NEWS

Studenti e magistrati, confronto per un’Italia migliore

Di Angela De Lorenzo (da Il Crotonese) il . Calabria



org 3.0 (Linux)”>

Di domande per il procuratore aggiunto
del Tribunale di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, gli studenti ne
avevano veramente tante, molte di più di quelle che alla fine sono
riusciti a porre per questioni di tempo. Volevano sapere cose
specifiche riguardo agli argomenti trattati nei suoi libri, che hanno
dimostrato di avere letto: le ramificazioni della mafia locale al
Nord, se la pena in Italia abbia un vero valore rieducativo, se la
Magistratura ha fatto dei veri passi in avanti nella lotta alla
’ndrangheta, se chi combatte contro questo cancro (come fece
Falcone e come oggi fa anche Gratteri) si ritrova solo e soprattutto
se ha senso sognare che questo male possa essere un giorno finalmente
scardinato.

Ragazzi curiosi e svegli, che al di là
della straordinarietà del momento hanno dimostrato di essersi già
più volte interessati all’annosa questione, di averne approfondito
le conoscenze. Sono ragazzi che vogliono capire, evidentemente in
cerca degli strumenti necessari a cambiare la realtà in cui vivono.
“La mafia – ha risposto loro Gratteri – è un problema che non
riguarda solo voi, ma tutto il mondo occidentale. È da stupidi
puntare il dito solo sui terroni, anche se non manca chi lo fa. Se la
mafia esiste ancora – ha aggiunto – è perché, e non mi riferisco
solo all’ultimo Governo, non abbiamo avuto governi disposti ad
accettare una Magistratura forte, questo avrebbe voluto dire
accettare di essere controllati quindi di vedere ridotto il loro
potere. D’altra parte il popolo non si è mai ribellato,
storicamente lo ha fatto o per fame o ispirato dalla cultura. Il
nostro Paese oggi non ha fame e non ha abbastanza cultura per
indignarsi. È un dovere non assuefarci, stare sempre attenti e
nervosi per non farci fregare. Malgrado tutto, io sono ottimista. Ci
vuole tempo ma questa battaglia possiamo vincerla: i giovani di oggi
sono più arrabbiati di quanto non fossero 20 anni fa, forse perché
hanno meno soldi in tasca”.

A confermarlo la voce di uno studente:
“La nostra rabbia c’è, ma è costruttiva, con le nostre idee
vorremmo costruire un Paese migliore”. Sulla solitudine personale
di chi combatte contro la mafia Gratteri non ha potuto smentire i
ragazzi, non lo ha ammesso direttamente, ma ha ripercorso
l’isolamento di cui fu vittima Giovanni Falcone, invidiato dai suoi
stessi colleghi solo perché più capace. Il discorso si è spostato
sulla posizione di Sciascia, pienamente condivisa da Gratteri,
secondo il quale nel caso di Falcone venne strumentalizzata. “È
vero – ha detto – c’è chi dell’antimafia ha fatto un mestiere.
Personaggi trombati dal Parlamento che oggi pietiscono un
posto all’Università per campare. Anche io vengo a parlare nelle
scuole, ma lo faccio gratis. Sciascia fu lungimirante”. Secondo
Gratteri una pena veramente rieducativa dovrebbe fare lavorare i
detenuti nelle carceri, non lasciarli bivaccare in cella o davanti
alla tv. “No alla violenza nei loro confronti, ma almeno farli
lavorare perché si guadagnino da mangiare”.

Negli ultimi anni secondo Gratteri
strada ne è stata fatta tanta, ma ancora tanta ne resta da
percorrere “se fossimo uno Stato serio – ha detto – controlleremmo
anche il respiro dei mafiosi. Perché se la mafia è alle strette
ancora non ci sono commercianti ed imprenditori in fila per
denunciare? Sanno che prima o poi i mafiosi torneranno fuori ed è su
questo circuito di insicurezza che occorre intervenire”. Prima di
lasciare i ragazzi il magistrato ha indicato loro i due ingredienti
necessari alla ricetta dell’antimafia: “cambiare il Codice di
procedura penale con l’ordinamento penitenziario e poi grandi
investimenti nell’istruzione per dare ai ragazzi una scuola
gioiosa, che li lasci il meno possibile per strada o nelle case in
cui, soprattutto grazie alle madri, si tiene acceso il fuoco della
vendetta”. Studiare, dunque, questa deve essere la priorità dei
giovani crotonesi che vogliono cambiare il loro mondo.



Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link