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Giustizia, via libera al Ddl Nordio. Abolito abuso d’ufficio, stretta su intercettazioni

Redazione il . Costituzione, Diritti, Giustizia, Informazione, Istituzioni, Politica

Il Ddl Nordio è legge. Stop al reato d’abuso d’ufficio. La Camera ha approvato in via definitiva il documento con 199 voti favorevoli e 102 contrari. Il ministro: “Lavoriamo a una riforma organica delle intercettazioni”.

L’Aula della Camera ha approvato in via definitiva il ddl Nordio con 199 voti favorevoli e 102 contrari. Il testo reca modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare.

“Stiamo lavorando a una riforma organica delle intercettazioni per dare un’attuazione radicale all’articolo 15 della Costituzione, che indica nella segretezza delle conversazioni l’altra faccia della libertà”, ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, interpellato dai cornisti in Transatlantico. “Le conversazioni – ha aggiunto – sono libere fino a che sono segrete, come il voto. Sono state fatte ironie sul fatto che io abbia detto che più o meno siamo tutti intercettati. Vorrei ricordare che in questo paese sono stati intercettati persino dei presidenti della Repubblica”.

“Oggi è una giornata importante per la giustizia italiana. Con l’approvazione di questo disegno di legge si mette fine a un’era confusa, fatta di processi discutibili e ingerenze poco chiare, introducendo una sana civiltà giuridica. Stop anche al reato d’abuso d’ufficio: basta alla strumentalizzazione politica e alla paralisi amministrativa che scoraggiava tanti sindaci e limitava la qualità della gestione degli Enti locali. Ora avanti cosi’ per una giustizia equa, giusta e trasparente”. Così i deputati della Lega in commissione Giustizia Ingrid Bisa (capogruppo), Davide Bellomo, Simonetta Matone, Jacopo Morrone (segretario) e Valeria Sudano.

Il ministro si è espresso anche sul tema della presenza di madri con i figli in carcere “è un problema delicatissimo, perché va coniugato il problema della detenzione di una donna con bambino con quello, altrettanto grave, dell’allarme sociale creato da persone che sfruttano la propria maternità per restare impunite”, ha commentato Nordio. “Sono cose di una delicatezza estrema – ha aggiunto – che vanno conciliate ma senza dare segni di debolezza da parte dello Stato”. Nordio garantisce: “Ci rifletteremo, ‘frigido pacatoque animo’, e cercheremo di trovare una soluzione”.

Fonte: AGI, Agenzia Italia


Dall’abuso d’ufficio alle intercettazioni: gli 8 articoli del ddl Nordio

Approvato dalla Camera, il provvedimento è legge. Si riforma anche il traffico d’influenze.

Sono otto gli articoli del disegno di legge – approvato in via definitiva – che porta il nome del Guardasigilli Carlo Nordio e propone una significativa riforma del codice penale, del codice di procedura penale e dell’ordinamento giudiziario.

Ecco i punti principali.

Abrogazione dell’abuso d’ufficio

Viene abolita la norma del codice penale (art.323) che punisce il pubblico ufficiale che violando consapevolmente leggi, regolamenti o l’obbligo di astensione, cagiona un danno ad altri o si procura un vantaggio patrimoniale. Nel 2020 questo articolo era stato modificato specificando che il reato non si poteva configurare in presenza di margini di discrezionalità amministrativa nell’adozione di un provvedimento. Ora questa disposizione viene cancellata del tutto.

Nel frattempo, però, il governo, con il decreto carceri, ha reintrodotto una parziale copertura penale per gli abusi patrimoniali dei pubblici ufficiali. E si prevede la pena da 6 mesi a 3 anni per chi, sempre che non residuino margini di discrezionalità amministrativa nel provvedimento, danneggia terzi o si avvantaggia destinando somme di cui è in possesso a finalità diverse da quelle previste dalla legge. Si tratta di quello che prima del 1990 era detto ‘peculato per distrazione’.

Modifiche al traffico di influenze

Si restringe l’ambito di applicazione di questo reato. La mediazione viene ritenuta illecita se finalizzata a far compiere un reato ad un pubblico ufficiale. Si elimina l’ipotesi della ‘millanteria’ e restano le condotte più gravi. Sul piano sanzionatorio, aumenta il minimo edittale della pena: da 1 anno e 6 mesi a 4 anni e 6 mesi.

Intercettazioni e tutela del terzo estraneo

Non dovranno essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti non coinvolti dalle indagini, se non considerati rilevanti per il procedimento. E nella richiesta di misura cautelare del Pm e nell’ordinanza del giudice non dovranno essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti, salvo che ciò sia considerato indispensabile per l’esposizione degli elementi rilevanti. Il giudice dovrà quindi stralciare le intercettazioni che contengono dati relativi a soggetti diversi dalle parti, laddove non essenziali.

Informazione di garanzia

Nell’avviso dovrà essere contenuta una descrizione solo sommaria del fatto su cui si indaga. La consegna dell’atto dovrà avvenire in modo di garantire la riservatezza del destinatario.

Contraddittorio e misure cautelari

Il giudice dovrà procedere all’interrogatorio dell’indagato prima di disporre la misura cautelare, previo deposito degli atti, con facoltà della difesa di averne copia. L’indagato potrà così avere la possibilità di una difesa preventiva, prima di eventuali misure come la custodia cautelare in carcere.

Collegialità e misure cautelari

Introduzione di un organo collegiale, formato da 3 giudici, per l’adozione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che attualmente è invece sempre disposta dal giudice monocratico (per consentire le necessarie assunzioni, l’entrata in vigore è differita di due anni). La collegialità è prevista solo in fase di indagini ed è estesa anche alle pronunce di aggravamento della misura cautelare e all’applicazione provvisoria delle misure di sicurezza detentive ma non quando la misura è adottata durante le procedure di convalida di arresto o fermo.

Limiti all’appello

Limitazione alla possibilità per il Pm di proporre appello contro le sentenze di assoluzione di primo grado. Il provvedimento non riguarda i reati più gravi.

Età dei giudici popolari in corte d’assise

Il requisito massimo è fissato a 65 anni e deve sussistere soltanto al momento della nomina.

Fonte: Ansa


Giustizia, via libera definitivo al Ddl Nordio. Fnsi e Ordine: «Informazione a rischio»

Per la segretaria generale Costante e il presidente Bartoli, con la nuova stretta su intercettazioni e avviso di garanzia c’è il pericolo che cali il «silenzio su fatti rilevanti che meritano di essere portati tempestivamente all’attenzione della opinione pubblica perché, come dice la Cedu, le notizie sono un bene deperibile».

«Il Ddl Nordio approvato dal Parlamento contiene ulteriori restrizioni alla diffusione di notizie che possono essere di interesse pubblico inerenti l’attività della magistratura. La nuova stretta sulle intercettazioni e sull’avviso di garanzia, in nome del diritto alla riservatezza, rischia di intaccare il diritto contrapposto alla piena informazione di fatti rilevanti che meritano di essere portati tempestivamente all’attenzione della opinione pubblica perché, come dice la Cedu, le notizie sono un bene deperibile».

Lo affermano, in una nota congiunta, Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, e Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, all’indomani dell’approvazione definitiva, mercoledì 10 luglio 2024, della riforma della Giustizia che porta il nome del Guardasigilli del governo Meloni.

«Non si tratta – proseguono Costante e Bartoli – di essere né garantisti né giustizialisti, ma i giornalisti devono poter accedere a fonti che siano esaurienti al fine di raccontare, certamente con equilibrio e rispetto, perché una persona viene indagata, arrestata, condannata o assolta. C’è il pericolo serio di far calare una cappa di silenzio soprattutto sulla fase delle indagini una volta che queste non sono più segrete. In tal modo si indebolisce la stessa azione di controllo che la stampa svolge verso la magistratura così come verso tutti gli altri poteri e si mette in discussione il bilanciamento tra diritto alla privacy e libertà di stampa».

Federazione Nazionale Stampa Italiana, Ordine Nazionale dei Giornalisti


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