Lettera aperta degli editori di Sud
A seguito della pubblicazione in data odierna sul vostro sito dell’articolo “Minacce mafiose ed intimidazioni al giornalista Antonio Condorelli” e “Condorelli, i suoi scoop e il suo allontanamento da SUD” a firma Roberto Rossi, contenenti una ricostruzione totalmente falsa di fatti che attengono la nostra dignità e immagine, chiediamo, ai sensi dell’art. 8 Legge 47 del 1948 e successive modificazioni, la pubblicazione della seguente Lettera Aperta, riservandoci ogni ulteriore azione. Chiediamo inoltre cortesemente di inoltrare copia della presente a Luigi Ciotti, firmatario di un appello in merito.
L’interruzione della collaborazione tra SUD e Antonio Condorelli merita alcune precisazioni, anche per evitare che il coinvolgimento di ignari quanto autorevoli interlocutori arrechi danno al loro stesso prestigio, personalità e associazioni che servono impegno e valori troppo alti per essere strumentalizzati da chicchessia. Comprendiamo il desiderio di Antonio Condorelli di accreditarsi come martire della Libera Informazione, ma le cose purtroppo non stanno così. Premettiamo subito che in merito alle minacce subite non solo abbiamo espresso, e confermiamo, la massima solidarietà ad Antonio Condorelli, ma ne siamo oggetto quotidiano noi stessi e, in quanto editori, condividiamo tutti i rischi, se non di più, di chi gli articoli li scrive.
Infatti siamo stati noi stessi, appena appreso da Condorelli di minacce riferite, ad informare, attraverso i nostri legali, le autorità competenti ed a sollecitare, come risulterà dai relativi verbali, per egli la tutela necessaria, rinunciando alla nostra.
Siamo ancora in attesa di conoscere gli esiti dell’indagine della Procura di Catania, aperta a seguito di nostra segnalazione. Su questi temi non ammettiamo superficialità o allusioni. Ricordiamo che di SUD siamo gli editori e tutti gli articoli pubblicati hanno avuto la nostra piena condivisione. Così come continueremo ad offrire spazio ad Antonio Condorelli qualora trovasse difficoltà a pubblicare le sue inchieste. Nessun IP del signor Condorelli è mai stato bloccato per impedirgli commenti, come da lui sostenuto nelle numerose interviste propalate, e anche questo sarà facilmente dimostrabile.
Noi chiedevamo, e pretenderemo dalla prossima direzione, di investigare a 360 gradi sull’intero sistema di potere, senza riverenze per nessuno, e invece ci è parso, e siamo pronti a dimostrarlo, che il direttore abbia posto sotto tutela alcuni personaggi al centro di gravissime indagini. In ogni caso, il fatto che numerosi lettori percepissero come parziale la nostra informazione, basta e avanza per contestarne la linea! In ultimo, ma solo in ordine di tempo e non certo per importanza, apprendevamo pochi giorni addietro che il direttore di una testata con editori dichiaratamente liberali è stato di recente non un semplice militante, ma il Segretario Nazionale di un movimento di stampo neofascista e antisemita che indulgeva in “saluti romani” rivolgendosi ai suoi “camerati” con la “fiamma nel cuore” e che di tale fatto non si è ritenuto informarci, esponendo la testata alla possibilità di fondate obiezioni da parte di quanti potevano dichiararsi oggetto di attacchi strumentali in forza della fede ideologica del Condorelli. L’abbiamo ritenuto un rischio non sopportabile, oltre che una insormontabile violazione della fiducia.
Si sarà liberi o no di scegliere i propri collaboratori se non in virtù di una piena condivisione ideale, quantomeno evitando la più radicale incompatibilità?
Non basta tutto questo per interrompere una collaborazione senza che si tenti di accreditare inesistenti martiri, coinvolgendo ignari e forse un po’ superficiali sostenitori?
Se per chi raccoglie firme o scrive articoli frettolosi e tendenziosi, la pregiudiziale antifascista è superabile o comunque non sufficiente ad interrompere un rapporto così delicato come quello tra editore e direzione, è un segno dei tempi che non intendiamo accogliere. Avremmo potuto anche consentire l’insorgenza di improbabili eroi, ma l’amore per la verità ed il fastidio nel veder citati a sproposito martiri veri che hanno allagato con il loro sangue le nostre coscienze, non ce lo consente.
Cordialmente
Pierluigi Di Rosa
Alessandro Basile
Editori SUD e SUDPRESS.IT
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