Marcello Palmisano, operatore Tg2, fu ucciso 29 anni fa in Somalia
Come lo ricordò Mauro Montali su l’Unità il giorno dopo. La sua storia su Ossigeno-Cercavano la verità
Sono trascorsi quasi trent’anni dall’uccisione del giornalista e cineoperatore del TG2 Marcello Palmisano.
Quel tragico 9 febbraio 1995 Marcello Palmisano, 55 anni, rimase vittima di un agguato a Mogadiscio, la stessa città dove un anno prima furono uccisi la giornalista Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin.
Era nato a San Michele Salentino, in provincia di Brindisi. Aveva alle spalle una carriera di vent’anni come inviato in tutto il mondo. Per il TG2 andó in Somalia insieme alla giornalista Carmen Lasorella per documentare, con la sua telecamera, il ritiro delle forze dell’ONU dalla capitale somala.
Quel giorno di ventinove anni fa i due erano a bordo di una Land Cruiser; furono attaccati da una raffica di proiettili; Palmisano morì, la vettura prese fuoco, Lasorella, anche se ferita, riuscì fortunosamente a mettersi in salvo. Secondo le ricostruzioni, è presumibile che i due giornalisti siano stati vittime di uno scambio di persona nell’ambito del conflitto tra multinazionali delle banane operanti in Somalia. Nonostante due inchieste avviate, una a Roma l’altra a Venezia, non sono mai state accertate le responsabilità.
Il ricordo – Ossigeno per l’informazione lo ricorda insieme ad altri 29 operatori dell’informazione italiani uccisi per il loro lavoro di cui l’Osservatorio tramanda la storia, umana e professionale, attraverso il sito Cercavano la verità www.giornalistiuccisi.it, e con iniziative pubbliche.
In occasione di questo anniversario, Ossigeno arricchisce la pagina dedicata a Marcello Palmisano, dove già è possibile leggere la sua storia, le tappe delle inchieste giudiziarie, il ricordo della figlia Adelaide, le dichiarazioni del figlio Davide, e dove si possono sfogliare le immagini concesse a Ossigeno dalla famiglia.
Da oggi è disponibile anche l’articolo, tratto dall’archivio storico de l’Unità, che all’indomani della tragedia, il giornalista Mauro Montali dedicò al suo collega conosciuto nel 1989 in Libano. Il pezzo intitolato “Era il maggio 1989. Fuggimmo insieme da Beirut” (l’Unità, 10 febbraio 1995, pagina 4), fa parte degli articoli che il quotidiano riservò al tragico agguato di Mogadiscio.
Mauro Montali rievoca una trasferta in Libano, dove si conobbero, nel maggio 1989, riuscendo a tornare in Italia superando i collegamenti più rischiosi su un piccolo aereo ad elica; dice che Marcello Palmisano amava la famiglia e il suo lavoro; era un pugliese dall’ “allegria sana e dirompente” che ogni volta si trasformava in felicità “l’attimo dopo aver parlalo con i suoi due bambini” che lo attendevano a Roma.
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