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Cantone: «Non lasciare solo chi denuncia»

Di Antonio Maria Mira* il . Campania

«Non mi stupisce. Ho già visto da anni pezzi di società civile, delle istituzioni, soprattutto a livello locale, che invece di essere vicini agli imprenditori coraggiosi, sono in un modo o nell’altro contro. Il vero problema della nostra terra è la zona grigia in parte connivente e convivente con la camorra». Così commenta Raffaele Cantone, oggi magistrato di Cassazione ma a lungo alla Dda di Napoli. Originario di Giugliano, dove ancora vive, è stato tra i protagonisti di alcune delle principali inchieste contro i clan del Casertano.

Ed è stato proprio lui a raccogliere la denuncia di Antonio Picascia e ad arrestare i suoi estorsori. Ricorda quindi bene quel personaggio, l’ingegnere, tipico esponente della zona grigia, alla quale ha dedicato parte del suo ultimo libro “I Gattopardi”. Ma ora è preoccupato di quanto sta accadendo a Picascia. «È fondamentale non lasciare soli chi denuncia. Però non se ne può fare carico solo lo Stato. Ma anche le associazioni. Anche per interloquire meglio con le istituzioni. Non si chiedono atti di coraggio ma solo di sostenerlo».

Per questo è importante la nascita di un’associazione a Castel Volturno. «È un buon segnale di ripresa di fiducia nei confronti dello Stato. Perché il problema nella nostra terra non sono solo omertà e paura ma anche la scarsa fiducia nello Stato». Insomma il gioco di squadra imprenditori-società civile-istituzioni è fondamentale. «Sono segni positivi di impegno sociale e di fiducia. Le persone sanno di non essere più sole».

* L’Avvenire

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