No Muos a Niscemi, la querelle anche su Wikileaks
Divampa la polemica a Niscemi sulla base radar statunitense Muos. Il Comune, in provincia di Caltanissetta, infatti, è stato individuato dal Dipartimento della Difesa americano come sede per l’installazione di un nuovo sistema di comunicazione satellitare globale militare. Il Muos (Mobile User Objective System), per l’appunto, che dovrebbe sostituire l’attuale base radar in contrada Ulmo, a pochi chilometri dal centro abitato, nei pressi della riserva naturale. Una situazione che ai cittadini di Niscemi non piace affatto, soprattutto per la mancanza di informazioni relative ai rischi per la salute che il Muos potrebbe provocare.
Informazioni che, nonostante le rassicurazioni governative, non possono essere facilmente comprovate perchè il sistema radar, laddove è presente, è installato in zone disabitate. Da un lato quindi i cittadini organizzati in combattivi comitati, seguiti dall’amministrazione comunale e da un coordinamento dei sindaci della zona. Dall’altro lato gli americani, appoggiati dal Governo italiano e dalla Regione Siciliana. Posizioni differenti che si scontrano. Venerdì scorso è stato il governatore dell’Isola, Raffaele Lombardo, a cercare di rassicurare gli animi, intervenendo in un Consiglio comunale appositamente convocato.
Lombardo, coadiuvato da esperti e tecnici dell’Arpa, ha escluso possibilità di seri rischi per la salute. «Vorremmo tranquillizzare i cittadini sulla presenza dell’antenna statunitense- ha spiegato – perché da come espresso dai tecnici in materia fa meno male rispetto a quelle 47 antenne che insistono già nel territorio». «Potremmo inoltre chiedere – ha aggiunto Lombardo – che vengano fatti degli interventi all’interno del territorio. Ad esempio l’istituzione di Zone Franche Urbane, una struttura ecocompatibile all’interno della riserva e controllata da guardie a cavallo, nonché una informatizzazione più accentuata, impiantare un sistema di monitoraggio in grado di visualizzare il superamento della soglia consentita e, qualora venisse superata, ci impegneremo per togliere».
Di tutt’altro parere il Sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino: «Fino a quando non ci saranno prove certe la posizione assunta da me e dalla mia città rimarrà invariata». «La nostra contrarietà al Muos – aggiunge Di Martino – che ci ha visti promotori e protagonisti delle battaglie, non è stata mai basata su pregiudizi ideologici o su argomentazioni strumentali, ma sul fondato timore che il nuovo impianto avrebbe aggravato il livello delle emissioni delle onde elettromagnetiche, mettendo a rischio la salute dei propri concittadini e l’equilibrio ambientale all’interno di un ecosistema protetto».
«La nostra posizione è sempre la stessa – conclude – e non cambierà se non ci saranno rassicurazioni precise e provenienti da fonti diverse. Chiederemo agli stessi comitati nati fino ad ora contro il Muos di individuare degli esperti da consultare». Della resistenza della città di Niscemi contro l’installazione delle antenne Muos se ne parla anche nei files di Wikileaks. In un cablogramma del 15 giugno 2009 J. Patick Thruhn, Console generale a Napoli, ne fa uno specifico riferimento.
All’installazione del Muos a Niscemi, scrive: «Si oppone un gruppo di sindaci locali, che hanno usato con successo i media locali per veicolare congetture – non supportate neanche dagli scienziati coinvolti dagli sindaci come esperti – che l’installazione pone gravi rischi ambientali alla salute della popolazione locale (Nota: U.S. Navy studies, validata dal Ministero della difesa italiano, che evidenziano come le emissioni elettromagnetiche delle antenne sono al di sotto dei limiti italiani e della Ue. Fine Nota)».
La “granitica” certezza americana è confermata dal Segretario della Difesa Robert Gates. Dagli ultimi files resi noti da Wikileaks e diffusi in esclusiva dal settimanale l’Espresso, Gates sollecita La Russa e Letta garantendo che: «L’antenna non provocherà danni alla salute». L’assoluta certezza del Dipartimento della Difesa statunitense lascia, tuttavia, adito a dubbi. Gli stessi studi portati a riprova del progetto Muos sono stati realizzati dalla Marina militare Usa e possono apparire imparziali. Resta, infine, aperto un quesito non secondario: perchè è stata scelto Niscemi e non, come negli altri casi, una zona disabitata dove installare il Muos?
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