Processo Cuffaro, chiesta improcedibilità per ‘ne bis in idem’
La dichiarazione di non doversi procedere nei confronti dell’ex presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e’ stata chiesta dai difensori al termine delle arringhe che si sono concluse pochi minuti fa davanti al gup del Tribunale Vittorio Anania. Gli avvocati Nino Caleca, Oreste Dominioni, Nino Mormino e Marcello Montalbano hanno ribadito al gup la richiesta fatta gia’ alla prima udienza del processo che si svolge con il rito abbreviato.
Secondo la difesa Cuffaro non doveva essere processato con l’abbreviato perche’ gia’ sotto processo per “le stesse imputazioni” nel dibattimento delle cosiddette ‘talpe’ della Procura di Palermo. In appello Cuffaro era stato condannato a 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. E il prossimo 21 gennaio la Corte di Cassazione decidera’ le sorti dell’ex governatore siciliano e oggi senatore.
I legali di Cuffaro, nel caso in cui il gup non accogliesse l’eccezione del ‘ne bis in idem’, hanno chiesto l’assoluzione del politico perche’ il fatto non sussiste o non costituisce reato. La Procura di Palermo, lo scorso giungo, aveva invece chiesto la condanna a dieci anni di carcere per Cuffaro. Il processo e’ stato rinviato al prossimo 3 febbraio per le repliche dell’accusa. Per il 16 febbraio e’ prevista l’udienza per le evenuali repliche della difesa e in quello stesso giorno potrebbe essere emessa la sentenza. Cuffaro e’ stato presente anche oggi all’udienza del processo.
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