E’ stato assegnato al liceo scientifico Enrico Fermi di Ragusa il premio giornalistico “Mauro Rostagno” 2011. La giornata conclusiva del percorso dedicato alla memoria del sociologo – giornalista ucciso dalla mafia nel 1988 si è svolta stamani al teatro Alhambra a Calatafimi Segesta e ha coinvolto circa 600 ragazzi delle scuole superiori delle province di Trapani, Palermo e Ragusa. Come si legge nella motivazione della giuria di giornalisti presieduta da Roberto Morrione, presidente della Fondazione Libera informazione**, il liceo ha avuto il merito di aver “posto il problema di come contrastare la mafia e gli interessi che la circondano, attraverso la realizzazione di una rete che, utilizzando internet, colleghi giovani, volontari, associazioni per una più incisiva azione sociale, culturale e civile”.
“Siamo felici di avere partecipato a questa manifestazione, ma sono offesa per quanto detto dal presidente del Consiglio, che ha pronunciato parole contrarie alla scuola pubblica, ma il cambiamento oggi sta nelle scuole, in chi crede nei ragazzi ed in iniziative come queste”, ha detto Concetta Petrolito, insegnante referente del progetto nel liceo scientifico Enrico Fermi, che si è aggiudicato il primo premio. Gli studenti avranno la possibilità di visitare un’emittente locale. Il secondo posto è andato all’Istituto professionale ‘Bufalinò di Trapani, terza l’Ipsia di Mazara Del Vallo, quarto l’Istituto tecnico per geometri ‘Accardì di Petrosino, mentre il quinto posto è andato al liceo socio psico-pedagogico ‘Almanzà di Pantelleria. Il premio nasce da un’idea del presidio di Libera a Calatafimi Segesta e vede la collaborazione dell’associazione Libera e della Fondazione Libera informazione.
Il percorso ha coinvolto quasi mille ragazzi che hanno studiato e approfondito i vari aspetti che caratterizzano in Sicilia l’informazione, i sistemi editoriali e i nuovi media nel racconto di mafie e antimafie. I cinque finalisti hanno potuto oggi realizzare una intervista a più voci a Nando Dalla Chiesa – “Oggi ci sono larghissime zone d’ombra nelle istituzioni – ha detto il figlio del generale Carlo Alberto, ucciso con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo la sera del 3 settembre 1982, a Palermo – e chi si schiera sinceramente contro la mafia è oggetto di campagne di delegittimazione, nonostante i riflettori siano accesi più a lungo rispetto al passato”.
Un saluto dalla platea è arrivato anche da Salvo Vitale che ha ricordato l’esempio di Peppino Impastato, mentre Maddalena Rostagno, figlia di Mauro, ha inviato un videomessaggio ai ragazzi. “È importante raggiungere la verità processuale in aula – ha detto Maddalena Rostagno – ma anche continuare a ricordare. Mio padre aveva scelto Trapani e la Sicilia come propria terra, decidendo di sacrificarsi per dare ai giovani la possibilità di scegliere il proprio futuro”.
** I lavori e le interviste di oggi sono stati esaminati da una commissione di giornalisti presieduta da Roberto Morrione, presidente di Libera informazione e dai colleghi, Nino Amadore del Sole24Ore, Antonella Lombardi, collaboratrice del portale Ansa Legalità, Elena Fava, presidente della Fondazione “Giuseppe Fava” e Rino Giacalone, giornalista de “La Sicilia”.