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Il narcotraffico nella Repubblica Dominicana

Piero Innocenti il . Criminalità, Droga, Economia, Forze dell'Ordine, Internazionale, Mafie

I narcotrafficanti colombiani continuano ad essere “di casa” anche nella Repubblica Dominicana (e ad Haiti).

La droga, soprattutto marijuana, sarebbe entrata nel paese diversi anni fa attraverso agenti della CIA, con l’obiettivo, stimolando il consumo, di attenuare la resistenza locale contro l’invasore “gringo”. Il successivo passaggio alla cocaina fu questione di poco tempo.

Nonostante un forte condizionamento dei colombiani in apparati e strutture pubbliche, i gruppi delinquenziali dominicani hanno raggiunto da alcuni anni ormai un certo livello di indipendenza dai “colleghi” colombiani che continuano a trasportare la cocaina dalla costa colombiana utilizzando veloci imbarcazioni o lanciando in mare da piccoli aerei pacchi della droga opportunamente sigillati che vengono rapidamente recuperati. Carichi di cocaina arrivano anche dal Venezuela a bordo di veloci motoscafi, dal Suriname e da Panama per lo più occultati in container.

Il mercato europeo continua ad essere particolarmente interessato dai narcotrafficanti che prediligono i porti di Rotterdam, di Anversa oltre a quelli tedeschi francesi, inglesi e italiani (in particolare di Vado Ligure, La Spezia e Genova). Il sequestro complessivo di 27ton. di cocaina nel 2022 (un più 41% rispetto all’anno prima) di cui 5ton all’interno dei porti, conferma il ruolo della Repubblica Dominicana, in relazione alla sua posizione geografica, uno dei paesi di maggior transito della cocaina come alternativa alla rotta del Pacifico.

Interessante anche il dato sui sequestri di pasticche di ecstasy (10,62kg a fronte dei 2,92kg del 2021 ) mentre si sono dimezzati i quantitativi di sequestri di marijuana e di crack (10,62kg nel 2022) e sono aumentati gli arresti di dominicani per fatti collegati al traffico/spaccio passati dai 19.669 del 2021 ai 28.835 dell’anno dopo con l’incremento anche per gli stranieri (da 1.509 a 2.490).

La criminalità locale non ha comunque una struttura “dai contorni definiti o ben organizzata” come rileva l’esperto italiano per la sicurezza distaccato a Santo Domingo che, precisa anche come “l’organizzazione criminale dominicana “tipo” operi come una rete non strutturata di gruppi indipendenti, senza una gerarchia centralizzata, ovvero attraverso differenti gruppi attivi, organizzati in maniera elementare  ed estemporanea, senza integrazioni e connessioni durature con strutture criminali di livello elevato” (cfr. relazione DCSA, 2023).

Naturalmente non mancano collegamenti con la criminalità italiana come emerso, nel 2022, con il sequestro nel porto di La Spezia di 412kg di cocaina e di 730 kg a Bologna con l’arresto di una ventina di persone tra dominicani e italiani.

La situazione del consumo interno di droghe è monitorata dal Consejo de Drogas, istituzione alle dipendenze della Presidenza della Repubblica che ha rilevato, nel 2022, oltre 70mila persone in trattamento per il recupero sia in strutture sanitarie che a domicilio.

Anche dalla confinante Haiti arrivano segnali allarmanti  derivanti dalla grave situazione socio-politica che il paese attraversa da tempo che ha aggravato i già drammatici problemi del sottosviluppo e della povertà, accentuando fenomeni di corruzione diffusa con l’insediamento di gruppi criminali dediti al commercio della cocaina.

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L’egemonia dei narcos colombiani sul mercato mondiale della cocaina

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