Corte dei conti nuovo allarme
Una perdita per le entrate di circa 70 miliardi di euro, 130 miliardi di
euro di pil in fumo: sono i numeri della corruzione in Italia forniti
dalla Corte dei Conti. Un allarme rinnovato la scorsa settimana, con la
presentazione al Parlamento della relazione della magistratura contabile
sulle cosiddette “opere segretate”, quelle cioè eseguibili in ragione
della somma urgenza, dovuta alla salvaguardia di strutture e personale
di importanti istituzioni (Banca d’Italia, forze armate, corpi di
polizia). Il quadro che emerge, relativo per lo più al periodo
2005/2007, è assolutamente sconcertante.
Ammonterebbe a circa 500 milioni di euro il valore degli appalti per le
opere qualificate segrete, ma che presentano varie criticità: dal
ricorso generalizzato alle procedure di segretazione all’insussistenza
dei requisiti d’indifferibilità e urgenza; dal difetto di competenza
dell’organo che dispone l’iter riservato, alla: «Genericità e
incompletezze nella fase della programmazione che hanno influito sui
tempi ed i costi delle opere»; dai ritardi nella stipulazione dei
contratti, nell’esecuzione e nella consegna dei lavori al ricorso alle
innumerevoli perizie e varianti suppletive.
Un lungo repertorio di superficialità, nel migliore dei casi e di vera e
propria incuria, dove inefficienza e corruzione s’intrecciano senza
confine. Opere incompiute e danni alle casse dello Stato: il Comando dei
Vigili del fuoco di via Genova a Roma; il Centro aviazione Vigili del
fuoco di Ciampino; il Comando dei Vigili del fuoco di La Spezia; la
Scuola per Marescialli dei Carabinieri di Firenze; il Centro didattico
regionale dei Vigili del fuoco di Dalmine e altre ancora. La vicenda più
emblematica è quella riguardante la Scuola per Marescialli di Firenze:
dieci anni di lavori, varianti per importi considerevoli, vertiginosi
aumenti dei costi – da 207 a 402 – e intrecci inconfessabili tra
politica ed imprenditoria, nei quali è coinvolto il coordinatore del Pdl
Denis Verdini.
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