Sicilia, i “signori delle discariche”
La giunta Lombardo ha scelto di fondare il nuovo corso della gestione dei rifiuti siciliani sulla costruzione di ulteriori discariche, se ne prevedono 15 in aggiunta alle 12 già attive. La decisione ha posto in allarme comitati ed organizzazioni che da tempo si occupano, all’interno dei singoli territori, di simili questioni. “Il piano – ammettono molti oppositori della soluzione discariche – non fa che favorire i grandi imprenditori del settore, rinunciando al rafforzamento della raccolta differenziata”.
I dati forniti proprio dagli uffici regionali rivelano come l’89% dei rifiuti prodotti sull’isola finiscano all’interno delle discariche presenti sul territorio: una percentuale superiore a quella del Lazio, con l’86%, della Puglia e della Campania, regioni dove l’80% dell’immondizia raggiunge i siti di smaltimento, e della Calabria che conferisce solo il 48% dei rifiuti prodotti. Di fronte a questa realtà, avvertono i componenti dei comitati che iniziano ad organizzarsi in diverse province, gli unici ad accogliere positivamente la scelta della giunta Lombardo sarebbero i grandi nomi del business dei rifiuti.
Dal gruppo Proto a quello Catanzaro, attivi protagonisti del settore con i siti di Motta Sant’Anastasia e Siculiana, in molti starebbero già definendo le nuove strategie in attesa della definitiva approvazione del progetto redatto dal governo regionale. Mentre nelle province di Catania ed Enna iniziano ad essere convocati dibattiti ed incontri destinati alla costruzione di soluzioni alternative a quelle preannunciate dalla regione, la stessa Cgil si è opposta all’ipotesi della costruzione di nuovi siti per lo smaltimento dei rifiuti.
Il sindacato, infatti, ha criticato il metodo non concertativo scelto dall’amministrazione Lombardo per definire le possibili soluzioni alla crisi dei rifiuti in Sicilia, puntando, invece, sull’apertura di un ampio tavolo di trattativa e sul rilancio a pieno regime dell’opzione della raccolta differenziata.
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