“Suor Tecla Merlo. Comunicare con il cuore”, grande successo per l’evento di lancio
Grande successo per l’evento di lancio del progetto di Scrollytelling sulla vita e le opere di suor Tecla Merlo, domenica 16 giugno presso l’Auditorium della Casa delle Figlie di San Paolo di via Antonino Pio, a Roma.
In un’aula magna stracolma, è stato presentato un prodotto innovativo di comunicazione, un nuovo metodo di narrazione della storia di una congregazione, dei propri fondatori, così come di qualsiasi altro contesto. Uno straordinario strumento, ancora molto poco utilizzato in Italia, che sfrutta al massimo le potenzialità della tecnologia e mira a mettere chi ne fruisce in diretto contatto con l’oggetto del racconto, in un’esperienza immersiva e interattiva.
Le Figlie di San Paolo, grazie al prezioso lavoro di Mediacor (la società di comunicazione che da oltre 10 anni affianca le istituzioni culturali ed ecclesiali a raccontare in modo innovativo la propria storia) che ha messo insieme ricerca storiografica, utilizzo delle fonti testuali, audio e video, raccolta di immagini di archivio, inchiesta giornalistica e impiego della tecnologia più aggiornata, mettono a disposizione di tutti uno strumento di comunicazione del carisma e di evangelizzazione, di estrema efficacia
Coordinati da suor Mariangela Tassielli, Direttrice Editoriale Multimediale delle Figlie di San Paolo, si sono alternati sul palco la Superiora generale delle Figlie di San Paolo, suor Anna Caiazza, Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero della Santa Sede per la Comunicazione, e una serie di giornalisti e collaboratori di Mediacor. Al termine dell’evento di presentazione, un magnifico concerto eseguito dal Coro della Diocesi di Roma diretto da Emanuele Faiola e introdotto dal direttore, Mons Marco Frisina, con testi di suor Anna Maria Galliano, definita la “Mogol” della musica liturgica.
“Questo progetto è stato un sogno – ha spiegato la Superiora generale, suor Anna Caiazza – che noi del governo generale abbiamo nutrito fin dai primi giorni del nostro mandato e rappresenta un tributo d’amore a questa madre che è stata un’incredibile comunicatrice. Ci è sembrato importante far conoscere questa donna che, fedele discepola e collaboratrice del Beato Giacomo Alberione, è stata capace di addentrarsi nel complesso mondo della comunicazione verso cui, specie ai tempi di Suor Tecla, i sospetti all’interno della Chiesa erano ancora molti”.
“Lo scrollytelling – ha sottolineato Paolo Ruffini – ha questo di particolare; non lo si può fare da soli e ci aiuta a capire che il digitale non è solo per dividere ma per unire, unire linguaggi, persone, memorie, e coinvolgere in modo attivo non solo passivo. È un bell’esempio di comunione tra chi lo ha pensato, chi lo utilizza e, in questo caso, Suor Tecla e dimostra che comunicazione e comunione sono intrinsecamente legate”
“Questo progetto – dichiara Paolo Pellegrini, amministratore delegato di Mediacor – non è un punto di arrivo ma di partenza. Confidiamo che sia uno strumento di buona comunicazione in tutto il mondo. Volevamo raccontare in modo originale ed efficace e abbiamo pensato a un linguaggio innovativo che in Italia è ancora poco usato. Uno strumento che permette a un utente di scorrere e farsi coinvolgere in una narrazione intuitiva. Qualcosa che può trasmettere informazioni e allo stesso tempo emozioni”.
“L’intuizione all’origine del progetto è stata quella di realizzare un prodotto che non cadesse dall’alto – ha tenuto a spiegare Patrizia Morgante, formatrice, collaboratrice di Mediacor – ma farlo generare e germinare dalle sorelle stesse, soprattutto le giovani generazioni. Lo scrollytelling è un esempio bellissimo che coniuga tradizione e modernità, linguaggio lineare e linguaggio digitale tecnologico si incontrano, elementi importanti per una congregazione il cui carisma è l’evangelizzazione attraverso la comunicazione”.
“Se fosse viva e attiva oggi – ha detto Albero Chiara, giornalista, storica firma di Famiglia Cristiana, una delle riviste che Suor Tecla ha contribuito a fondare – sarebbe una suora iscrivibile nella categoria “scarica l’app e clicca il banner”. Non una vezzosa concessione alle mode di un’epoca, ma piuttosto l’attenzione ai “segni dei tempi” di conciliare memoria, la ricerca di linguaggi efficaci per dire Dio in questo tribolato 2024. Prendendo a nolo una nota citazione di Rosario Livatino, giudice ragazzino ucciso dalla mafia, possiamo dire che Teresa Merlo fu una credente credibile”.
Qui il link allo scrollytelling
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