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Guerra di mafia in Canada

Di Gaetano Liardo il . Internazionale

Omicidi, rapimenti, attentati incendiari. E’ scoppiata la guerra in Canada. Una guerra di mafia per il controllo del territorio. Un conflitto tutto italiano che vede contrapposti siciliani contro calabresi. La posta in gioco è il controllo di Montréal, capitale dello Stato del Québec. La città è uno strategico crocevia di traffici di droga verso gli Stati Uniti e l’Europa, ma anche una piazza importante  per il riciclaggio dei capitali illeciti. A Montréal comandano i Rizzuto. Almeno fino allo scoppio della guerra. Originari di Cattolica Eraclea, piccolo comune dell’agrigentino, hanno governato la città per conto dei Bonanno di New York.

Ma, a conti fatti, hanno mantenuto la propria autonomia. Stringendo alleanze con i potenti Cuntrera – Caruana, i broker del traffico di stupefacenti per conto di Cosa nostra. L’ascesa dei Rizzuto, e dei loro alleati, è avvenuta con l’epurazione dei calabresi. Anch’essi affiliati dei Bonanno, quindi componenti di Cosa nostra americana, Vic Cotroni e Paul Violi, quest’ultimo originario di Sinopoli, controllavano le attività illecite di Montréal. L’omicidio di Violi nel 1978, sancisce la conquista del potere di quella che sarebbe diventata la Sesta Famiglia.

Il patriarca Nicola Rizzuto e il figlio Vito imposero il proprio dominio. Controllando Montréal i siciliani hanno incrementato la loro ricchezza, “diversificando” gli investimenti. Stati Uniti, Italia, Canada, Messico, Brasile, Venezuela, Francia e Svizzera, e con il tempo anche Cina, Arabia Saudita, Cuba, Haiti, Belize, Bahamas, Aruba, Repubblica Dominicana e Panama. Il controllo di Montréal, tuttavia, non è coinciso con il controllo del Canada e la supremazia nei confronti delle altre organizzazioni criminali. Prima fra tutte la ‘ndrangheta.

Fortemente radicata a Toronto. Le famiglie calabresi, presenti da decenni nel Paesi, già dagli anni ’50 erano attive con la Siderno Group Federetion of Crime. Un’organizzazione criminale voluta dai boss calabresi Frank Costello e Albert Anastasia, con il beneplacito di Antonio Macrì, detto ‘u Zi ‘Ntoni. Con il boom del traffico di droga degli anni ’60 e ’70 le ‘ndrine calabresi riuscirono ad inserirsi nel business mondiale. Divenendo nel volgere di un ventennio le principali fornitrici di cocaina di Stati Uniti ed Europa. «Così le famiglie presenti in Canada – si legge nell’ordinanza “Il Crimine” – iniziarono la loro ascesa nel campo criminale trasformandosi pian piano in vere centrali di riferimento per le cosche della Calabria interessate al commercio della droga». I Costa, i Commisso, i Coluccio, gli Aquino, tutti originari della costa jonica calabrese hanno, così, ingigantito il proprio potere. Pronti a lanciare la sfida contro la Sesta Famiglia di Montréal.

I Rizzuto con gli anni 2000 cominciano a subire pesanti contraccolpi. La polizia canadese mette a segno numerose operazioni che coinvolgono la leadership della famiglia. Nel 2004 è lo stesso Vito, il capo carismatico, a finire in carcere. Estradato negli Stati Uniti e condannato uscirà di prigione nel 2012. Un’occasione irripetibile per la ‘ndrangheta che parte all’attacco dei Rizzuto. Uno scontro culminato con l’omicidio a dicembre dello scorso anno di Nick junior, figlio di Vito, e l’11 novembre di quest’anno del patriarca Nicola Nick Rizzuto. Ovvero l’anziano reggente e l’erede della famiglia siciliana.

Ai funerali del vecchio Nick, celebrati in italiano nella Cattedrale di Montréal, è stata recapitata una scatola nera con una croce bianca stampata sopra. Segnale che la guerra continua.

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