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Operazione “Bene Comune” e “Recupero”

Di Anna Foti il . Calabria

L’inchiesta, coordinata dal Procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, dall’aggiunto Nicola Gratteri e dal pm Nicola De Bernardo, ha avuto come oggetto l’attività svolta la triade Rumbo – Galea –  Figliomeni di Siderno, impegnata in estorsioni, traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite, con un solido ponte oltreoceano in Canada, e ha condotto nei giorni scorsi a 53 misure restrittive eseguite dalla Polizia di Stato (Operazione Bene Comune) e dai Carabinieri (Operazione Recupero). Tale attività si colloca nell’ambito dell’inchiesta Crimine che, nel luglio scorso porto’ all’arresto di oltre 300 persone tra la Calabria e la Lombardia e avrebbe dei punti di contatto con le recenti operazioni di Polizia e Carabinieri, in esecuzione delle quali 22 persone, tra cui l’ex sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni ritenuto elemento di spicco della consorteria criminale dei Commisso addirittura con il grado di ‘Santista’, sono state fermate, 6 sono state sottoposte ad arresti domiciliari, 25 sono state raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Tra queste anche Riccardo Rumbo, detto Frank, il vero e proprio capo a Siderno per conto dei Commisso.  In particolare a stigmatizzare le responsabilità dell’ex sindaco Alessandro Figliomeni provvedono gli esiti delle intercettazioni ambientali in una lavanderia dove lo stesso Figliomeni avrebbe ricoperto il ruolo di mediatore intercedendo presso Giuseppe Commisso, detto ‘u mastru’, per favorire un amico di Marina di Gioiosa Jonica che intendeva aprire un supermercato. Ma i risvolti non terminano qua ed oltre al sequestro di quasi 5000 piante di marijuana, di beni immobili, mobili registrati e aziende, rimangono un consiglio comunale ed una giunta falcidiate da questa inchiesta che, a questo punto, conferma i motivi per cui l’amministrazione sidernese non si costituì parte civile nel processo per l’atroce delitto di Gianluca Congiusta, ucciso a Siderno il 24 maggio del 2005 dalla ndrangheta,   A ciò  si aggiunga un altro grave risvolto.

Voto di scambio e concorso esterno, le accuse più gravi che possano essere rivolte ad un politico, ad un amministratore, sono solo alcuni dei reati contestati attraverso 5 avvisi di garanzia notificati dalla squadra mobile di Reggio Calabria. Nel ciclone, dunque, altri politici.  Emessi dalla DDA di Reggio Calabria, sono stati infatti notificati 5 avvisi di avvio di indagine per voto di scambio a carico di Luciano Racco, candidato con il Pd e non rieletto alle ultime elezioni regionali, e al sindaco di Casignana, Pietro Crinò, per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio a carico di Cosimo Cherubino, candidato alle scorse regionali per il Pdl e anch’egli non rieletto, per associazione mafiosa a carico dell’ex assessore del Comune di Siderno Antonio Commisso e dell’ex consigliere allo stesso Comune, Giuseppe Tavernese. Il tutto ancora una volta collegato alle suddette operazioni.  Un duro colpo, e non solo per la Locride, già preceduto dal maxi sequestro di beni per oltre 200 milioni di euro, quando lo scorso novembre su richiesta del questore di Reggio Calabria Carmelo Casabona, la sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, emise una serie di provvedimenti di carattere patrimoniale a carico di sette persone considerate organiche o vicine alla cosca Commisso di Locri-Siderno. 

Una vittoria di sangue sulla cosca un tempo alleata dei Costa e poi un crescente e indiscusso predominio mafioso del territorio da parte dei Commisso. Queste operazioni consegnano una prova lampante del potere economico accumulato che, e queste indagini potrebbero confermarlo, non sarebbe tale senza la connivenza della politica e viceversa.

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