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Bologna reagisce ai fascisti, nel solco della democrazia

Loris Mazzetti il . Costituzione, Criminalità, Diritti, Emilia-Romagna, Giustizia, Memoria, Politica

Il 27 novembre si è svolto a Bologna il presidio antifascista e democratico in memoria delle 85 vittime della strage alla stazione del capoluogo emiliano, in risposta allo sfregio della marcia fascista di CasaPound e della Rete dei Patrioti.

Il presidio è stato promosso dall’Associazione famigliari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, a cui hanno aderito i tre sindacati e numerose associazioni tra queste anche Articolo 21.

Nella sala d’aspetto della stazione, piena di persone, nonostante il giorno feriale, dopo il minuto di silenzio alle ore 10.25, l’orario che ricorda lo scoppio della bomba, davanti alla lapide con i nomi delle 85 vittime è stata posata una corona di fiori con la scritta “noi non dimentichiamo”.

Sono seguiti gli interventi della presidente dell’Anpi Anna Cocchi, del presidente dei famigliari delle vittime della strage di Piazza della Loggia – Brescia Manlio Milani, del sindaco di Bologna Matteo Lepore, del presidente dei famigliari delle vittime della strage della stazione Paolo Bolognesi, mentre Federico Sinicato, presidente dei famigliari delle vittime di Piazza Fontana – Milano, ha mandato un messaggio.

Il 9 novembre scorso 300 camicie nere hanno marciato per le strade del centro di Bologna con canti fascisti e passo dell’oca. Il governo di destra destra, presieduto da Giorgia Meloni ne ha minimizzato il significato, quello di insultare la città medaglia d’oro al valor militare e i suoi cittadini, con un obiettivo preciso di annullare la storia distruggendo la memoria di ciò che è accaduto il 2 agosto 1980, come sta scritto in tutte le sentenze: la strage è fascista, la bomba è stata messa dai neri dei Nuclei Armati Rivoluzionari Mambro, Fioravanti, Ciavardini, Cavallini e da Bellini di Avanguardia Nazionale.

Ci sono domande che non hanno ancora una risposta: “Chi ha dato l’autorizzazione per far svolgere la manifestazione dei 300 fascisti in una piazza vicino alla stazione? Perché il sindaco di Bologna è stato avvisato solo alla vigilia? Perché non è stata rispettata la decisione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza di fare la manifestazione lontana dal centro della città? Perché la polizia ha eseguito l’ordine di abbassare gli scudi urlato da alcuni fascisti di CasaPound?”

Nel suo intervento il presidente Bolognesi ha promesso che “le rivendicazioni di oggi saranno al centro delle prossime commemorazioni”, concludendo con una grande verità: il tentativo dei 300 fascisti di arrivare alla stazione dimostra che “l’assassino torna sempre sul luogo del delitto”.

Fonte: Articolo 21

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Bologna reagisce alle sfilate fasciste. Il 27 novembre in piazza su input dei familiari delle vittime delle stragi nere

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