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Per una politica di legalità

Di Lorenzo Frigerio e Sergio Cannavò* il . Lombardia

Il prossimo anno ricorrono i
centocinquant’anni dell’Unità d’Italia. Saranno molte le
manifestazioni e le iniziative che saranno promosse in ricordo
dell’importante ricorrenza. Ci auguriamo però che il giusto spazio
sia dedicato ai tanti che hanno perso la loro vita per affermare
legalità e giustizia, soprattutto in ambito politico e
amministrativo. In questi centocinquant’anni di storia del nostro
Paese, infatti, le mafie hanno colpito senza esitazione quanti hanno
tenuto la schiena dritta davanti alle minacce contro la democrazia e
il bene comune. Angelo Vassallo è solo l’ultimo dei caduti in
questa battaglia.

Angelo Vassallo, assassinato lo scorso
6 settembre con nove colpi di pistola a pochi metri dalla sua
abitazione, era il sindaco di Pollica, un piccolo comune della
provincia di Salerno. Angelo era anche un pescatore, innamorato del
mare e della sua terra. Era un ostinato e appassionato difensore
della legalità, dell’ambiente e della qualità di quei territori.
Infatti il comune di Pollica, nel corso del suo mandato
amministrativo, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per le politiche
di sviluppo sostenibile e le tante iniziative di tutela del paesaggio
e dell’ambiente.

Non si sa ancora nulla degli autori e
dei mandanti di questo vile attentato, ma tutti i fatti e gli indizi
inducono a pensare che sia stato ucciso perché ritenuto scomodo, o
meglio, un ostacolo ai progetti affaristico-economici della camorra
nel suo territorio.

Angelo Vassallo non è il primo
amministratore pubblico ad essere caduto sotto il fuoco delle
organizzazioni criminali: come lui hanno incontrato la stessa sorte,
pagando con la vita l’impegno per la democrazia e la legalità, Mimmo
Beneventano, Giuseppe Valarioti, Giannino Losardo, Pasquale Cappuccio
e tanti altri, più o meno noti.

Il loro ricordo e il loro impegno
continuano ad essere di esempio per tutti coloro che si battono per
una società più giusta e senza mafie, anche nelle regioni del nord
Italia, dove è ormai un dato di fatto la presenza delle cosche in
quasi ogni settore della vita economica. Ricordiamo che la Lombardia
è la quarta regione per numero di immobili confiscati alle mafie e
la terza per numero di imprese sottratte alle cosche.

E non sono pochi gli amministratori
pubblici del nord che hanno subito minacce per la loro intransigente
opposizione alle infiltrazioni della criminalità organizzata negli
affari pubblici, così come è da ricordare che il comune di
Bardonecchia, sul confine tra Piemonte e Francia, è stato sciolto
nel 1995 per infiltrazione mafiosa.

In vista degli Stati Generali del
Lodigiano crediamo sia importante ricordare Angelo Vassallo e
riflettere anche nei nostri territori sul tema della legalità e del
contrasto alle mafie. Per farlo è necessario avere ben presente che
la criminalità organizzata che oggi minaccia la convivenza civile e
l’economia pulita delle nostre città non è certo quella
stereotipata delle coppole e delle lupare, ma quella composta da
operatori economici che cercano di insinuarsi negli appalti pubblici,
nel controllo delle aziende pubbliche o partecipate, di ottenere
alleanze e appoggi nella politica e nella pubblica amministrazione,
che contaminano il settore del commercio con il racket e l’usura. E’
anche opportuno ricordare che le mafie trovano terreno
particolarmente fertile laddove sono presenti commistioni tra
politica e attività economica, scarso senso civico, opacità
dell’azione amministrativa, poca coesione sociale, clientelismo,
corruzione.

Lodi purtroppo ha già sperimentato, in
un recente passato, i terribili guasti provocati dall’inquinamento
criminale del settore del credito e del risparmio. Se quindi il Lodigiano vuole essere
attrezzato per espellere e respingere i tentativi di infiltrazioni
criminali è necessario che tutta la sua comunità – a partire
dalle istituzioni, passando per la politica e la società civile
organizzata, fino ad ogni singolo cittadino – assuma il rispetto
delle regole come premessa condivisa dell’agire pubblico e privato.

Sono necessari in ogni momento
dell’azione amministrativa il coinvolgimento della cittadinanza, la
più cristallina trasparenza e la più rigorosa imparzialità. La politica deve tornare ad essere la
più alta forma di carità, come ebbe a dire Paolo VI e quindi la
massima espressione, disinteressata, nei riguardi della cosa
pubblica. La politica deve fare la politica, evitando contiguità con
il mondo imprenditoriale e finanziario. Le organizzazioni
imprenditoriali devono essere intransigenti con gli operatori
economici che risultano anche solo sfiorati da casi di illegalità o
vicinanza con le organizzazioni criminali, al sud come al nord. Le
associazioni e i cittadini devono coltivare il rispetto della
legalità, a partire dalle regole della convivenza civile,
esercitando la partecipazione e il controllo sull’attività
amministrativa, denunciando ogni violazione di legge, esprimendo
sostegno e solidarietà nei confronti di chi denuncia.

Ci auguriamo quindi che Angelo
Vassallo, personaggio politico e amministratore dalla schiena dritta
che ha sempre agito esclusivamente per il bene comune lontano dalla
ribalta e dai riflettori, possa ispirare ed essere di esempio anche
per gli amministratori pubblici di Lodi e della sua provincia, magari
quando dovranno opporsi all’ennesima speculazione edilizia o
disegnare l’assetto urbanistico e ambientale con l’approvazione di un
Piano di Governo del Territorio o, ancora, impedire che il bene di
tutti sia subordinato all’interesse di pochi.


Per
saperne di più:

http://www.statigenerali.lo.it/

* da “Il Cittadino

Sergio Cannavò

vicepresidente di Legambiente Lombardia

Lorenzo Frigerio

referente per la Lombardia di Libera –
Associazioni, nomi e numeri contro le mafie

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