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Un eccesso di reazione che fa male alla Polizia

Gian Carlo Caselli il . Costituzione, Diritti, Forze dell'Ordine, Giovani, Istituzioni

Premetto che ho un debito inestinguibile di riconoscenza verso la Polizia di Stato, i cui uomini hanno rischiato la vita per vigilare sulla sicurezza mia e della mia famiglia dal 1974 ad oggi (terrorismo a Torino; mafia a Palermo; ‘ndrangheta ed estremisti NoTav a Torino).

Grazie a loro ho potuto portare a casa la pelle nonostante i molti tentativi di farmela. Alcuni intuibili ma rimasti sconosciuti, altri persino documentati: come le operazioni “Casella postale” e “Autostrada”  di Torino, che nei dossier  sequestrati a  Br e Pl denominavano (giocando con scarsa fantasia col mio cognome) progetti di colpirmi sventati all’ultimo momento.

O come  l’attentato – confessato anche in pubblica udienza – che Gaspare Spatuzza stava per eseguire sparando un missile (faceva parte del loro arsenale!) da Monte Pellegrino contro  la casa in cui abitavo a quel tempo in Palermo.

Ed è per questo debito di riconoscenza che non posso non commentare le manganellate di Pisa, semplicemente dicendo (in attesa delle doverose dichiarazioni del ministro Piantedosi) che il principio di proporzione fra offesa (temuta) e difesa vale anche in queste circostanze.

Principio che vedendo le immagini della Tv sembra essere stato disatteso, con pericolo – esiziale!  – che sulla Polizia tutta si riversi ingiustamente un danno di immagine e di credibilità, mentre uno stato democratico ha assoluto bisogno di una Polizia di cui potersi sempre fidare.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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