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Librino, oltre la periferia

Di Norma Ferrara il . Sicilia

U n quartiere rimasto al buio per mesi, un posto dimenticato dalle istituzioni per anni, Questo era il quartiere Librino nella città di Catania sino a qualche anno fa: per tutti un posto dal quale tenersi alla larga, un quartiere “ghetto” con dentro delinquenza, spaccio, mafie e disagio sociale. Per molti il luogo degli “invisibili”. Poi lentamente qualcosa è cambiato e anche Librino ha avuto una voce capace di raccontare “l’altra Librino”.

Nel 2008 dopo dieci anni di volontariato scout nel quartiere, alcuni ragazzi decisero di fondare il mensile “La Periferica” e un’associazione “Oltre la Periferica” che editò il giornale e un sito web. Strumenti d’informazione che sono diventati luogo di parte cipazione a Catania nei quartieri di Librino, Pigno, Zia Lisa, San Giorgio, Villaggio Sant’Agata. Il mensile è diretto dal giornalista de “I Siciliani”, Riccardo Orioles e animato da una redazione di giovani volontari.

«Librino è il quartiere nel quale risiedono buona parte dei giovani e bambini catanesi, coloro che domani, da cittadini e genitori, dovranno portare avanti questa città vivendola e partecipando attivamente alla sua crescita – dichiara Massimiliano Nicosia, direttore editoriale del free press, eppure Librino è il quartiere catanese con il più alto tasso di dispersione scolastica; è il quartiere con il più alto numero di minori ospitati nel centro di prima accoglienza di Catania ».

Il primo numero de “La Periferica” dopo una pausa forzata di cinque mesi (difficoltà economiche) è ritornato nei quartieri nel novembre scorso e ha dovuto raccontare di un istituto superiore che chiude i battenti. Troppe le promesse fatte a parole in questi anni raccon tano sul giornale – e poche quelle e poche quelle portate a termine dalla politica che qui, troppo spesso, si spinge solo per raccogliere i voti durante le elezioni. «Da anni è Librino a decidere in larga misura chi vincerà e chi perderà le elezioni locali – continua Nicosia.

Il nostro dovere è anche quello di impegnarci direttamente per il cambiamento di Librino perché – come ha detto don Sapienza, parroco a Zia Lisa, in un recente convegno: «occorre un nuovo modello di democrazia deliberativa secondo cui i cittadini non danno più deleghe in bianco ai politici restando poi a guardare, ma è necessario che tutti i cittadini partecipino attivamente alla vita della città contribuendo alle sue decisioni».

Poi le buone notizie che arrivano dal quartiere degli “invisibili”: tre anni fa il gruppo scout 18 di Catania si era fermato, il 5 dicembre scorso è tornato con tanto di fazzolettone biancogiallo, riportando lo “scautismo” in attività a Librino.

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