Gazzetta del Mezzogiorno: «Edime ritiri i licenziamenti e la smetta di minacciare i giornalisti»
La società che pubblica il quotidiano vuole tagliare 29 giornalisti e 23 poligrafici. L’annuncio via mail, alla vigilia di un tavolo di crisi con le Regioni. Un «comportamento inaccettabile» da parte di un’azienda che riceve «robusti contributi» pubblici. «Cosa ne pensa il sottosegretario all’editoria Alberto Barachini?», rilevano Fnsi e Associazioni di Stampa di Puglia e Basilicata.
Licenziamenti alla Gazzetta del Mezzogiorno. Edime, la società di proprietà degli imprenditori Antonio Albanese e Vito Miccolis, che pubblica il quotidiano, ha infatti avviato una procedura di licenziamento collettivo che ha come obiettivo il taglio di 29 giornalisti e di 23 poligrafici. Una decisione comunicata via mail ai sindacati nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 16 ottobre 2024, alla vigilia di un tavolo di crisi convocato dalla Regione Puglia, tavolo che avrebbe dovuto trovare soluzioni alla crisi del giornale che va avanti da anni.
«Invece, la proprietà ha deciso di continuare unilateralmente sulla strada dei licenziamenti, dopo che un anno fa furono scongiurati grazie proprio all’impegno del sindacato che firmò un accordo sulla cassa integrazione per una parte della redazione», denunciano in una nota congiunta Federazione nazionale Stampa italiana, Associazione della Stampa di Puglia e Associazione della Stampa di Basilicata.
«Come sindacato – incalzano – riteniamo inaccettabile questo comportamento da parte dell’azienda che ha di fatto cancellato l’utilità del tavolo regionale, infischiandosene quindi della disponibilità al confronto offerta dalle Regioni (erano presenti anche i rappresentanti della Basilicata) e dal sindacato. Ricordiamo inoltre che Edime riceve robusti contributi pubblici per sostenere la propria attività e che quindi prima di mettere in atto azioni così traumatiche dovrebbe cercare soluzioni alternative: cosa ne pensa il sottosegretario all’editoria Alberto Barachini?».
Il sindacato «non si sottrarrà al confronto ai tavoli aziendali e istituzionali, rimarcando le mancanze dell’azienda, in particolare di un piano di rilancio vero per un quotidiano radicato in regioni importanti come Puglia e Basilicata, e chiede il ritiro immediato dei licenziamenti, perché – concludono Fnsi e Associazioni di Stampa – non si tratta sotto minaccia».
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