Nessun omaggio alla “Decima” alla parata del 2 giugno
Alla parata del 2 giugno 2024, i Comsubin non hanno ripetuto il grido “Decima!” che l’anno precedente aveva suscitato un’ondata di critiche.
Grazie a Michela Murgia e Roberto Saviano, che hanno acceso i riflettori su quel gesto interpretato come un tributo sfacciato alla Xª MAS, un’unità militare fascista alle dirette dipendenze delle SS, oggi quella strada verso la riabilitazione di un reparto che si è macchiato di orrendi crimini ha trovato un ostacolo. Nonostante le smentite ufficiali e le accuse di diffondere fake news, la scelta di non ripetere il saluto quest’anno indica che quelle critiche avevano una base solida.
“L’eredità storica antifascista è sotto attacco, lo abbiamo evidenziato nell’inchiesta uscita l’anno scorso su Fanpage”, dichiara Roberto Saviano, che in quell’inchiesta ha raccontato i legami tra la Marina Militare e Junio Valerio Borghese, evidenziando lo spostamento a destra palesato proprio il 2 giugno 2023 e accolto col gesto di vittoria di La Russa, “dimostrando la continuità con la Decima MAS di Borghese”. Oggi, la decisione di evitare il saluto alla Decima conferma che le critiche erano ben fondate: “Quel saluto era una glorificazione di un passato nostalgico”.
L’inchiesta di Saviano
L’inchiesta condotta da Saviano ha rivelato dettagli sconcertanti sulla connessione tra la Marina Militare e la Xª MAS. È stata pubblicata una foto del figlio di Junio Valerio Borghese, Andrea Sciré Borghese, insieme a membri della Marina Militare durante una cerimonia a Taranto. Inoltre, la Marina Militare ha celebrato sui social battaglie condotte dalla Xª MAS durante la Seconda Guerra Mondiale, operazioni che dovrebbero essere considerate nel contesto della guerra fascista voluta dal regime.
Tutto è nato dalla denuncia di Michela Murgia, che aveva espresso forti critiche sulla posizione del braccio del militare, che secondo la prassi è “l’attenti a sinist’” ma che piuttosto assomigliava al tentativo di fare il saluto fascista alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Un gesto gravissimo che Murgia aveva denunciato sui social, rappresentando un affronto inaccettabile ai valori di una Repubblica nata dalla Resistenza e dall’antifascismo. Le sue dichiarazioni hanno dato il via a una corsa spietata alla gogna e al linciaggio da parte degli ambienti più estremi, ma anche da parte di quella zona grigia che non ha mai risparmiato a Murgia le sue critiche più feroci.
Attacchi ai giornalisti e intellettuali scomodi
“L’insegnamento che ci ha lasciato Michela Murgia è di non lasciare solo chi racconta, di essere comunità”, dice Saviano, sottolineando l’importanza della solidarietà di fronte alle ondate di fango ricevute, che spesso hanno visto lui e Murgia soli contro tutti. “Non deve più accadere, l’antifascismo ci ha insegnato che dobbiamo combattere insieme e non possiamo permetterci di lasciare solo nessuno.”
Un altro punto critico emerso dall’inchiesta di Saviano è il gesto della “V” di vittoria fatto da Ignazio La Russa durante la parata, innocuo ai più ma che non lascia spazio all’interpretazione. È il segnale di continuità con l’eredità politica di Fratelli d’Italia, quella con il Movimento Sociale Italiano, partito che ha traghettato i reduci della Repubblica Sociale Italiana e lo stesso comandante della Xª MAS Borghese verso la nascita del neofascismo. Non un gesto isolato, viste le precedenti dichiarazioni di La Russa quando, nel 2009, aveva elogiato la Xª MAS definendoli come “un corpo di eroi”.
La continuità tra Fratelli d’Italia e l’eredità neo-fascista del MSI
La connessione tra Fratelli d’Italia e l’eredità fascista del Movimento Sociale Italiano (MSI) è un tema quanto mai attuale. Le radici del partito affondano in un passato oscuro, caratterizzato da nostalgie per un’epoca di dittatura e violenza. Questo legame con il passato è emerso chiaramente in diversi avvenimenti recenti, mettendo in evidenza una continuità inquietante.
Celebrazioni controverse
Un esempio lampante è stata la presenza del vessillo della Xª Flottiglia MAS durante la Cerimonia Commemorativa del Giorno del Ricordo a Basovizza. Questa unità militare fascista, nota per le sue azioni durante la Seconda Guerra Mondiale, è stata celebrata a margine di un contesto istituzionale durante la visita di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.
Bandiera fascista nella sede di Civitavecchia
Un altro episodio significativo riguarda la bandiera della Xª MAS esposta nella sede di Fratelli d’Italia a Civitavecchia. Questo simbolo, legato a un’unità militare che ha operato sotto il regime fascista, rappresenta un chiaro richiamo a un passato che dovrebbe essere condannato senza riserve, eppure finisce per essere celebrato nelle sedi del partito che governa l’Italia. La sua presenza non può che sollevare gravi interrogativi sull’effettiva distanza di Fratelli d’Italia dai rigurgiti fascisti.
Un partito in continuità con il fascismo
Questi avvenimenti non sono isolati, ma fanno parte di un quadro più ampio che vede Fratelli d’Italia celebrare, in modo diretto o indiretto, figure e simboli legati al fascismo. La partecipazione e l’organizzazione di eventi commemorativi che glorificano unità come la Xª MAS rappresentano un pericoloso tentativo di riscrivere la storia e di riabilitare un’ideologia totalitaria, proprio come accaduto nel corso della parata del 2023.
L’eredità antifascista di Michela Murgia
Nel suo video, Michela Murgia ha definito senza mezzi termini la parata del 2 giugno un evento con chiari richiami fascisti. La sua capacità di vedere oltre e di indicare la strada ha affrontato il tema da un punto di vista inedito per le celebrazioni della Festa della Repubblica, suggerendo di abbandonare gli istinti bellicisti e di celebrare invece le migliori espressioni della vita democratica italiana, come medici, insegnanti, artisti e giornalisti. Il desiderio di vedere un’Italia che valorizzi i suoi cittadini e il loro contributo alla società, piuttosto che focalizzarsi su esibizioni militaristiche, è un’eredità di cui fare tesoro.
La parata del 2 giugno è un momento di celebrazione nazionale, ma anche un’occasione per riflettere sui valori e sulla storia del Paese. La scelta di quest’anno di interrompere la glorificazione di quel passato orrendo dimostra che occorre coraggio: il coraggio di schierarsi, il coraggio di non lasciare solo chi racconta.
Articolo 21 in difesa della libertà di espressione
L’associazione Articolo 21, da sempre impegnata a salvaguardare la libertà di espressione e a difendere la voce di intellettuali scomodi al potere, ha sostenuto con forza sia Michela Murgia che Roberto Saviano. In numerose occasioni, l’associazione ha denunciato gli attacchi rivolti contro di loro, difendendo il diritto di criticare e di esprimere opinioni scomode ma necessarie per il dibattito democratico.
Fonte: Articolo 21
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