Libera e i venti del cambiamento
Sono stati tre giorni intensi di lavoro quelli tenuti da Libera a Savignano sul Panaro (MO) durante la formazione estiva, quest’anno dedicata al tema della corruzione.
Tre giorni durante i quali il cancro della “corruzione, patologia nazionale, pulviscolo, sistemica, organizzata”, come dice il titolo del seminario, è stato sviscerato sotto molti punti di vista grazie ai tanti ospiti che si sono alternati ai tavoli del teatro “La Venere”.
Il Presidente dell’Anac Giuseppe Busia, i docenti dell’Università di Perugia Paolo Mancini, Marco Mazzocchi e Rita Marchetti, il procuratore di Rimini Daniele Paci, il Presidente di Libera don Luigi Ciotti, il Presidente Onorario di Libera Nando Dalla Chiesa e il lavoro svolto dalla segreteria nazionale di Libera nei suoi responsabili e referenti di settore hanno aiutato i referenti di territori e presidi ad affrontare tanti e diversi argomenti, in un percorso di crescita comune di tutta l’organizzazione.
Ma questa tre giorni è stata anche un momento importante per la vita associativa ed organizzativa di Libera, che ha portato ad alcune modifiche allo statuto, per restare al passo con i cambiamenti in corso e adeguare gli strumenti organizzativi alle nuove norme che regolamentano il terzo settore.
Lo ha ricordato Don Luigi Ciotti aprendo i lavori a Savignano: “In questi 29 anni della nostra storia dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Ma ora ci viene chiesto di fare uno scatto in più, affrontando la complessità della nostra organizzazione, ma anche la complessità del nostro tempo. Occorre avere una maggiore attenzione ai temi e ai bisogni del nostro tempo ed essere in grado di saper attraversare le tempeste. Ci viene chiesto un cambio di passo, creare le condizioni di un bisogno di partecipazione, per la trasformazione dei contesti in cui ci muoviamo. Per questi motivi la nostra organizzazione ha bisogno di modificare il proprio statuto“.
Questa tre giorni è stata importante anche per alcune svolte che si rendono necessarie nella “mission” di una organizzazione complessa che, come riportato nell’art.3 dello statuto, ha tra le sue finalità la promozione della cultura della legalità, della pace tra i popoli, della tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici, seguendo quanto stabilito dalla nostra Costituzione.
Aspetti importanti su cui si è soffermato a lungo Don Luigi Ciotti nei suoi interventi di apertura e chiusura del seminario di Savignano: “Oggi molte cose vanno riviste alla luce dei cambiamenti della nostra società, in un momento per esempio in cui assistiamo in modo forte alla follia distruttiva delle guerre. Sono tanti i conflitti in corso. E siamo sommersi dal linguaggio delle armi“.
C’e chi si muove in modo diverso dalla ricerca della pace e vuole le guerre per fare affari e gestire il potere. Ecco perché in Italia si modifica la Legge 185/90 per rendere meno trasparenti gli acquisiti e la vendita delle armi.
Don Luigi ha poi toccato il tema dell’immigrazione dove si contano “ancora morti nel silenzio istituzionale dopo il decreto Cutro e altre leggi che rendono sempre più difficile la vita di queste persone e disumani i nostri comportamenti. Siamo qui a ricordare il povero Satnam, e a indignarsi per la dignità offesa, mentre troppo spesso nella nostra società si continua a galleggiare nell’indifferenza. Abbiamo bisogno di un’Europa e un occidente che sappia rimettersi in gioco sul fronte dell’accoglienza e della dignità delle persone“.
Si sente forte nelle parole di Don Luigi il senso di un’azione nella difesa dei valori della nostra democrazia.
“È necessario mettere degli argini per evitare di cadere nelle autocrazie contro le quali le costituzioni sono state scritte e abbiamo bisogno di una società più inclusiva. La nostra è una democrazia un pò pallida perché manca la partecipazione. Ci devono essere le condizioni per essere più partecipata. Tocca anche a noi, il coraggio di avere più coraggio“.
Una difesa della democrazia che in Libera si concretizza in questa fase anche nell’adesione ai comitati “La via maestra” per una lotta contro la legge sull’autonomia differenziata, oggi e domani contro la riforma costituzionale del premierato. “Firmiamo i referendum che stanno partendo. Noi ci siamo espressi al riguardo. Siamo parte del comitato La Via Maestra ed eravamo ieri a depositare il quesito contro l’autonomia differenziata. Pensiamo che la libertà non può essere differenziata e per fare questo si deve garantire dignità, rispetto dei bisogni fondamentali di tutti. Dobbiamo parlare di una ecologia della vita, di una sanità e di una scuola accessibili a tutti. È inquitante anche pensare all’elezione diretta del primo ministro perchè va a scapito di altre figure istituzionali e funzioni come il presidente della repubblica e il parlamento. Tutti questi elementi non riguardano altri, riguardano noi e ci coinvolgono direttamente perchè il populismo è una minaccia per la democrazia“.
Don Luigi si è soffermato anche sul rischio grave che sta vivendo in questo tempo il mondo dell’informazione: “Avverto forte un rischio di appiattimento dei media. Ci sono organi di informazione dove si imbavaglia il dissenso. Pensiamo all’operazione Eureka che ha messo in mostra la forza della ‘ndrangheta che ha appurato ormai la sua presenza nei 5 continenti e in decine e decine di nazioni. Ma la stampa non ha dato risalto a questa inchiesta. Se l’informazione non è libera, non è informazione“.
Sono stati veramente tanti i punti toccati dal Presidnte di Libera nei suoi interventi, come l’abbassamento dell’età di punibilità per i minori che è un altro fatto grave, perchè dimostra che la politica non pensa ad azioni per il recupero di chi sbaglia, ma solo alla punizione. Così come le politiche verso il sistema carcerario dove non si affrontano i problemi strutturali, limitandosi a poche azioni che riguardano il solo sovraffollamento, mentre ci troviamo di fronte a una marea di suicidi.
Don Luigi si sofferma ad analizzare le ultime vicende di corruzione, un fenomeno che sta diventando una vera patologia nazionale: “Sta diventando una peste per il paese e per tutta risposta si allentano invece i freni inibitori a livello legislativo. Sono segnali che ci pongono tanti dubbi. Mentre l’ultima relazione della DIA ci dice che le mafie sono in continua mutazione sulla base dei cambiamenti economici e finanziari per massificare i loro guadagni. E i rapporti con la politica delle mafie oggi sono diffusi, disincantati, pragmatici”.
E mentre noi ci confrontiamo sul fenomeno della corruzione, sul rapporto tra mondo imprenditoriale e mafie, tra mondo della politica e mafie, c’è chi pensa ad intitolare l’aeroporto della Malpensa a Milano a Silvio Berlusconi. Una provocazione di questa destra e un’offesa per tutte le donne.
Un agire spregiudicato, che svilisce l’etica nell’agire politico. Anche questi sono segnali che la politica sta andando verso altre direzioni.
“Ecco perchè anche noi di Libera – ha concluso don Luigi Ciotti – dobbiamo essere in grado di affrontare la complessità del nostro tempo, il nuovo che si affaccia, il vecchio come le mafie, che non è mai cambiato nella sua essenza, ma che è in grado di sfruttare al meglio le opportunità che la società gli offre per fare i suoi sporchi affari“.
È necessario collaborare con le istituzioni che perseguono la legalità e il bene comune, ma al tempo stesso essere anche una spina nell fianco di chi non cerca il bene di tutti.
Infine don Luigi rivolge il suo sguardo verso i giovani: “In Libera non esiste un problema dei giovani. Lo vediamo anche qui dove tanti di loro hanno incarichi importanti nei loro territori ed hanno una opportunità di crescita. Il problema casomai è degli adulti, che devono saper cogliere le opportunità che vengono dai giovani, dal loro sguardo sulle cose. È necessario saper aprire gli spazi, diventare compagni di viaggio, in una nuova sinergia, un’alleanza per le future generazioni. Gli adulti siano enzimi in grado di orientare insieme ai giovani le nostre realtà e noi dobbiamo avere il coraggio di investire su di loro. I giovani sono portatori sani del nuovo, di sogni e desideri. Così si promuove una responsabilità diffusa. E dobbiamo avere il coraggio di congedare ogni nostra pretesa di conoscere i bisogni dei giovani, mettendoci in un ascolto reciproco”.
Pochi mesi ci separano dall’anniversario dei 30 anni di Libera e un nuovo cammino è iniziato. Un cammino difficile, ma bello, entusiasmante, ricco di prospettive e impegnativo, dove a ciascuno è chiesto uno scatto in più nel segno del noi e della responsabilità che sentiamo per la crescita del nostro paese, per cercare di rendere più forte la nostra democrazia.
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