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Legge 185/90: la riforma per ora è rinviata

Di Cesare Piccitto il . Istituzioni

Si sono dati appuntamento martedì davanti al Senato i presidenti e referenti della Rete Italiana per il disarmo e della Tavola della Pace per manifestare contro la scelta del governo di utilizzare lo strumento del disegno di legge delega per riformare la legge 185/1990 che da vent’anni regola l’esportazione di armamenti italiani. Un provvedimento, per di più, inserito di soppiatto come emendamento ad un’altra legge, la cosiddetta Comunitaria 2010, di ratifica di disposizioni europee.  Attraverso lo strumento della delega il Governo potrà intervenire su una materia estremamente delicata senza alcun confronto democratico. Si riducono, così, i controlli e la trasparenza sull’esportazione di armi italiane nel mondo. Grazie alle immediate mobilitazioni, nello stesso pomerigio, la Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato ha deciso di rinviare il voto sulla legge che delegherebbe il Governo a modificare la legge 185/90 sul commercio delle armi.  Una numerosa molitazione con un riscontro immediato. Ottenendo il rinvio della legge delega, ma non l’annullamento, ci sarà dell’altro tempo per accrescere la pressione sui senatori e per bocciare il provvedimento. Esistono fin troppe armi in giro per il mondo. La legge attuale andrebbe modificata, quindi, aumentando i controlli e la trasparenza e non il contrario. Attraverso l’attuale iter parlamentare tutti, politici e cittadini, per la legge della trasparenza possono accedere a gli atti parlamentari e sapere da chi vengono prodotte e verso dove vengono destinati le armi di produzione italiana nel mondo. 

Con la riforma della 185/90, quindi senza più il passaggio parlamentare, queste fondamentali informazioni potrebbero diventare di non facile accesso.  I due rappresentanti delle principali organizzazioni della società civile italiana impegnate sui temi della pace e del disarmo, denunciano lo strumento scelto dal governo e soprattutto l’inserimento del provvedimento in un emendamento alla Legge Comunitaria 2010.  «I due provvedimenti – dichiara Vignarca – intendono rispondere ad una decisione dell’esecutivo, annunciata nel Consiglio dei Ministri del 17 settembre scorso, per recepire nella nostra legislazione una direttiva europea intesa a semplificare le modalità e le condizioni dei trasferimenti all’interno dell’Unione europea dei prodotti per la difesa.  La riforma proposta dal governo, invece, va ben al di là delle esigenze della direttiva europea tanto che la legge delega prevede un’ampia riorganizzazione – prosegue Vignarca – delle strutture deputate al rilascio di tutte le autorizzazioni all’esportazione e sui controlli attraverso la creazione di un nuovo sportello unico».  Voler riformare questa materia, che riguarda direttamente la politica estera del nostro paese, attraverso una legge delega sarebbe l’ennesimo indebolimento del ruolo Parlamento. E’ necessaria una mobilitazione di tutte le associazioni della società civile impegnate nei settori della promozione della pace, del disarmo, della tutela dei diritti umani, nella cooperazione internazionale e nel volontariato per fare in modo che una legge additata come esempio a livello internazionale non venga stravolta.

 «Democrazia significa sentirsi responsabili non solo delle proprie azioni e della scrupolosa esecuzione del lavoro che ci è stato assegnato, ma anche delle azioni che riguardano tutti gli altri uomini» come scriveva Gunther Anders a Eatherly, l’americano che sganciò la bomba su Hiroshima. Partecipazione e responsabilità, sono necessari in una democrazia, specialmente quando si parla di vendita di armi.

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