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Napoli: disastro ambientale

Di Gaetano Liardo il . Campania

Si rischia grosso a Napoli. L’emergenza rifiuti si sta trasformando in emergenza sanitaria. Provocando ulteriori gravi rischi per la salute dei cittadini. L’allarme viene lanciato dal Pd. Un’interpellanza al Senato presentata da Ignazio Marino e firmata da 106 parlamentari democratici rivolta al Ministro della Salute Fazio. «La città di Napoli e vaste zone della Campania – si legge nel documento – si trovano di nuovo in una condizione di grave emergenza sanitaria che sta provocando serie ricadute sulle condizioni generali di vita delle popolazioni ivi residenti». Nessun allarmismo, quindi, se si parla di disastro ambientale.

«Ad oggi – continua – le strade di Napoli sono invase da circa 3.000 tonnellate di spazzatura, a cui vanno sommate le ulteriori 8.000 tonnellate, distribuite su ampie porzioni del territorio campano». Cumuli di immondizia che inzuppati dalla pioggia battente rischiano di veicolare le peggiori malattie. Un disastro sommato ad un altro disastro. «E’ evidente – prosegue l’interpellanza – e difficile da smentire l’aumento del rischio di diffusione di malattie».  La “munnezza”, infatti, può provocare la diffusione di: «epatite A, dermatiti, patologie respiratorie per la diffusione nell’aria di polveri sottili e diossina, eccetera». I rifiuti, inoltre, «sono meta privilegiata di cani, gatti, topi, gabbiani e vari tipi di insetti e l’eventualità di diffusione rapida di alcune patologie cresce in maniera esponenziale, proprio per la presenza di animali».

Una brutta storia che l’esecutivo tende a sminuire. Ma che non riesce a nascondere. La “battaglia” sul decreto rifiuti, il fallimento del governo del “fare” a Napoli, la spaccatura della maggioranza. Un mix esplosivo. La giornata di ieri non è stata delle migliori. Il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri, è stato rimandato indietro dal Colle. Chiarimenti, rilievi tecnici, sono stati chiesti dall’ufficio giuridico del Quirinale. Così il decreto che aveva sancito la “pace” all’interno del Pdl campano deve essere rielaborato. Se, tuttavia, le fibrillazioni interne al partito del premier sembrano essersi calmate, con la retromarcia di Mara Carfagna, le grane arrivano dalla Lega.

I governatori del Nord e lo stesso Bossi hanno bloccato il tentativo di smaltire i rifiuti campani in altre regioni. Creando un altro problema politico. Togliere i rifiuti dalle strade di Napoli per metterli dove? Le stesse misure poste in essere dal decreto puntano più ad una situazione futura. Per la realizzazione dei tre termovalorizzatori ci vorrà tempo. Proprio quello che Napoli non ha.

L’emergenza infatti sta superando il punto di non ritorno. «Se topi e ratti trovano un ambiente favorevole e privo di rischi – scrivono i senatori del Pd – possono ampliare notevolmente e rapidamente la loro popolazione, provocando danni ingenti alle strutture e alle derrate alimentari, aumentando la possibilità di trasmissione e di diffusione di microrganismi patogeni per l’uomo e per gli animali domestici (zoonosi murine, la cui trasmissione può avvenire direttamente o tramite le pulci ectoparassite) e trasmettendo il colera, il tifo murino e la salmonellosi. Il 14 per cento dei ratti trasmette la leptospirosi, il 35 per cento è vettore del toxoplasma e ben il 67 per cento è portatore di Cryptosporium. Alcune delle malattie trasmesse da topi e ratti possono essere anche letali». Si rischia grosso a Napoli. Come nel 1973 quando si diffuse l’epidemia del colera. La “peste di Napoli”, la definisce Enrico Fierro sulle colonne de Il Fatto Quotidiano.    

Oggi intanto Berlusconi sarà a Napoli. Chissà se capirà che il suo miracolo è fallito.

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