NEWS

Parole contro la ‘ndrangheta

Di Lucio Musolino il . Calabria

“Un cono d’ombra sull’informazione calabrese”. L’affermazione del procuratore capo di Reggio Giuseppe Pignatone è vera, ma rispecchia solo in parte la situazione della Calabria.  A queste latitudini, infatti, il problema dell’informazione non è il “come dare le notizie” ma “selezionare quali dare e quali nascondere”. Ci sono cose che non si devono scrivere e pubblicare. E non sono le cosche a tirare le fila. Il mafioso è abituato ad essere raccontato, a finire sui giornali. Gli altri no.  In un territorio dove non tutto è bianco e non tutto è nero, esiste una miscela esplosiva di ‘ndrangheta, politica, massoneria e servizi deviati. Una folta zona grigia al centro di delicatissime inchieste antimafia. 

Un convitato di pietra “puparo” di un sistema inquietante che riesce ad addomesticare l’informazione, aggraziarsi editori, direttori e giornalisti disposti a “non vedere” e, quindi, a “non raccontare”. Il 19 luglio l’ex direttore di “Calabria Ora” Paolo Pollichieni si è dimesso assieme a otto redattori. Non aveva accettato la proposta degli editori di una maggiore ingerenza nella fattura delle pagine.  Per quattro anni abbiamo pubblicato quello che gli altri non scrivevano. Senza riserve e senza sconti per nessuno. I “poteri forti”, che governano la Calabria, non hanno gradito la pubblicazione di alcuni atti giudiziari inseriti nei fascicoli delle inchieste “Meta” e “Crimine”. Informative del Ros dalle quali è emerso che il governatore della Regione Giuseppe Scopelliti, ex sindaco di Reggio, con la scorta pagata dai contribuenti, ha partecipato a un pranzo in cui era presente il boss Cosimo Alvaro, oggi latitante. In un’altra informativa, depositata alla Dda di Milano, gli investigatori hanno annotato alcuni incontri all’ombra della Madonnina tra Scopelliti e il boss Paolo Martino, condannato per mafia e ritenuto il punto di riferimento della cosca De Stefano nel nord Italia.

Nel mezzo intercettazioni compromettenti di consiglieri di maggioranza del Comune reggino.  Tutte notizie che “Calabria Ora” ha pubblicato e che, all’indomani delle dimissioni di Pollichieni, non è stato più possibile leggere sul giornale. Non certamente per la bottiglia di benzina, accompagnata da una lettera di minacce che il primo agosto qualcuno ha lasciato nel cortile della mia abitazione. Il gioco è stato più sottile. Avevo deciso di non dimettermi. Gli editori e il nuovo direttore, Piero Sansonetti, mi avevano garantito che avrei continuato a scrivere con la stessa libertà circa i rapporti tra ‘ndrangheta e politica.  Così  non è stato: pezzi censurati solo perché compariva il nome del governatore della Calabria e trasferimenti “punitivi” con il solo scopo di allontanarmi da Reggio. Occorreva essere garantisti e “auto-imbavagliarsi”, mi veniva suggerito. Non l’ho fatto e, quindi, non mi sono stupito se un giorno dalle colonne del mio giornale, Scopelliti (intervistato dal neo direttore) mi ha tacciato come giustizialista alludendo a giornalisti di “Calabria Ora” che conoscono mafiosi. 

Dopo aver partecipato, il 7 ottobre, alla trasmissione “Annozero”, Scopelliti ha annunciato querele nei miei confronti, spalleggiato da un editoriale di Sansonetti per il quale sono diventato un “forcaiolo”. Anche il Cdr, intanto, mi aveva scaricato seguendo l’esempio del direttore e degli editori. L’isolamento, ormai, era palese. Ma io ho scritto solo i fatti. Nessun attacco politico ma documenti, stralci di informative scritte dagli inquirenti. L’aria in redazione era cambiata. La proposta di un secondo trasferimento ha anticipato di qualche giorno il fax con cui il 16 ottobre sono stato licenziato in tronco mentre ero in ferie. “Giusta causa” dice l’amministratore del giornale. Per aver svolto correttamente il mio lavoro.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link