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La cricca siciliana

Di Francesco Ruta e Giorgio Ruta il . Sicilia

Un’altra mannaia giudiziaria si abbatte sull’ex amministrazione Torchi. La Tenenza della Guardia di Finanza di Modica, delegata dal procuratore capo di Modica, Francesco Puleio, ha indagato su alcune determine dirigenziali della passata amministrazione. A seguito di ciò, il procuratore ha contestato a 17 soggetti il reato di abuso d’ufficio continuato. Gli indagati sono l’ex sindaco di Modica, Piero Torchi, il fratello dell’ex parlamentare Peppe Drago, Carmelo, ai tempi assessore al bilancio e al personale; l’ex segretario generale, Carmelo Colombo e 14 dirigenti: Giuseppe Castagnetta; Ignazio Cavallo; Miriam Dell’Ali; Carmelo Denaro; Stefano Indelicato; Giorgio Muriana Triberio; Maria Nero; Francesco Paolino; Giuseppe Patti; Anita Portelli; Valerio Ragusa; Salvatore Roccasalva; Angelo Sammito; Vincenzo Terranova.

Secondo la Procura gli indagati avrebbero commesso il reato nel periodo compreso tra il 2006 e il 2008, e in particolar modo nell’arco di tempo concomitante con la tornata elettorale dell’aprile 2007. Gli inquirenti hanno verificato, nel corso delle indagini, che numerosi incarichi venivano indebitamente assegnati al personale dipendente mediante emissione di determine dirigenziali a firma dei responsabili di settore senza rispettare le procedure previste. L’ipotesi che sembra esser stata lanciata è quella di un sistema clientelare spicciolo all’interno del comune: la classe politica promuoveva e gli impiegati beneficiari votavano a chi di dovere. Il dato allarmante è che ad essere coinvolta nell’inchiesta, anche nel ruolo di beneficiario, è mezza Modica. Il clientelismo dilaga. Ad essere promossi senza la procedura prescritta sono numerosi dipendenti di svariati settori. Il caso più interessante è quello dei vigili urbani. Gli agenti, nella quasi totalità, hanno ricevuto incarichi con mansioni superiori alle loro normali possibilità ricevendo un notevole beneficio da tale azione. Ma ad esser coinvolti sono tutti i settori: dall’ufficio stampa all’ufficio del Sindaco.  

L’indagine partì  da un’ispezione al Comune di un funzionario Ministeriale. Quest’ultimo in una corposa relazione contestava comportamenti illegittimi all’amministrazione Torchi. Da qui le indagini e la successiva apertura dell’inchiesta, resa nota in questi giorni.  Piero Torchi e Carmelo Drago non l’hanno presa bene. Infatti, i due hanno dato mandato di procedere contro il colonnello della Finanza, Francesco Fallica, colpevole – a loro dire – di averli diffamati nel comunicato stampa che annunciava l’inchiesta. Oggetto dell’azione legale è la frase “sistema truffaldino” usata dalla Finanza per definire il sistema probabilmente messo in atto all’interno dell’ex amministrazione. Insomma, ci si arrampica sugli specchi.  A stupire è pure lo stretto collegamento con altre inchiesta: una vera e propria “cricca”. Piero Torchi e Carmelo Drago risultano infatti iscritti nel registro degli indagati nell’inchiesta “Modica bene”. Oltre a loro la Procura di Modica sta facendo luce, nello stesso procedimento, su Peppe Drago, Giancarlo Floriddia, Giorgio Aprile, Nzuliddu Pitino, Marcello Sarta, Gabriele Giannone e altri 11 soggetti. Il Procuratore Puleio li accusa di riciclaggio, concussione, abuso d’ufficio e associazione a delinquere.  Secondo l’accusa sarebbe stato messo in atto un sistema secondo il quale grazie a ingenti somme di danaro pagate da imprenditori, sarebbero stati pilotati i meccanismi di assegnazione degli appalti e inoltre, in cambio della rinuncia a una parte dei crediti vantati verso il Comune di Modica, che era in stato di dissesto finanziario, alcuni imprenditori e professionisti avrebbero ottenuto una corsia preferenziale nel percepire le spettanze.

I reati contestati sarebbero stati commessi a Modica dall’ottobre del 2003 al settembre 2007. Il capo e organizzatore – secondo l’accusa – era l’On. Peppe Drago che aveva anche l’importante ruolo di “procacciatore” di tangenti.  Tra i numeri dell’inchiesta saltano agli occhi due imprese. La prima fu profeticamente svelata in un comizio di alcuni anni fa dal deputato regionale Mpa Riccardo Minardo. Il politico parlò di una certa società di Peppe Drago con sede in Via Pantheon a Roma e disse di sapere molto sugli oscuri affari che si celavano dietro questa.  E dall’inchiesta “Modica bene” sbuca fuori una società precedentemente domiciliata in Via Pantheon, attualmente in Piazza Campo dei Fiori, 8, a Roma. La società è la Immobil D s.r.l. e i gli unici due soci sono Peppe Drago e Carmelo Drago. Quest’ultimo possiede una quota di 100 euro, mentre il fratello maggiore i restanti 9.900 euro di capitale sociale. La società – secondo l’accusa – sarebbe stata utilizzata per riciclare il denaro proveniente dalle tangenti. L’immobil D sembra non avere una notevole attività tant’è che chiude il bilancio di esercizio del 2007 con una irrisoria perdita di 997 euro e un giro di affari scarno. Secondo Puleio dalla Immobil D sono passate cifre considerevoli pari a 5.106.000,61 euro. La società è sorta con l’unico scopo di riciclare? L’altra società che salta all’occhio è la Ideamente di Marcello Sarta e Gabriele Giannone.

La ditta ha curato vari servizi di comunicazione per il comune di Modica negli anni della giunta Torchi. Da ricordare la copertura della facciata del palazzo delle poste in Corso Umberto I. Secondo l’accusa Gabriele Giannone, attualmente addetto stampa del vicepresidente del consiglio provinciale, Sebastiano Failla, avrebbe percepito illegalmente 3.050.996,06 e li avrebbe riciclati, in parte, tramite la Ideamente, con il probabile consenso di Marcello Sarta. Il presunto sistema messo in atto dai protagonisti di questa vicenda ha creato un giro d’affari pari a 14 milioni di euro. Una girandola di assegni e contanti che forse non è tutta proveniente dalle tangenti.

Infatti, possiamo svelarvi in esclusiva la presenza di un’indagine della Procura di Ragusa che starebbe facendo luce su un giro di gioco d’azzardo che coinvolgerebbe alcuni personaggi imputati nell’inchiesta “Modica bene”. Secondo alcune ipotesi investigative taluni assegni al centro dell’indagine modicana proverrebbero dal gioco d’azzardo. Sotto torchio anche alcuni viaggi in Romania, a Bucarest, sede di grossi casinò. Se le voci provenienti da Ragusa si rivelassero vere potrebbe ritenersi che parte delle somme sottolineate dalla Procura di Modica siano somme fruttate dal gioco d’azzardo, da debiti e prestiti tra giocatori.

La storia si ingarbuglia ma la cricca ci regalerà ancora tanti colpi di scena. Possiamo giurarci.

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