Assassinato perché cercava la verità
Un cono d’ombra e silenzio ha avvolto per tanti anni la storia di Giovanni Spampinato, cronista de L’Ora di Palermo, corrispondente da Ragusa del quotidiano siciliano e de L‘Unità. Ucciso il 27 ottobre del 1972 da Roberto Campria, figlio dell’allora presidente del tribunale della città, in un contesto che non fu approfondito in sede giudiziaria, il giornalista si trovò a scrivere di una rete di interessi che andava dai movimenti neo fascisti siciliani, sino alla criminalità organizzata.
Ragusa, la città in cui si svolge questa storia, era vista (e in parte lo è ancora oggi) come un luogo tranquillo, tanto da essere definita, al pari di Messina e Siracusa, la provincia “babba” (sciocca, ndr), un modo come un altro per dire che è un luogo in cui sono quasi assenti il controllo e l’interesse delle mafie. In breve, nella punta più a sud del continente, le organizzazioni criminali non c’erano. Le cose però non stavano così e Giovanni seppe individuare, prima di molti altri, il verminaio di interessi internazionali che fra gli anni ’60 – ’70 transitava nella provincia, con il benestare dei boss locali e dei i poteri forti della città.
Spampinato indagava sull’uccisione di un facoltoso
ingegnere-imprenditore ed ex consigliere comunale Msi, Angelo Tumino,
avvenuta nel febbraio dello stesso anno.
«Giovanni indaga su un delitto – quello del giovane Tumino – e porta alla luce una realtà melmosa di fascisti protetti dalle Istituzioni, di golpisti latitanti che prendono tranquillamente un caffè nel bar più in vista di Ragusa, di terroristi in combutta con mafiosi e malavitosi“. Con queste parole, Alberto Spampinato, fratello di Giovanni, quirinalista dell’Ansa, oggi direttore nazionale di Ossigeno (osservatorio sui cronisti minacciati) racconta in un passaggio de “Il libro della Memoria” la storia di Giovanni. Nel 2009 Spampinato ha pubblicato un libro-inchiesta (C’erano bei cani ma molto seri) sulla morte del fratello, dove sull’asse dei ricordi si staglia l’indagine sul delitto del fratello.
«Era fatale che finisse così? O qualcuno avrebbe potuto fare qualcosa? Me lo sono chiesto mille volte. Nella mia mente ho processato il mondo intero, a cominciare da me stesso e sono arrivato alla conclusione che molti avrebbero potuto fare qualcosa – scrive nel suo libro – Spampinato». Questa domanda ha tormentato per più di 35 anni il giornalista, che per darsi risposte ha abbandonato la passione scientifica a favore del giornalismo. Maturando soprattutto una idea di quello che accadde a Ragusa in quel tragico 1972. Mentre il fratello, Giovanni, giocava la sua partita con la morte, era da solo. Gli altri giornali, quelli ufficiali, quelli che potevano scrivere della stessa inchiesta, non l’hanno fatto. Isolato e facile bersaglio, Spampinato muore non per aver fatto qualcosa in più di quello che era suo dovere fare, ma perché tutti gli altri sono venuti meno al loro dovere di giornalisti. Chi doveva raccontare di questo omicidio, si disinteressò alle indagini, scrivendo soltanto: “rimangono aperte tante piste”.
Da quel dolore per la perdita del fratello, è nato oggi grazie ad Alberto, un nuovo impegno diretto a tutti i giornalisti che sono lasciati soli, come Giovanni, davanti a inchieste difficili, attacchi, querele, denunce e minacce. Intimidazioni, verbali e fisiche. A partire da questa storia, custodita con intelligenza ed amore, è scaturita la profonda analisi che Spampinato, ha concretizzato in Ossigeno*, l’osservatorio nazionale sui cronisti minacciati in Italia. Uno strumento di tutela e sostegno ai cronisti nel nostro Paese, che ha visto l’apoggio di Fnsi e Odg, di Libera informazione e Articolo21.
Dopo trent’anni di silenzi da parte del mondo politico e giornalistico, inoltre, nel settembre del 2007 Giovanni Spampinato è stato insignito dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del premio Saint – Vincent per il giornalismo alla memoria. Nel gennaio del 2010 a Ragusa è nato, grazie all’associazione a lui dedicata, un archivio di documenti, cartaceo e digitale, di facile consultazione, accessibile on-line, sulla Sicilia “segreta” degli anni della strategia della tensione. Un impegno, quello di Giovanni Spampinato, che cammina oggi sulle gambe di tanti giovani giornalisti e volontari dell’informazione a Ragusa e nel resto del Paese.
* On line sul portale dell’Ordine dei giornalisti il meta rapporto di Ossigeno. Clicca qui per scaricarlo
Trackback dal tuo sito.