Similfascismo. Le frasi di ieri e di oggi contro la libertà di stampa nella riunione di Articolo 21
Tutto sotto controllo durante il regime fascista, in specie sui giornali.
Come ricordato – nella tradizionale riunione di Articolo 21 del lunedì mattina – dalla professoressa Elisa Signori Rocchelli fu portato a compimento in quegli anni “un’operazione terribile di costruzione della macchina del controllo dell’opinione pubblica”.
E ancora: “Gaetano Salvemini riuscì a documentare una macchina di manipolazione con gli ordini alla stampa, ossia le veline diramate ai direttori, con imposizioni sulla modalità, i commenti, i caratteri tipografici, le foto sulle quali Benito Mussolini aveva un vero e proprio tic. Ciò fu rivelato da Gaetano Salvemini”.
Spedizioni squadristiche contro la stampa libera, repressione per via ammnistrativa, pressioni sugli assetti societari e infine la legislazione che impone l’informazione unica.
“Un processo andato avanti a piccoli passi e perciò rese il bavaglio definitivo sulla stampa meno percepibile. – ha detto Elisa Signori – La svolta nel 1926 con il bavaglio giudiziario avvenuto con l’istituzione di un Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato, un tribunale in mano alla milizia. Così avviene la soppressione della libertà di stampa in Italia. Sempre Salvemini nel 1925 scrisse: chi non ha mai sperimentato il regime non sa quali sono gli effetti dell’assenza di libertà di stampa”.
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