, comparso davanti ai giudici dopo avere congedato i suoi legali. Presunto capo di un cartello internazionale della droga che avrebbe fatto arrivare nell’altro emisfero, dall’Italia nel giugno 2007, ecstasy per un valore di 264 milioni di euro nascosta in barattoli di pomodori e pelati, Pasquale Barbaro, 49 anni, è ritenuto esponente di spicco della ‘ndrangheta di Plati’ trapiantata decenni fa nel distretto rurale di Griffith, nel Nuovo Galles del Sud, in Australia sud orientale.

Era stato arrestato in un’operazione antidroga condotta dalla polizia australiana, dopo una lunga indagine in collaborazione con i colleghi italiani e dopo il sequestro di ecstasy piu’ grande mai compiuto al mondo. Sono sei i reati che sono contestati e  risalenti al 2007 e 2008. Dovrà comparire davanti al giudice il prossimo 15 marzo. Tra i reati, l’importazione e il traffico di una quantita’ commerciale di cocaina, associazione per delinquere finalizzata all’importazione di precursori chimici di droghe e riciclaggio di denaro pari a 5,4 milioni di euro. Barbaro era già stato incriminato, e poi scagionato, per una vasta piantagione di marijuana nella zona di Griffith.

In verità a spalancare le porte su questa conquista intercontinentale della malavita calabrese, erano state le rivelazioni nell’ottobre del 2008 del quotidiano di Melbourne “The Age”  circa il visto umanitario che l’allora ambasciatrice australiana in Italia, Amanda Vanstone, avrebbe concesso da ministro dell’Immigrazione di Canberra a Francesco Madafferi, quarantasettenne originario di Platì, narcotrafficante ed esponente della ‘ndrangheta. Sarebbero state cospicue elargizioni in denaro al partito conservatore della passata legislatura a spingere l’ex ministro Vanstone ad esercitare il suo potere speciale e a bloccare l’espulsione. Tutto ciò avveniva, infatti, nel 2005 quando le gravi condizioni di salute mentale poste a fondamento del visto umanitario ostacolavano l’estradizione di Madafferi, noto agli investigatori per l’appartenenza ad una famiglia dedita a ferimenti, omicidi ed estorsione, e continuavano a impedire l’espulsione disposta fin dal 2000 quando il precedente ministro Philip Ruddock aveva ravvisato il requisito della pericolosità sociale, attesi i presunti gravi crimini commessi in Italia.

Madaffari è stato arrestato solo nell’agosto del 2008, ben tre anni dopo la concessione del visto, in quanto componente dell’organizzazione che gestiva il più grande traffico di ecstasy del mondo – 15 milioni di pasticche e oltre 4 tonnellate nascoste in container trasportati su navi provenienti dall’Italia. Dunque i legami familiari con moglie e figli di cittadinanza australiana e lo stato di salute avevano “trattenuto” Francesco Madafferi in Australia, consentendogli di continuare a  condurre libero e indisturbato i suoi affari illeciti fino al momento dell’arresto. Non sono mancate le critiche mosse all’operato dell’ ambasciatrice australiana in Italia Vastone, da Alberto Cisterna della Direzione Nazionale Antimafia che ha ricordato le indagini condotte in Italia, quando Francesco Madafferi era già stato arrestato, e poi rilasciato, in relazione al sequestro in Aspromonte della figlia del sindaco di Oppido Mamertina nel 1986. Destinatario in Italia di misure di sorveglianza speciale, la pericolosità di Francesco Madafferi non era in discussione e dunque, prescindendo dalle condizioni di salute internazionalmente meritevoli di tutela anche in queste circostanze, egli avrebbe comunque dovuto essere posto nella condizioni di non coltivare contatti e di non nuocere. L’aspetto sconcertante riguarda l’operato del ministro Vanstone la cui valutazione non avrebbe allora tenuto conto di una serie di gravi circostanze attinenti la sicurezza, all’atto di concedere la White card per motivi umanitari senza disposizione speciale alcuna.

Intanto il blitz che ha scoperchiato la pentola nell’agosto 2008, mise a segno un altro duro colpo al narcotraffico, questa volta d’oltre emisfero, gestito dagli ‘ndranghetisti stazionati in Colombia. Confiscati, altresi’ nella stessa operazione, 30 milioni di euro e sequestrati 15 chili di cocaina e di ecstasy per 265 milioni di euro. Ventuno arresti, tra cui Francesco Barbaro, originario di Platì e tra gli uomini più ricchi di Griffith nel nuovo Galles del Sud, in questi giorni rinviato a giudizio. Il cartello guidato dai Barbaro sarebbe la prova di una collaborazione fruttuosa delle cosche calabresi in Australia e la ‘ndrangheta in Colombia.

Ma che la storia parta da lontano, non vi è dubbio. Parte anche da quando l’alluvione colpisce l’Aspromonte, distrugge case e vite e induce ad una folta emigrazione. Siamo nel 1951 e una della mete è proprio l’Australia divenuta nel tempo terreno di conquista in cui investire i soldi estorti con i sequestri, acquistando terreni e coltivando marijuana. La strategia è sempre la medesima. quella dell’eliminazione del nemico che è di intralcio come il deputato Donald Mackey, il cui corpo non fu mai trovato, e del vicecapo della polizia federale Colin Winchester. E la storia si ripete. Ovunque.
 
 

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