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“Mario non era pazzo, è stato ucciso e l’indagine non può chiudersi”. L’appello dei Paciolla

Articolo 21 il . Associazioni, Brevi, Criminalità, Diritti, Giustizia, Informazione, Internazionale

I genitori di Mario Paciolla non ci stanno a far passare la richiesta di archiviazione della morte del giovane cooperante come un caso di suicidio.

“Ci sono dei dati e vanno analizzati, qualcuno deve esaminarli – ha detto Anna Motta, la mamma di Mario – perché ci sono elementi per capire. Perché non viene scandagliata l’autopsia? Perché la Procura non ascolta noi che abbiamo sentito Mario nelle ultime ore? Tutto questo è inaccettabile. Noi chiediamo che venga affermata la vera causa della morte di nostro figlio. E’ stato ucciso. Noi non accettiamo che venga infangato come un ragazzo che, siccome era fuori di testa, si è ammazzato. Comprendiamo che Mario era nel contesto dell’Onu, comprendiamo che sia scomodo ma noi non possiamo né vogliamo accettare depistaggi e soprattutto  il silenzio. Purtroppo sappiamo che ci sono altri casi, simili. Abbiamo visto com’è andata con la vicenda di Alpi-Hrovatin. Ma noi crediamo che le morti di questi giovani giornalisti, nostri concittadini, all’estero sia qualcosa che non ha colore politico”.

Questo l’appello dei genitori di Mario Paciolla che questa mattina hanno aperto la riunione settimanale di Articolo 21, cui era presente il senatore Walter Verini che ha annunciato una interrogazione parlamentare del Pd; stessa scelta è stata proposta dal gruppo di Avs.

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Ripartiamo da Mario, oggi i genitori ospiti alla riunione di Articolo 21 #noinonarchiviamo nemmeno questa volta

Tenere i riflettori accesi sul caso Paciolla. La sua morte ci riguarda

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