“Scusa e i mafiosi?”
Questo numero dei “Siciliani” è un numero a prima vista un po’ strano. “Ma come, tutti ‘sti articoli e non ce n’è uno che parli proprio di mafia! Che Siciliani è, allora?”.
Beh, di mafia anche qui ce n’è, eccome. Non solo per i mafiosi (ma anche trafficanti, complici, poliziotti corrotti e compagnia bella) che compaiono nella storia della ragazza migrante, ma anche e soprattutto nel sfondo, clima generale. Il grigiore, la vita grama, la piccola prepotenza, l’illibertà.
La mafia – ci ha insegnato Pippo Fava – non è la criminalità, l’eccezione, ma il modello di potere e di vita: il sistema mafioso. Che affoga ogni singola creatura, ogni singola anima di questo paese: ma più di tutti, le donne.
La mafia è un dolore sociale, e l’antimafia è dunque antimafia sociale.
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Qua, in queste pagine, l’antimafia c’è, eccome. Non solo per quel che leggete. Ma per come sono state scritte, per chi le ha scritte, per dove e perché sono state scritte. Perche questi sono i primi articoli delle nuove reclute dei “Sicilia-ni”. Nuovi esseri umani che, nella loro vita, decidono di starci insieme, in questa strana storia che tante lotte e speranze ha unito e qui, in queste poveri fogli, vive ancora. Vedendole lavorare – sono tutte ragazze – e sentendole raccontare, con i loro linguaggi, le loro cose, riconosciamo storie e cose nostre. Il nostro modo di sentire e di vivere, di noi che fummo giovani quando la vecchia prepotenza regnava e allora noi… ma sapete la storia.
Loro, queste creature giovani, la stanno imparando adesso.
Più mafia e antimafia di così, che volete? Qua, siete fra i “Siciliani” Non perché c’è scritto qua sopra, ma perché tutte e tutti, qua dentro, siamo proprio così.
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In questo numero:
Miriana Cantarella La libbertà pag.2
Roberta Finoicchiaro La baronessa pag.2
Cleziana Iacona Il viaggio di Lou pag.3
Daniela Florio Aspettative pag.4
e inoltre
Elena Brancati, Cettina Centamore, Graziella Proto, Giovanna Quasimodo, Eliana Rasera e Giusi Spampinato della redazione dei Siciliani di Giuseppe Fava
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