La valanga di Donald
In tanti abbiamo riso quando Donald Trump, nel corso del confronto televisivo con Kamala Harris, ha denunciato che immigrati haitiani di Springfield rubavano e mangiavano gli animali da compagnia.
Si trattava di una fake-news senza fondamento. Non esiste alcuna denuncia nei posti di polizia di Springfield e nessun abitante si è mai lamentato del furto del proprio gattino. Ebbene noi ridiamo ma gli haitiani piangono. Alla condizione infernale che si vive in Haiti si aggiungono ora le minacce scatenate da quella “incauta” affermazione del candidato alla presidenza.
Nella città che conta 60.000 abitanti sono giunti gli agenti speciali che ogni mattina si schierano a protezione delle 17 scuole cittadine. Tutte hanno ricevuto gravi minacce.
Le due università hanno preferito attivare le lezioni da remoto per evitare guai, due ospedali sono sorvegliati speciali in quanto destinatari anch’essi di minacce di assalti e il festival culturale programmato per la settimana prossima è stato annullato. Gli haitiani hanno paura a farsi vedere per strada e i social ribollono di insulti d’ogni genere.
Insomma sono bastate poche parole senza alcun fondamento pronunciate dal candidato presidente per rendere la vita impossibile a una comunità pacifica. Le parole possono essere valanghe. Di fango e di violenza.
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