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Narcotraffico nel Salento

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Duro colpo quello inferto dai carabinieri del comando provinciale di Lecce, guidati dal colonnello Maurizio Ferla, a due associazioni per delinquere dedite al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Un sodalizio criminale operava nel territorio di Galatina, l’altro in quello di Copertino, Monteroni, Leverano, Veglie e Lecce.
Oltre centoquaranta uomini sono stati impiegati  con l’ausilio del nucleo elicotteri di Bari e delle unità cinofile antidroga provenienti da Modugno nell’Operazione denominata “Mercante in Fiera”.

Ventiquattro le ordinanze di custodia cautelare (fra carcere e domiciliari) messe in atto su ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Lecce, Vincenzo Brancato, su richiesta del procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia di Lecce, Antonio De Donno.
Un arresto in flagranza è stato compiuto, inoltre, nel corso del blitz dei militari dell’Arma. Nella casa di uno degli indagati, infatti, è stata trovata una pistola calibro 6,35 illegalmente detenuta. A piede libero risultano indagate altre quattordici persone.

Il bilancio complessivo dell’operazione parla di trentanove indagati, imputati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, numerosi episodi di spaccio e detenzione illecita di droga e di tentata estorsione.
Nel corso delle molteplici perquisizioni eseguite sono stati sequestrati quasi due chili di marijuana e diverse dosi di cocaina.

Il nome di “Mercante in fiera”  è stato dato all’operazione dai carabinieri perché l’inchiesta è nata non per incastrare spacciatori, ma per fare luce su una tentata estorsione ai danni di un imprenditore che organizza eventi nella “Fiera di Galatina”. Le indagini, infatti, cominciano nell’aprile 2009, in seguito alla denuncia di Maurizio Nardelli,  l’organizzatore di “Lecce Arredo” che si svolge presso l’ente fieristico del basso Salento. L’imprenditore di Nardò aveva denunciato la richiesta di trentamila euro da parte di Luigi Di Gesù, componente di rilievo del gruppo criminale dominato dai fratelli Coluccia. Un episodio che dimostra come la criminalità organizzata cerchi di infiltrarsi nel tessuto economico locale. Nardelli sarebbe stato avvicinato dallo stesso Di Gesù che, senza giri di parole, gli avrebbe comunicato che la richiesta di denaro serviva a garantire protezione alle sue attività commerciali e allo svolgimento della manifestazione “Lecce Arredo 2009”.

Il presunto estorsore si sarebbe quindi presentato come referente del clan mafioso dei fratelli Coluccia (clan storico della Sacra Corona Unita), il cui raggio di azione è incentrato sui territori di Galatina e Noha. Questo sarebbe stato il suo ruolo dato che i fratelli Coluccia sono in carcere. Il tentativo di estorsione, da quanto risulta dalle indagini, sarebbe aggravato dalle modalità mafiose.
Da questo episodio hanno preso il via le indagini basate su numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento degli indagati. Determinanti per il successo dell’operazione sono state le intercettazioni telefoniche, ambientali e di videoripresa. In particolar modo, intercettando le conversazioni telefoniche tra il Di Gesù e una collaboratrice di una società che gravita intorno all’organizzazione della Fiera campionaria di Galatina, gli investigatori hanno acceso un faro sul traffico degli stupefacenti.

Sospettando che tramite la collaboratrice l’estorsore volesse controllare le attività commerciali legate agli eventi organizzati nel quartiere fieristico, gli inquirenti hanno ascoltato anche i dialoghi tra la donna e il boss, monitorando le telefonate transitate sulle utenze della donna.

Con sorpresa, gli investigatori hanno così scoperto i contatti con alcuni trafficanti e spacciatori di stupefacenti. La donna, in quanto consumatrice assidua di cocaina, faceva riferimento a una fitta rete di spacciatori. Ricostruendo questa rete di contatti i carabinieri hanno scoperto l’esistenza dei due gruppi padroni del mercato della cocaina su Galatina, Copertino, Monteroni. Ma non solo. Queste due associazioni criminali rifornivano di stupefacenti anche “cani sciolti” dello spaccio che operavano su Lecce, Leverano, Veglie e Novoli.

Le indagini svolte in maniera classica, hanno evidenziato, anche a parere del procuratore De Donno, i grandi meriti degli uomini del Comando Provinciale.
«Questa operazione, con la quale è stato raggiunto un importante risultato perché sono state disarticolate due centrali di traffico di stupefacenti, conferma che l’ attenzione e la tensione non devono mai essere abbassate nella lotta alla criminalità organizzata», afferma il colonnello Maurizio Ferla. «È la dimostrazione – aggiunge –  che ci sono rigurgiti e tentativi per assoggettare alcune attività a certi tipi di regole che non fanno bene né al territorio né alla concorrenza e neppure all’economia», il chiaro riferimento al tentativo di estorsione.

«Si tratta di un episodio singolo – continua il colonnello – . Un episodio avvenuto nel 2009, che riguarda l’ organizzazione di un evento. Ed è nei confronti del responsabile di questo evento che viene avanzata una richiesta di 30mila euro. Non è un tentativo di controllo dell’ente Fiera. Il fatto è limitato e le indagini, nate dalla denuncia dell’imprenditore, hanno chiarito i contorni della vicenda».

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