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Presentato ieri a Napoli il piano rifiuti del Governo

Di Gaetano Liardo il . Campania

L’emergenza continua nei comuni vesuviani. Proteste, rivolte e silenzi della classe politica incapace di gestire una situazione ormai sfuggita di mano. Il Presidente del Consiglio rispolvera dal cilindro la figura di Bertolaso, e rimette in carreggiata la Protezione civile. Pochi, tuttavia, credono che la situazione possa ritornare ad essere sotto controllo. Il piano straordinario presentato nel corso di una conferenza stampa ieri alla Prefettura di Napoli nasce monco. I sindaci dei comuni interessati, Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase e Torre Annunziata si sono rifiutati di firmare il piano di Bertolaso. Chiedono garanzie per la tutela della salute dei propri concittadini, ad iniziare dal blocco della realizzazione della seconda discarica, quella di Cava Vitiello, e di fermare lo sversamento dei rifiuti nella discarica di Sari. I sindaci abbandonano il tavolo in Prefettura, ma Bertolaso decide comunque di andare avanti. «Non arretriamo di un passo. Andremo avanti con l’accordo, rispettando i punti del documento siglato ieri sera, in maniera unilaterale», commenta il capo della Protezione Civile. Rimandata a tempo indeterminato l’apertura di Cava Vitiello, mentre Cava Sari sarà chiusa per tre giorni, per consentire ai tecnici di fare tutte le verifiche necessarie. Cava Vitiello, quindi  «è rimandata alle calende greche – sottolinea Bertolaso – per ora lì non si fa nulla, ma non possiamo cancellarla dalla legge».  Rimandata ma non cancellata. Su Cava Sari, invece, i tecnici eseguiranno in questi giorni delle verifiche per controllare la reale messa in sicurezza e l’incidenza dei rifiuti sull’inquinamento dell’acqua e dell’aria.

Un provvedimento che fa riflettere, forse che la cava non aveva i requisiti necessari per lo sversamento dei rifiuti? Il Presidente del Parco nazionale del Vesuvio, area dove si trovano le due discariche individuate per lo sversamento dei rifiuti provenienti da Napoli, è laconico nel suo commento rilasciato alle agenzie di stampa: «è importante la messa in sicurezza della cava Sari perchè non nuoccia più – afferma – a dimostrazione che era nel giusto chi la considerava nociva ed è importante la proposta di congelamento della cava Vitiello». «Questi provvedimenti – continua Leone – non devono proporsi solo per il pur giusto obiettivo di calmare gli animi. Devono con chiarezza mettere una pietra tombale sulla Vitiello e utilizzare il poco tempo a disposizione per cercare siti alternativi e realizzare le soluzioni virtuose che ci impongono la legge e l’Unione Europea. Senza trascurare il costo economico delle inadempienze, come l’Ue ha detto a chiare lettere».

Nel piano del Governo, inoltre, dopo le verifiche tecniche che interesseranno Cava Sari, questa riceverà soltanto i rifiuti provenienti dai comuni vesuviani. Gli altri, quelli che si sono accumulati per le vie del capoluogo partenopeo, saranno indirizzati ad Acerra. Bruceranno nel termovalorizzatore. «I rifiuti di Napoli saranno conferiti nel termovalorizzatore di Acerra dove ieri sono state già bruciate 1.580 tonnellate di immondizia», annunciava in conferenza stampa Bertolaso. Struttura che, tuttavia, presenta delle crepe, ricucite poi dai tecnici. Situazione allarmante, come ha dichiarato il Generale Mario Morelli, responsabile della Struttura per l’emergenza rifiuti in Campania, nell’audizione presso la Commissione parlamentare sulle ecomafie.

Non si placa, nel frattempo, la polemica politica, con la maggioranza che difende a spada tratta quanto deciso dall’esecutivo, scaricando le colpe e le inefficienze alla gestione delle amministrazioni locali, e l’opposizione ad accusare di fallimento i piani del governo. Va giù duro il ministro Brunetta che, dai microfoni di Rtl 102.5 accusa il sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino. «Adesso la Protezione civile ha preso la gestione della discarica – dichiara Brunetta – non dubito che nell’arco di una-due settimane a far funzionare il termovalorizzatore come Dio comanda, in maniera tale da risolvere un problema fondamentale per la popolazione. Ma la questione non si risolverà se non cambierà la testa degli amministratori».  «Questa vicenda – commenta il segretario del Pd Bersani – insegna che non si governa con i miracoli, che finiscono in discarica. Si governa con procedure ordinarie e chiedendo la solidarietà. Ed è inutile chiamare i Mandrake». «Bertolaso non è più credibile, ha fallito, è ora che faccia un passo indietro», dichiara Leoluca Orlando, portavoce dell’Idv.

Intanto, nei comuni vesuviani si prepara un’altra lunga giornata di proteste.

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