Non basta?
Due anni di calvario. Due anni di sofferenze e di sangue. Anche un solo giorno di guerra sarebbe stato un inutile tempo di guerra, ma due anni superano il limite di sopportazione degli umani e di ogni creatura. Anche le pietre urlano basta!
Se ne avessi il potere porrei come unica condizione per la candidatura alle elezioni europee un giuramento solenne e la sottoscrizione di un protocollo in cui al primo posto vi sia che ci si adopererà per la pace in Ucraina. La via del dialogo sembra quella obbligata.
E allora l’Europa convochi un tavolo internazionale con la presenza attiva di Russia e Ucraina. Un tavolo come un conclave da cui non ci si alza fino a quando non si firma la pace. Forse sancire la neutralità dell’Ucraina, garantire una dose di autonomia ai territori “conquistati” e inviare caschi blu a protezione delle popolazioni civili, potrebbe costituire un pacchetto degno.
Ma soprattutto dialogare. Con le parole e con l’anima e non con le armi. Crederci e non far finta. Gettare finalmente via le maschere della commedia noir per indossare l’abito della volontà di pace. Ce lo chiedono le troppe vittime. Forse 700mila persone, fra civili e militari russi e ucraini. 10mila civili uccisi.
Tra case distrutte e danneggiate: un milione e 400mila. L’Onu dichiara che la sopravvivenza di 8,5 milioni di persone dipende dagli aiuti umanitari e che sei milioni sono gli sfollati interni. Basta!
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