‘Ndrangheta, arrestato capitano dei cc
Manette per un capitano dei carabinieri in Calabria, accusato di aver favorito una cosca locale. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del militare, attualmente in servizio alla seconda brigata mobile di Livorno, sono stati ieri i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros. Il capitano è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per aver favorito la cosca Lo Giudice. In particolare, quando era in servizio al Noe di Reggio Calabria dal 2003 al 2007 e poi alla Dia dal 2007 al giugno scorso, avrebbe fornito in maniera sistematica e continuativa agli elementi di vertice della cosca, Antonino Lo Giudice e al fratello Luciano, notizie coperte da segreto investigativo, in particolare anticipando anche l’adozione di provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria.
Avrebbe anche bloccato accertamenti nei confronti degli esponenti della cosca in occasione della perquisizione effettuata il 15 gennaio 2008 nei confronti di Antonio Cortese, considerato l’esperto di materiale esplosivo della cosca (indicato da Antonino Lo Giudice come la persona da lui incaricata per piazzare le bombe sotto gli uffici della Procura generale e l’abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro, e di essersi occupato di far ritrovare il lanciarazzi come avvertimento al procuratore Giuseppe Pignatone). L’ufficiale dei carabinieri avrebbe ricevuto in cambio denaro, il pagamento di conti alberghieri e spese di viaggio, abiti firmati, una Porsche e il prestito di una Ferrari. Deve rispondere anche di corruzione aggravata.
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