Napoli, ecco le proposte del Comitato anticamorra per la legalità
Il Comitato anticamorra per la legalità si è presentato ufficialmente alla città di Napoli ieri, giovedì primo febbraio alla Domus Ars. È intervenuto anche don Mimmo Battaglia, vescovo di Napoli.
“Contro la criminalità organizzata, bisogna avere il coraggio di schierarsi, di metterci la faccia” ha dichiarato il vescovo di Napoli, condannando con parole chiare l’omertà diffusa: “La mafia si annida nell’indifferenza e nella superficialità. Si annida anche nel puntare il dito e non fare nulla e magari voltarsi dall’altra parte. È questa la ragione per cui, in questo senso, anche l’omertà uccide.”
Nel corso dell’appuntamento i promotori del Comitato hanno illustrato le proposte per Disarmare Napoli insieme ai tanti che, con il loro impegno quotidiano, combattono concretamente la camorra e, soprattutto, promuovono la cultura della legalità.
Disarmiamo Napoli! – Ecco le nostre prime proposte
✓ Assunzione straordinaria di 1000 persone tra educatori, psicologi e assistenti sociali per l’area metropolitana di Napoli;
✓ Una biblioteca e una sala per eventi in ogni quartiere di edilizia popolare post terremoto. Un luogo di aggregazione, utilizzabile anche per piccole rappresentazioni teatrali, distinto dalle scuole, da dare in gestione a piccole cooperative di persone del posto con cui dovrà esserci un rapporto diretto e continuo del Sindaco o di un suo delegato;
✓ Chiediamo che le risorse e i benefici previsti per Caivano siano estesi a tutti i comuni che hanno al loro interno quartieri costruiti dopo il terremoto del 1980. Ventuno quartieri ghetto distribuiti in 17 comuni dell’area metropolitana di Napoli dove sono stati trasferiti migliaia di cittadini che vivono condizioni simili, se non peggiori, di quelle di chi abita nel Parco Verde. Non è tollerabile un atteggiamento diverso dello Stato per casi simili che rappresentano il peggior risultato sociale delle politiche urbanistiche post terremoto del 1980, come dimostrano i tassi di violenza e reati registrati. Fare differenze tra le vittime del degrado con una graduatoria discrezionale di importanza è grave ed è un atteggiamento che va corretto al più presto. Chiameremo questa legge: Lotta al degrado in tutta l’area metropolitana di Napoli;
✓ Censimento delle occupazioni abusive e legali negli insediamenti di edilizia popolare per assegnare le case a chi ne ha diritto e toglierle a chi non ha il diritto di esserci, a cominciare da chi è affiliato o favorito dai clan della camorra;
✓ Chiusura delle piazze di spaccio con controlli continui e costanti delle forze dell’ordine e contestuale apertura delle ‘piazze sociali’ con una serie di investimenti per rendere quei luoghi sani dal punto di vista sociale;
✓ Installazione a attivazione delle telecamere per la videosorveglianza nei quartieri a rischio, prevedendo, sin dall’avvio dell’operazione, i responsabili del controllo delle immagini e individuando le risorse economiche necessarie alla manutenzione;
✓ Non possiamo accettare che a Napoli e nell’intera area metropolitana si svolga un mercato delle armi come un normale mercato a cui possono accedere quasi tutti, a partire dai minori. Quando qualsiasi minore può comprare armi, vuol dire che lo Stato non ha il monopolio legittimo della forza. Tutti sanno dove e come comprare armi. Fino a che questo mercato illegale resterà libero, sarà compromessa la fiducia nelle forze dell’ordine da parte dei cittadini;
✓ Assunzioni di ispettori del lavoro per censire e controllare le aziende che sfruttano i lavoratori e le lavoratrici senza contratti di lavoro e senza garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. Anche perché, spesso, dietro il lavoro nero, si nascondono le organizzazioni criminali che alimentano anche la gestione illegale dei rifiuti;
✓ Forme di partenariato pubblico/privato finalizzate al recupero sociale di giovani presenti in aree disagiate del nostro territorio, attraverso la costituzione di cooperative sociali alle quali affidare la gestione di siti culturali al fine non solo di valorizzare il patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale presente sul nostro territorio ma allo stesso tempo ridurre l’emarginazione sociale dando ai giovani una nuova prospettiva di futuro, magari riproponendo modelli vincenti in altre zone di Napoli per moltiplicare le azioni di valorizzazione del nostro territorio dando opportunità di lavoro ai giovani meno fortunati;
✓ Favorire e semplificare l’assegnazione dei beni confiscati alla camorra a cooperative sociali che possano garantire assunzioni dei giovani del territorio e ‘sfruttare’ quei beni per evitare che si consolidi la convinzione che la camorra crea economia e lo Stato la distrugge;
✓ Un capillare lavoro di monitoraggio sull’evasione scolastica, appena si manifesta, con conseguenti interventi mirati; incontri nelle scuole per sensibilizzare i giovani sui temi delle dipendenze e della legalità; la presa in carico dei minorenni che hanno commesso reati affinché prosegua, anche dopo la cessazione della sanzione penale, il percorso di reinserimento e inclusione, chiedendo la collaborazione di tutte le forze sane della città affinché facilitino questi percorsi;
✓ L’ (in)cultura mafiosa si fonda sul modello della forza e della violenza, sullo sbilanciamento di potere esercitato con la forza e la violenza. Un modello non distante da quello patriarcale, all’origine di ogni forma di violenza maschile sulle donne. Per questo l’educazione alla legalità e alla libertà contro le organizzazioni criminali si intreccia con quella per la parità di genere e contro gli stereotipi culturali riguardanti gli uomini e le donne e radicati nell’asimmetria di potere fra i due sessi. Come nel caso dell’educazione alla legalità e alla libertà contro le organizzazioni criminali sono le giovani generazioni che, più di tutti, devono essere formate e sensibilizzate perché realizzino quella rivoluzione culturale che sola può sconfiggere definitivamente la violenza maschile sulle donne;
✓ Dare a ogni bambina e a ogni bambino la migliore partenza nella vita e le stesse opportunità alla nascita, a prescindere dal luogo e dalla famiglia in cui vive;
✓ Istituire nei Comuni un tavolo di lavoro o un’Agenzia infanzia che faccia riferimento al Sindaco confrontandosi con i vari assessorati che si occupano di infanzia anche per armonizzare e razionalizzare le risorse economiche destinate alle famiglie e ai bambini;
✓ Formazione specifica e supervisione pedagogica per i docenti delle aree maggiormente a rischio di dispersione scolastica e di devianza minorile;
✓ Scuola a tempo pieno che non vuol dire aumentare l’orario scolastico, bensì aprire la scuola al territorio, coinvolgere le associazioni del terzo settore che lavorano in quelle aree per portare avanti attività ludiche e sportive che coinvolgano anche le famiglie. E gli esiti di questi interventi andrebbero tutti valutati per porre migliorie e accorgimenti o sostituirli con altri potenzialmente più efficaci;
✓ Per combattere la dispersione scolastica pensiamo che occorra investire sulla famiglia. Chiamiamolo “imponibile di istruzione”, reddito di inclusione o accompagnamento allo studio. Se la famiglia fa studiare i suoi membri in età scolastica, lo Stato risparmia nel futuro e anticipa i soldi nel presente. Si può immaginare a un contributo economico che sia una sorta di adozione scolastica che parte dalla nascita e viene rinnovata sulla base della frequenza scolastica per tutti gli anni di obbligo e anche oltre, un vantaggio che si perde se i figli non studiano. Si potrebbe immaginare anche una tassazione differenziata: in determinate zone (indicate sulla base di un tasso di reati superiore a una media) si potrebbero esonerare le famiglie dal pagamento delle tasse in cambio dei figli a scuola, un privilegio che si lega alla scolarizzazione dei figli e che si perde se non studiano più. Si potrebbe rispolverare l’esperienza straordinaria dei “Nidi di mamme” fatta a Napoli in un particolare momento felice del governo della città. Un esperimento riuscito (fino a quando è esistito) che prevedeva l’assunzione delle madri più in difficoltà negli stessi asili frequentati dai figli: più asili, più lavoro per le madri;
✓ L’apertura di centri sportivi polivalenti e polifunzionali cogestiti dalle amministrazioni pubbliche e comitati cittadini che consentano lo scambio tra generazioni (nipoti/nonni) e sviluppo di relazioni ludico ricreative anche attraverso l’educazione fisica utile per tutte le età
Alle donne e agli uomini della camorra diciamo di deporre le armi. DISARMIAMO NAPOLI!
Comitato anticamorra per la legalità
Napoli la sfida del Comitato Anticammora: "Una legge per ogni quartiere del post terremoto" https://t.co/w77wRhOJf5 via @fanpage
— sandro ruotolo (@sruotolo1) February 2, 2024
Napoli, Don Battaglia: “La camorra è un cancro. Anche l’omertà uccide, schieriamoci” https://t.co/Zy9yiXDvU8
— Repubblica Napoli (@rep_napoli) February 2, 2024
“Basta con la rassegnazione. Dobbiamo liberare Napoli da malaffare e camorra”
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