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Niscemi, la visita della Commissione regionale antimafia

Di Rosario Cauchi il . Sicilia

Dopo l’attentato incendiario subito da Giovanni Di Martino, sindaco di Niscemi, la Commissione Regionale Antimafia, presieduta da Calogero Speziale, è giunta nel piccolo centro nisseno.  Solidarietà all’amministratore preso di mira ed un monito, “bisogna impedire il ripetersi di episodi di questo genere, soprattutto se commessi all’interno di una provincia altamente instabile come quella di Caltanissetta”.  Sono stati molto chiari i componenti della Commissione Regionale Antimafia, il primo atto che verrà immediatamente compiuto sarà la convocazione di un vertice che riunirà tutti i prefetti delle province siciliane. 

“Bisogna affrontare con serietà la piaga delle intimidazioni subite da molti amministratori locali-ha detto il presidente Calogero Speziale – e stimolare il governo regionale all’apertura di canali preferenziali con i comuni più a rischio”.  Proprio la provincia di Caltanissetta, infatti, in questi ultimi mesi, è stata teatro di diversi episodi, ancora al vaglio degli organi inquirenti.  Gli attentati incendiari rappresentano la costante quotidianità di centri come Gela, Niscemi, San Cataldo e Caltanissetta.  L’avvertimento rivolto al sindaco Di Martino, infatti, è l’ultima tappa di un lungo percorso.  Solo la scorsa settimana, infatti, l’imprenditore edile Angelo Stracuzzi ha subito, nella zona di Riesi, un agguato che solo per caso non gli è costato la vita: diversi proiettili hanno raggiunto la sua auto mentre l’obiettivo prescelto si spostava verso Licata.  Senza dimenticare il travaglio amministrativo di Vallelunga Pratameno: un consiglio comunale sciolto per infiltrazioni mafiose e i commissari giunti per espletare gli atti di straordinaria urgenza minacciati e costretti alle dimissioni.

Non si fermano, inoltre, le intimidazioni rivolte ad imprese e professionisti.  Intanto, importanti collaboratori di giustizia, una volta parti integranti delle principali organizzazioni criminali della provincia, continuano a rivelare le loro verità ai magistrati che li interrogano.  Fra i più attivi, Carmelo Barbieri, ex componente del gruppo Madonia di Gela, in grado di aprire, con le proprie dichiarazioni, la strada verso l’arresto del presunto sicario di cosa nostra niscemese Giuseppe Buzzone, e che si appresta ad essere sentito anche nell’ambito del processo “Deserto”, scaturito da un’operazione condotta contro alcuni presunti componenti del gruppo di cosa nostra di Vallelunga Pra

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