Giustizia riparativa, una guida per capire
Una cassetta degli attrezzi sulla Giustizia riparativa. La prima di molte altre. L’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha voluto lanciare la sua nuova iniziativa in tema di servizi ai colleghi partendo dalla più interessante novità della procedura e sull’esecuzione penale: uno strumento che può essere fonte di molti equivoci e che va inquadrato nel modo più giusto.
La Giustizia riparativa non chiede né impone il perdono alle vittime, non incide sulla pena. Non è uno strumento “buonista” a sostegno del reo. È qualcosa di più complesso, che coinvolge – se lo vogliono – tutte le parti in gioco, compresa la comunità ferita dal reato. Può liberare le vittime dalla prigione esistenziale in cui il crimine le ha dolorosamente rinchiuse. Può aiutare i condannati ad avere una seconda chance, evitando che il carcere diventi un’Università del crimine.
Soprattutto invita i giornalisti – come ha spiegato in un corso di formazione Roberto Cornelli, docente di Criminologia all’Università di Milano – a “guardare la vittima in carne e ossa” evitando di sovrapporre le nostre aspettative, i nostri schemi mentali, anche i nostri pregiudizi, sulla realtà, sui fatti che siamo invece chiamati a ricostruire con rigore.
L’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha già organizzato due corsi sulla Giustizia riparativa, che sono la prima iniziativa realizzata dall’Osservatorio Carceri. Il rischio, che abbiamo individuato alla fine di ciascun corso da noi organizzato, è che la ricchezza delle conoscenze e delle competenze offerte a un gruppo inevitabilmente limitato di giornalisti, si disperda.
Anche per questo motivo abbiamo lanciato l’iniziativa dei Toolbox, una biblioteca digitale di strumenti di pronta consultazione disegnati per i giornalisti. A disposizione dei colleghi c’è ora un Vademecum, uno strumento di domande e risposte (Q&A), che saranno presto pubblicati in una zona ad hoc del sito, e un video, che potete vedere in alto che illustra i temi chiave. Il lavoro è stato realizzato da Federica Brunelli, avvocato, esperta di Giustizia riparativa e componente esterno dell’Osservatorio carceri, con la collaborazione di tre studenti del Master Walter Tobagi dell’Università di Milano – Chiara Evangelista, Anna Maniscalco e Sara Tirrito – sotto la guida del loro vicedirettore Claudio Lindner.
Il toolkit è solo il primo che sarà realizzato dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia. Il giornalismo d’inchiesta, il data journalism, il giornalismo economico sono i prossimi temi.
Soprattutto, è in preparazione un toolbox sul Processo penale.
Da tempo l’Ordine dei giornalisti della Lombardia si è reso conto della natura paradigmatica della cronaca giudiziaria, nel suo significato più ampio, che va dalla notizia del reato fino alla scarcerazione del reo, se riconosciuto colpevole. Le accuse di fare “giustizia mediatica” chiedono una risposta seria e rigorosa, che riaffermi le caratteristiche di una libera e corretta informazione. Temi deontologici fondamentali, come il rispetto di tutte le persone coinvolte, insieme alla necessità di una ricostruzione esatta della realtà del processo, delle sue fasi e del ruolo dei diversi attori rendono questa forma di giornalismo una delle più delicate.
Le conoscenze e le competenze necessarie per comprendere un fenomeno così complesso devono diventare patrimonio di ogni giornalista, chiamato a svolgere – qui come nelle cronache sanitarie, in quelle economiche e in quelle politiche e in tutte le altre – un ruolo di “traduzione culturale”. L’Ordine è quindi molto attivo sui temi dei vincoli legislativi alla corretta informazione giudiziaria, ha proposto un proprio documento sulla Presunzione d’Innocenza, ha creato una Commissione Cronaca nera e giudiziaria, e un Osservatorio Carceri.
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