Omicidio Pasolini, la Procura di Roma rigetta la richiesta di riapertura delle indagini
Nell’atto, depositato lo scorso marzo, si chiedeva di accertare a chi appartenessero i tre Dna individuati nel 2010.
La Procura di Roma ha rigettato l’istanza con cui si chiedeva la riapertura dell’indagine sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, avvenuto il 2 novembre del 1975 ad Ostia. Nell’atto, che era stato depositato lo scorso marzo, si chiedeva di accertare a chi appartenessero i tre Dna individuati dai carabinieri del Ris nel 2010.
“È evidente che Giuseppe Pelosi non possa essere considerato l’unico responsabile dell’omicidio ma si rinuncia a svolgere ulteriori indagini ritenendo che quelle svolte dal 2010 al 2015 siano state sufficienti – ha aggiunto – Ma se così fosse perché non si è arrivati ad una soluzione? Perché non si è mai indagato sul movente? Perché ancora una volta non si è acquisito il fascicolo relativo a Pier Paolo Pasolini custodito presso il DIS? Perché non si è ritenuto necessario sentire Maurizio Abbatino su quanto dichiarato alla Commissione parlamentare antimafia in merito alla sua partecipazione al furto delle pizza di Salò? Perché non si effettuano ulteriori accertamenti scientifici sui 3 Dna rinvenuti sulla scena del crimine su alcune persone? A tutte queste domande i cittadini italiani e non solo non troveranno mai risposte. Decidiamo di pubblicare integralmente il rigetto invitando chi sa a parlare perché non potremo mai accettare che lo Stato rinunci ad accertare la verità”, conclude Maccioni.
Nell’istanza si chiedeva appunto di verificare a chi appartengano tre Dna individuati dai carabinieri del Ris nel 2010 sulla scena del crimine. “Quella notte all’Idroscalo di Ostia Pino Pelosi non era solo – aveva spiegato l’avvocato Maccioni – ci sono almeno tre tracce, tre ‘fotografie’ di persone e ciò giustifica il perché, dopo quasi 50 anni, è ancora possibile arrivare ad una verità giudiziaria. Una verità che si baserebbe su dati scientifici, sulla presenza di tre Dna: da qui si deve partire per svolgere le indagini per accertare a chi appartengono”.
“Nella prima indagine questo si è fatto in modo parziale – spiegava – vennero esaminati circa 30 Dna ma oggi è tempo di fare verifiche più diffuse tenendo presenti anche le dichiarazioni di Maurizio Abbatino, esponente della Banda della Magliana, che alla Commissione Antimafia dà una giustificazione sul perché Pasolini si recò all’Idroscalo di Ostia: non era lì per consumare un rapporto sessuale occasionale con Pino Pelosi, con il quale lo scrittore aveva una relazione, ma per riottenere le pizze di ‘Salò, le 120 giornate di Sodoma’ che gli erano state sottratte e a cui teneva tantissimo”. Per Maccioni, Grieco e Giovannetti, Pasolini venne “attratto in una trappola e lì venne aggredito a morte. Nell’istanza di centinaia di pagine forniamo molti elementi, tante tessere che i magistrati devono mettere insieme”.
Fonte: Adnkronos
Non ci sarà una nuova indagine sulla morte di Pier Paolo Pasolini
Bocciata dalla procura di Roma l’istanza con la quale l’avvocato Maccioni chiedeva ulteriori accertamenti su tre Dna rinvenuti sulla scena del crimine.
La procura di Roma ha respinto l’istanza di riapertura dell’indagine sull’omicidio del regista e scrittore Pier Paolo Pasolini, avvenuto il 2 novembre del 1975 all’Idroscalo di Ostia, che era stata depositata nel marzo scorso. Nell’atto si chiedeva di accertare a chi appartenessero i tre Dna individuati dai carabinieri del Ris nel 2010 sulla scena del crimine.
La richiesta di riapertura degli accertamenti era stata avanzata dall’avvocato Stefano Maccioni, a nome del regista David Grieco, dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti e dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio.
Nel provvedimento con cui viene rigettata l’istanza il pm Francesco Minisci afferma che gli spunti “valutati alla luce delle imponenti attività svolte” nel vecchio procedimento “non sono idonei a consentire l’attivazione della procedura di riapertura delle indagini”.
Per la Procura capitolina si tratta di elementi “aventi natura eterogenea quanto alla tipologia e generica quanto alla portata, per alcuni aspetti non focalizzati sull’omicidio ma riguardanti episodi di contorno, talora ripetitivi di attività già svolte e orientati verso soggetti già valutati, aventi a oggetto profili già presenti nell’atto di opposizione depositato nel procedimento definito con ordinanza di archiviazione” e “riferiti a un raggio investigativo dal carattere sostanzialmente perlustrativo, che non appaiono utili ad aggiungere altri elementi alla mole e alla completezza di indagini (già svolte dall’Ufficio e valutate dal gip di Roma), tanto da condurre alla prosecuzione delle indagini”.
Il commento del legale
“Prendiamo atto con malcelata amarezza della decisione presa dalla procura di rinunciare all’accertamento delle effettive responsabilità per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini. E’ una sconfitta per tutti coloro che credono che il nostro Stato debba arrivare a garantire Giustizia soprattutto in questa vicenda”, ha commentato l’avvocato Maccioni.
“E’ evidente che Giuseppe Pelosi non possa essere considerato l’unico responsabile dell’omicidio ma si rinuncia a svolgere ulteriori indagini ritenendo che quelle svolte dal 2010 al 2015 siano state sufficienti – ha aggiunto il penalista -. Ma se così fosse perchè non si è arrivati ad una soluzione? Perchè non si e’ mai indagato sul movente? Perchè ancora una volta non si è acquisito il fascicolo relativo a Pier Paolo Pasolini custodito presso il DIS?”
“Perché non si è ritenuto necessario sentire Maurizio Abbatino su quanto dichiarato alla Commissione parlamentare antimafia in merito alla sua partecipazione al furto delle pizza di Salò? Perchè non si effettuano ulteriori accertamenti scientifici sui 3 Dna rinvenuti sulla scena del crimine su alcune persone? A tutte queste domande i cittadini italiani e non solo non troveranno mai risposte. Decidiamo di pubblicare integralmente il rigetto invitando chi sa a parlare perche’ non potremo mai accettare che lo Stato rinunci ad accertare la verità”
La richiesta di riapertura
Era stata avanzata dall’avvocato Stefano Maccioni, a nome del regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti. Nel provvedimento con cui viene rigettata l’istanza il pm Francesco Minisci afferma che gli spunti “valutati alla luce delle imponenti attività svolte” nel vecchio procedimento “non sono idonei a consentire l’attivazione della procedura di riapertura delle indagini”.
Per la Procura capitolina si tratta di elementi “aventi natura eterogenea quanto alla tipologia e generica quanto alla portata, per alcuni aspetti non focalizzati sull’omicidio ma riguardanti episodi di contorno, talora ripetitivi di attività già svolte e orientati verso soggetti già valutati, aventi a oggetto profili già presenti nell’atto di opposizione depositato nel procedimento definito con ordinanza di archiviazione” e “riferiti a un raggio investigativo dal carattere sostanzialmente perlustrativo, che non appaiono utili ad aggiungere altri elementi alla mole e alla completezza di indagini (già svolte dall’Ufficio e valutate dal gip di Roma), tanto da condurre alla prosecuzione delle indagini”.
Fonte: Agi, Agenzia Italia
La Procura di Roma ha deciso: le indagini per l'omicidio di Pier Paolo Pasolini restano chiuse. L'istanza, rigettata, aveva per oggetto elementi "aventi natura eterogenea quanto alla tipologia e generica quanto alla portata" https://t.co/WPWpnLBOsi
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Pier Paolo Pasolini: La procura di Roma ha rigettato l'istanza di riapertura dell'inchiesta sull'omicidio, relativa a tre Dna individuati dai Ris nel 2010. Il pm Minisci: Spunti “non idonei a consentire l'attivazione della procedura”.#chilhavisto→https://t.co/PFuFudwNcu pic.twitter.com/7rhq4Wuz82
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Rigettata l'istanza sulla riapertura del caso Pasolini: «Prove insufficienti» https://t.co/tQk4fp4sxS
— Corriere della Sera (@Corriere) November 24, 2023
Omicidio Pasolini, la Procura di Roma rigetta la richiesta di riaprire le indagini https://t.co/8oTFzt3EyF
— Repubblica Roma (@rep_roma) November 24, 2023
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