SUD: per gioco o per amore
Raggiungiamo il giornalista, Antonio Condorelli, proprio nel giorno in cui ha ricevuto la richiesta di sequestro del “numero 1” in uscita e la perquisizione della redazione che giunge direttamente dal governatore siciliano attraverso i propri legali. Quale sarebbe il reato di SUD? Spiega il direttore: “Abbiamo pubblicato una diagnosi ritenuta falsa dal primario che si era rifiutato di firmarla sullo stato di salute del governatore Lombardo, del 17 maggio, 5 giorni dopo che era stata pubblicata da La Repubblica, la notizia di richiesta d’arresto per mafia”. Condorelli, in esclusiva a Liberainformazione, concede una lunga intervista. Con lui cerchiamo di capire cosa sta accadendo in queste settimane dall’uscita del numero zero di SUD e di fare un quadro sullo stato dell’informazione a Catania.
Qual è lo stato del’informazione a Catania?
Esistono degli argomenti intoccabili. Ad esempio argomento rifiuti a Catania e provincia. Ogni volta che si tocca questo argomento arrivano una miriade di minacce. Non solo a giornalisti ma a tutti coloro che ne parlano in qualsiasi veste.Veniamo attenzionati con le stesse modalità mafiose: Pallottole, lapidi, telefonate silenziose. Nell’ottica generale a Catania esiste, in maniera asfissiante, un monopolio dell’informazione una corrispondenza univoca tra i poteri forti e il mondo dell’informazione. Vi è uno scambio, che ha alla base interessi economici, e che passa per l’assefuazione della realtà. C’è una intesa forte tra amministratori pubblici ed editori che stabilisce a tavolino cosa e quale deve essere la realtà raccontata quindi quello che è vero e quello che è falso.
Quali sono le difficoltà per chi, come voi, decide di fare un nuovo giornale?
Oggi fare un giornale, come costi, è ancora più semplice che in passato. Il problema, fino ad oggi, è stato che in città nessuno voleva investire nell’editoria è stato un tabù. Abbiamo fatto SUD in maniera semplice e trasparente. Due professionisti hanno creato una srl ed hanno messo insieme una somma irrisoria, la stessa che può servire per comprare uno scooter o per fare un viaggio, ed da lì è nato il giornale. Se fossimo stati a Roma o a Milano, non sarebbe stata una notizia, ma a Catania è diventata una notizia perchè ha rotto definitivamente quel tabù. L’ostacolo non è di ordine economico ma ambientale: i poteri forti sembrano temere un giornale senza padroni ne padrini.
Lombardo ha dichiarato ospite all’Infedele: “c’è un freepress a Catania che vuole distruggermi” che cosa ne pensi?
E’ la sua reazione a quello che noi abbiamo pubblicato. Vorrebbe spostare l’attenzione su altro e non sui fatti… L’ho invitato in redazione per intervistarlo è pubblicare le sue repliche ma non ho ancora avuto risposta. Forse Peter Gomez è l’unico ad aver colto realmente l’essenza dello scontro. In un suo articolo su “Il Fatto Quotidiano”, in soldoni diceva non che il problema reale e che finalemnte in Sicilia c’è un giornalismo e un giornale che fa il proprio dovere. Questa, credo sia la cosa che irrita realmente i vertici del governo siciliano. Non è e non sarà, il nostro, un giornale a favore o contro qualcuno è un giornale che primariamente guarda ai fatti pubblicando quei documenti che li raccontano.
Che succederà a Sud, adesso, dopo questa richiesta di sequestro e perquisizione?
Questa spada di Damocle ci sarà sempre. Credo che ogni qualvolta che usciremo con un numero nuovo di SUD ci saranno queste tipologie di richieste legali. Per noi i politici sono tutti sullo stesso piano, che siano da una parte o dall’altra
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